"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 29 marzo 2025

ORA LEGALE 2025. Gli orologi dovranno essere spostati avanti di un'ora.

Alle due del mattino di domenica 30 marzo entra in vigore l'ora legale, che durerà fino al 30 ottobre prossimo. 

Gli orologi dovranno essere spostati avanti di un'ora. Il cambio comporterà un beneficio in termini economici e ambientali. 


LA DOMENICA CON GESU', IV DI QUARESIMA / C

  …… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Gli Israeliti rimasero accanto a Galgala e celebrarono la Pasqua…nelle steppe di Gerico…Come ebbero mangiato i prodotti della terra, la manna cessò…” Giosuè 5,9.10-12 . 
“…Gustate e vedete come è buono il Signore” Sal 33 . “Fratelli, se uno è in Cristo è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate, ecco, ne sono nate di nuove…” 2 Cor 5,17-21 . 
“…Disse loro questa parabola: Un uomo aveva due figli. Il più giovane…disse al padre:…Dammi la parte di patrimonio che mi spetta…Pochi giorni dopo, il figlio più giovane,…partì per un paese lontano e lì sperperò il suo patrimonio…Andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti…che lo mandò…a pascolare i porci…Allora ritornò in sé e disse: quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io muoio di fame…Andrò da mio padre…Suo padre lo vide…gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò…Il padre disse:… Portate qui le vesti più belle…mangiamo e facciamo festa…Il figlio maggiore…quando fu vicino a casa, udì le musiche…e non voleva entrare…” Lc 15,1-3.11-32.

“TUTTE LE LETTURE SONO CARATTERIZZATE DAL TEMA DELLA GIOIA. E’ LA GIOIA D’ ISRAELE CHE SI LASCIA ALLE SPALLE LA SCHIAVITU’ DELL’ EGITTO E LA TRAVERSATA DEL DESERTO E INIZIA UN NUOVO MODO DI VIVERE NELLA TERRA PROMESSA. LA GIOIA DEL PADRE CHE HA RITROVATO IL FIGLIO CHE ERA MORTO E LO RISTABILISCE NELLA DIGNITA’ PERDUTA. E’ LA GIOIA DI CHI SI LASCIA RICONCILIARE CON DIO E ACCOGLIE UN PERDONO CHE NON SI E’ MERITATO. PROTAGONISTA, IN FONDO, E’ SEMPRE DIO. DIO CHE MANTIENE LE PROMESSE. DIO CHE SORPRENDE CON LA SUA MISERICORDIA. DIO CHE NON SI LASCIA VINCERE DAL PECCATO DELL’ UOMO, MA GRAZIE A CRISTO, GUARISCE E REALIZZA LA RICONCILIAZIONE”.

-“Questo padre sotto i riflettori”. Infatti, come afferma Roberto Laurita (Cfr. Servizio della Parola, n. 565 pag.114 e ss.), “è il padre che col suo silenzio…permette al figlio di andare lontano per fare esperienza della libertà”. Alla richiesta del figlio avrebbe potuto reagire con un rifiuto. Invece, egli accoglie la domanda del figlio. E’ ancora il padre che prende l’ iniziativa, quando il figlio si avvicina a casa e modifica il programma che il giovane aveva immaginato. Lo vede quando è ancora lontano, lo ristabilisce nella sua posizione, gli restituisce i suoi privilegi, rendendoli visibili (vestito, anello, sandali). E alla sua fame (motivo del suo ritorno) risponde con un banchetto e una festa.

E’ ancora il padre che deve sostenere il dialogo con l’ altro figlio. La sequenza rimane incompleta, perché non sappiamo che cosa accadrà dopo. Gli ascoltatori di Gesù sono sollecitati a tracciare la conclusione.

-“Chi è il padre ?“ Colui che tollera la partenza del figlio ? Colui che accetta la ribellione del maggiore ?

Gli ascoltatori di ieri e di oggi intravvedono “il comportamento di Dio”. Gli uomini tendono a presentare Dio come un giustiziere, pronto a cogliere l’ uomo in fallo. Gesù giustifica invece il suo comportamento proprio richiamando quello di Dio. Se va con i peccatori e partecipa ai loro banchetti , è perché Dio fa così. La figura del padre, quindi, calza a pennello. Il suo perdono è totale e corrisponde ad una nuova creazione, che fa ripartire.

-“Senza il maggiore ci sarebbe solo un lieto fine”. La protesta del maggiore appare ragionevole, ma è il padre che non lo è. C’ è qualcosa di “strano” in quest’ uomo, che vede arrivare il figlio, si getta al suo collo, lo bacia e gli organizza una festa. Come si può riabilitare, senza un breve processo, un figlio indegno al quale non si è lasciato formulare nemmeno una richiesta di scusa ?

“Ma cosa si guadagna a rimanere fedeli ? Non è forse questo l’ interrogativo che sentiamo nelle nostre famiglie, nei gruppi, e nelle comunità ? La misericordia del Padre non ci appare come una solenne ingiustizia ? Ecco perché dobbiamo ascoltare la risposta del padre della parabola. Questo padre deve rivelare ciò che egli considera la realtà più importante: la comunione di amore. L’ amore è anche follia: il maggiore ha calcolato ogni sua prestazione. L’ amore si rallegra per qualcuno che “era morto ed è tornato in vita”.

