"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 6 gennaio 2024

LA DOMENICA CON GESU', BATTESIMO DEL SIGNORE / B

…… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…O voi tutti assetati, venite all’ acqua, voi che non avete denaro, venite…Cercate il Signore, mentre si fa trovare…Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie…” Is 55,1-11 . 
“…Carissimi, chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio…Quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti…” 1 Gv 5,1-9 . 
“…Viene dopo di me colui che è più forte di me…io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali…Gesù…fu battezzato nel Giordano da Giovanni…Venne una voce dal cielo: Tu sei il Figlio mio, l’ amato: in te ho posto il mio compiacimento”. Mc 1,7-11.

“Dopo aver contemplato, a Natale e all’ Epifania, Gesù bambino, oggi con la festa del Battesimo del Signore, assistiamo all’ inizio del suo ministero. La liturgia, così, salda il mistero dell’ incarnazione con la sua missione: la passione, morte e risurrezione”.

Marco non ha evidenziato l’ appello alla conversione, così chiaramente sviluppato, ad esempio, da Luca. Lo sguardo dell’ evangelista, come opportunamente sottolinea il commento del “Servizio della Parola”, che noi seguiamo, viene concentrato sull’ annuncio di “colui che viene”. Egli battezzerà nello Spirito. Giovanni battezzava nell’ acqua, Gesù nello Spirito. Ma prima di immergere i credenti nello Spirito, Gesù stesso deve essere immerso nell’ acqua. E’proprio quando risale dall’ acqua che Gesù “vede”: è lui il primo destinatario della visione e della Parola che viene pronunciata.

-“Una scena di incarnazione”. Colui che si è fatto uomo per la nostra salvezza ha condiviso la nostra condizione umana, facendosi prossimo di ogni uomo e di ogni donna, con il suo carico di sofferenze, di ferite e di peccati. Ma il Signore, che cosa ha in comune con gli uomini? A muoverlo è, certamente, il desiderio di essere vicino a tutti coloro che hanno coscienza della loro fragilità e desiderano cambiare vita, per accogliere l’ inviato di Dio, venuto per i poveri e per i peccatori, per quelli che procedono curvi sotto il peso della malattia, segnati dall’ emarginazione, considerati irrecuperabili a causa del male che hanno commesso. A loro e a tutti quelli che si affidano a lui, egli aprirà una possibilità inedita di vita e di pace, all’ insegna della misericordia.

-“Una scena di manifestazione”. Il racconto presenta anche la risposta di Dio, il Padre: Dio esce dal suo silenzio e una voce proclama: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”. Vediamo che Marco non si attarda sull’ immersione di Gesù nelle acque del Giordano, ma attira la nostra attenzione su ciò che avviene dall’ alto. I cieli che si squarciano non costituiscono una variazione atmosferica, ma sono un modo per evocare “l’esperienza di una rivelazione divina, un’ apparizione del divino nel mondo umano”. Ogni distanza e separazione da Dio non ha più motivo di esistere: in Gesù il dialogo con Dio è ristabilito.

-“Il nostro battesimo”. In questo giorno siamo invitati a fare memoria del nostro battesimo e di ciò che esso significa: “un’offerta di salvezza”, la risposta di Dio alla sete dell’ uomo: la possibilità di “una profonda comunione” con Dio, come Padre. Ecco perché, quando si entra in chiesa, ci si segna con l’ acqua benedetta: un gesto che ci ricorda che siamo stati generati a una nuova vita. Proprio attraverso il battesimo, veniamo letteralmente immersi in Cristo, nella sua morte e resurrezione.

-“Figli e fratelli”. Figli, che hanno un posto sicuro nel cuore di Dio, certi della sua misericordia. Ma anche fratelli, al di là di tutte le diversità, perché accomunati dalla stessa dignità e quindi disposti a riconoscere i diritti, i sogni, le aspirazioni, i desideri degli altri.

                                     Mons. Antonio Scarcione

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