"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 24 settembre 2023

LA DOMENICA CON GESU', XXV DEL TEMPO ORDINARIO / A

  …… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie…” Is 55,6-9 . 
“…Per me…il vivere è Cristo e il morire un guadagno…” Fil 1,20c-24.27a . 
“…Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’ alba per prendere a giornata lavoratori…Venuti quelli delle cinque di pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro…” Mt 20,1-16.

“NON POSSIAMO ESSERE DISCEPOLI DI GESU’ SE NON ABBANDONIAMO LE LOGICHE UMANE DEL CALCOLO E DELL’ OPPORTUNITA’. DIO E’ SEMPRE GENEROSO OLTRE OGNI MISURA CON NOI, SUOI FIGLI. E CHI SI LASCIA VERAMENTE AMARE DA LUI NON CALCOLA, NON MISURA E NON FA CONFRONTI, MA GODE BEATO DEI DONI RICEVUTI”.

La parabola del padrone della vigna che, a diverse ore del giorno, chiama operai e, alla sera, dà a tutti la stessa paga, “un denaro”, suscita la protesta di quelli della prima ora. Evidentemente, quel denaro rappresenta la vita eterna, dono che Dio riserva a tutti. Anzi, quelli che sono considerati ultimi, se lo accettano, diventano primi, mentre i primi possono rischiare di finire ultimi.


Ecco un primo messaggio: il padrone non tollera la disoccupazione. Anzi, vuole che tutti siano impegnati nella sua vigna. Notiamo che il solo fatto di essere chiamati è già la prima ricompensa: lavorare nella vigna del Signore, mettersi al suo servizio, collaborare alla sua opera, costituisce, di per sé, un premio inestimabile. Ma lo capisce solo chi ama il Signore e il suo Regno. Chi, invece, lavora per la paga, non si accorgerà mai del valore di questo inestimabile tesoro.

Sappiamo bene che a narrare la parabola è l’ evangelista Matteo. Proprio colui che ha vissuto questa esperienza in prima persona. Egli, infatti, prima che Gesù lo chiamasse, faceva l’ esattore delle tasse e quindi era considerato un pubblico peccatore.

Per lui, tutto cambia, però, quando Gesù gli dice: “Seguimi”. Matteo si alzò e lo seguì. Da pubblicano diventò discepolo di Gesù. Da ultimo si trovò primo, grazie alla logica di Dio, che, per fortuna, è diversa da quella del mondo.

“I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie”.

Anche san Paolo fu chiamato dal Signore a lavorare nella sua vigna. Ma, come egli stesso confessa, è stata la grazia di Dio a operare in lui: egli da persecutore diventa apostolo delle genti. Tanto da poter dire: “Per me, infatti, vivere è Cristo e morire un guadagno”.

Certamente, Gesù con questa parabola vuole aprire i nostri cuori alla logica dell’ amore del Padre, che è gratuito e generoso. Si tratta di lasciarsi stupire e affascinare dai pensieri e dalle vie di Dio. I pensieri umani sono segnati da egoismi e tornaconti. E i nostri sentieri non sono paragonabili alle strade del Signore.

Egli usa misericordia, perdona, è pieno di generosità e di bontà. Gesù, inoltre, vuole farci contemplare lo sguardo di quel padrone che vede gli operai in attesa di lavoro e li chiama nella sua vigna.

Dio non esclude nessuno e vuole che ciascuno raggiunga la sua pienezza. Questo è l’ amore di Dio. 
 
                                                                          Mons. Antonio Scarcione
 

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