"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 5 agosto 2023

LA DOMENICA CON GESU', TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE / A

…… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Furono collocati troni e un vegliardo si assise. La sua veste era candida come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come la lana…Uno simile a un figlio d’ uomo giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui. Gli furono dati potere, gloria e regno…” Dn 7,9-10.13-14 . 
“…Non perché siamo andati dietro a favole…inventate…ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza…” 2 Pt 1,16-19 . 
“…Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni…e li condusse…su un alto monte. E fu trasfigurato…il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce…Una nube luminosa li coprì con la sua ombra ed ecco una voce…diceva: Questi è il Figlio mio, l’ amato, …ascoltatelo…” Mt 17,1-9.”

“SIAMO TUTTI CHIAMATI AD ESSERE TRASFIGURATI, MA NON C’ E’ GLORIA CHE NON PASSI PER LA CROCE. NON VERRA’ RISPARMIATO A NOI IL CAMMINO CHE LO STESSO MAESTRO HA PERCORSO”.

Commenteremo la pagina del Vangelo odierno (Mt 17,1-9), che è “preparata” anche dal testo di 2 Pt 1,16-19. La pagina della 2a Lettera di Pietro è l’ unico testo, che presenta una testimonianza sulla trasfigurazione di Gesù. Anzi, trasmette la testimonianza oculare di Pietro, quando era con Gesù “sul monte santo” (2 Pt 1,18).

L’ autorevolezza dell’ apostolo, che ha visto la grandezza del Signore ed ha ascoltato la voce dal cielo, che lo proclamava messia e giudice, conferma che le profezie dell’ A.T. non sono “favole inventate”, perché la profezia è il risultato della mozione dello Spirito Santo che agisce su alcuni uomini da parte di Dio.

La pagina evangelica inizia con la precisazione, “sei giorni dopo” (Mt 17,1). Infatti, pochi giorni prima, Gesù ha annunciato ai suoi discepoli, per la prima volta, la sua passione e morte. “Gesù cominciò a mostrare ai suoi discepoli che egli doveva andare a Gerusalemme e patire molte cose dagli anziani e gran sacerdoti e scribi, ed essere ucciso”(Mt 16,21).

Gesù, quindi, parla di sé e di ciò che più è scandaloso: la propria morte. L’ unificazione personale chiede di passare dal pensiero della morte a quello della propria morte: altrimenti la persona rischia di restare in perpetua fuga da sé, dalla vita e dalla stessa realtà. Ovviamente, dicendo questa cosa ad altri, essa diviene sempre più reale e concreta anche per lui stesso, per Gesù.

Essa non è più un’ intuizione o anche una certezza coltivata soltanto tra sé e sé, ma entra nella relazione con gli altri, che essendo i più vicini a lui, sarebbero maggiormente colpiti dalla sua morte. Comincia, così, in certo modo, ad essere reale.

Tuttavia, l’ espressione “sei giorni dopo” presenta anche altre sfumature. Essa, ad esempio, rinvia al momento in cui Mosè sul Sinai, dopo sei giorni, fu chiamato da Dio dalla nube (Es 24,16). Se il volto di Mosè divenne raggiante e luminoso, perché aveva conversato con Dio (Es 34,29), il volto di Gesù diviene risplendente come il sole (Mt 17,2).

Certamente, dietro al teso, vediamo in filigrana le pagine della Scrittura: Mosè con Dio che parlano sul monte Sinai. Matteo suggerisce che l’ intera vita di Gesù, l’ esperienza di Dio, che egli fa, il rapporto con i discepoli che egli vive, così come il suo ministero e la sua vita, sono guidati dall’ obbedienza alle Scritture, sono orientati e illuminati dall’ ascolto della parola di Dio, contenuta nelle Scritture.

Questo è il grande messaggio per i lettori e per noi. 

                                      Mons. Antonio Scarcione

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