"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 28 aprile 2024

LA DOMENICA CON GESU', V DI PASQUA / B

 …… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Saulo…cercava di unirsi ai discepoli, ma tutti avevano paura di lui, non credendo che fosse un discepolo…Allora Barnaba…lo condusse dagli apostoli…così egli potè stare con loro…predicando apertamente nel nome del Signore…La chiesa…si consolidava e cresceva di numero”. At 9,26-31 
.”…Non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità…Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui… 1 Gv 3,18-24 . 
“…Io sono la vite vera e il Padre mio è l’ agricoltore…Rimanete in me, e io in voi…Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto…Senza di me non potete far nulla…Chiedete quello che volete e vi sarà fatto…” Gv 15,1-18.

“CI VIENE PROPOSTO UN ITINERARIO ARTICOLATO. LE TAPPE SONO MOLTE: 1) Paolo da persecutore diventa lui stesso perseguitato, perché discepolo del Signore; 2) Ogni discepolo ama “non a parole…ma con i fatti e nella verità; 3) Il discepolo sceglie di rimanere con Cristo. I CRISTIANI ACCOLGONO LA LINFA VITALE, COME I TRALCI DELLA VITE”.

Come afferma Luigi Verdi, nella sua appassionata riflessione, “il nostro, è un Dio agricoltore”. Noi, qui, evidenziamo gli elementi caratterizzanti del suo originale commento.

Vediamo che Dio non solo “odora di pecore”, proprio quelle che Egli strappa ai morsi dei lupi, ma “lavora nei campi”, perché le viti esplodano di vita. Certo, se il Padre è il Vignaiolo, il Figlio è lui stesso la vite, da cui germogliamo tutti e tutte: aria, sole e vento. E’ bello pensare che la nostra vita è questa.

Papa Giovanni diceva: “Non siamo sulla terra a custodire un museo, ma a coltivare un giardino fiorente…” Cioè, “festoso e danzante”.

Ma quello che nel brano odierno colpisce, è quel “rimanete in me”: ci fa ritornare in mente il “resta con noi, perché si fa sera” dei discepoli di Emmaus. Quel “non te ne andare, stai ancora con me”, che si dicono gli innamorati. “Come se anche Dio provasse nostalgia, nostalgia di me e di te”. Come se anche Lui provasse il dolore della separazione.

“Rimanete in me e io in voi, perché tra me e voi scorre la stessa linfa”. Egli è, quindi, un Dio che scorre nelle nostre vene, intimo e vicino. E se ci allontaniamo troppo, quella linfa non arriva fino alle nostre ultime cellule. Rischiamo di non riuscire più ad amare.

A quel punto, come ben sanno i bravi contadini, c’ è da prendere le cesoie e tagliare. Perché, dopo, la pianta è più bella e dà i frutti migliori. Che senso avrebbe una vite che non desse i suoi grappoli succosi e dolci come il miele ? Che senso avrebbe il seme che non diventasse spiga o l’ acqua che, pur bagnando i campi, non li rendesse fertili ?

“Rimanete in me”. Ci chiede oggi Gesù. Lui che conosce il segreto della vita e dell’ amore: una vendemmia abbondante per far festa, canti di gioia per il ricco raccolto.

Come giustamente afferma Paolo agli Ateniesi: “In Lui noi viviamo, ci moviamo ed esistiamo” (At 17,28). Egli è aria nei nostri polmoni, sangue nelle nostre vene.

                                        Mons. Antonio Scarcione

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