                                                               Mons. Antonio Scarcione

domenica 23 marzo 2025

LA DOMENICA CON GESU', III DI QUARESIMA / C

  …… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Mentre Mosè stava pascolando il gregge…l’ angelo…gli apparve in una fiamma di fuoco dal…roveto…Il roveto ardeva…ma non si consumava. Mosè pensò:…Perché il roveto non brucia ? Il Signore…gridò…dal roveto: Mosè, Mosè !...Togliti i sandali…perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo !...Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto,…Dio disse a Mosè: Io sono colui che sono…Dirai agli Israeliti: Io- sono mi ha mandato a voi…” Gen 3,1-8a.13-15 . 
“…I nostri padri furono tutti sotto la nube, tutti attraversarono il Mare…furono battezzati…mangiarono lo stesso cibo spirituale,…bevvero la stessa bevanda spirituale…quella roccia era Cristo…” 1 Cor 10,1-6.10-12 . 
 “…Si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici…Gesù disse…: Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte ? No…ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Siloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme ? No…ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo…” Lc 13,1-9.

“IL BIBLISTA HA IDENTIFICATO IL FILO ROSSO CHE LEGA LE TRE LETTURE ODIERNE: IL SIGNORE ATTENDE LA CONVERSIONE DELL’ UOMO ED E’ PAZIENTE ! : CON MOSE’ ( E I SUOI DUBBI DI FRONTE ALLA MISSIONE CHE DIO GLI AFFIDA); CON LE FOLLE (CHE RIMANDANO LA LORO CONVERSIONE) ; CON I CRISTIANI DI CORINTO ( CHE NON SI DECIDONO A SGANCIARSI DALLO STILE E DAL MODO DI VIVERE DEI PAGANI E QUINDI NON CAMBIANO VITA ). IL SIGNORE ASPETTA IL CAMBIAMENTO-CONVERSIONE DI CIASCUNO E DI TUTTI”.

Gesù propone ancora una parabola: “Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: …Sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’ albero, ma non ne trovo. Taglialo, dunque !“. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’ anno, finchè gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti…Se no, lo taglierai “.

“Lo abbiamo già incontrato”- afferma L. Verdi nella sua riflessione, che noi seguiamo - “chino a zappare, lo abbiamo già incrociato, questo Dio contadino infaticabile, che ricomincia sempre d’ accapo e non si lascia abbattere dalle delusioni e dai tradimenti”. Dio è così. Come se dicesse: “Voglio lavorare ancora un anno attorno a quel fico e forse porterà frutto”.

E’ un Dio che si accontenta e si aggrappa ad un fragile “forse”, perché si fida dell’ uomo. Forse ti troverò, forse mi salverò, forse guarirò. Egli resta come sospeso e attende. Porta nel cuore un dubbio e custodisce la bellezza del nostro rientro. Sa che tutto può ancora accadere. Anche quel fico sterile può dare frutti. Anche per noi è bello sentirci sempre, in qualsiasi momento e a qualsiasi età, dei semi. Un concentrato di forza ed energia. Quel Dio contadino e visionario che dedica il suo tempo attorno alla mia terra arida. Forse cambieremo, forse riusciremo a diventare migliori, forse questi nostri difetti svaniranno, ma dobbiamo imparare ad essere pazienti.

Una pazienza che nasconde in cuore un sogno, accarezza e sospinge, accompagna e guida: la pazienza di Dio, che accetta il nostro povero amore, gli altalenanti buoni propositi.

Così, con questo “forse” nel cuore, ci avviamo verso la Pasqua, nel nostro cammino di resurrezione e di vita.

                                                 Mons. Antonio Scarcione

sabato 15 marzo 2025

LA DOMENICA CON GESU', II DI QUARESIMA / C

   …… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Guarda il cielo e conta le stelle, se riesci a contarle…tale sarà la tua discendenza. Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia…” Gen 155-12.17-18 . 
“…Molti si comportano da nemici della croce…” Fil 3,17-41 . 
“…Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’ aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco…Mosè ed Elia…Pietro disse a Gesù: Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia…Venne una nube…e dalla nube uscì una voce…: Questi è il Figlio mio, l’ eletto: ascoltatelo…” Lc 9,28b-36.

“LA TRASFIFURAZIONE AVVIENE PROPRIO MENTRE GESU’ E’ IN PREGHIERA. LA COINCIDENZA NON E’ CASUALE. A TRASFORMARE IL SUO VOLTO E TUTTA LA SUA PERSONA E’ LA RELAZIONE CON DIO, IL PADRE SUO”.

Questa pagina del vangelo è un anticipo della Pasqua, un assaggio della resurrezione, come afferma L. Verdi, che noi seguiamo nella suo commento. Appena entrati nel tempo della Quaresima, la Trasfigurazione ci fa intravedere dove stiamo andando, la nostra meta. E cosa importa se tutto ancora deve accadere, come e quando accadrà ? Ora lo sappiamo, cosa ci attende. Accade anche a noi, quando l’ amore scorre nelle vene, di trasfigurarci. Lo leggiamo negli occhi di luce degli innamorati. Lo avvertiamo nel brivido della loro pelle, lo scopriamo da uno sguardo che luccica.

L’ amore non si vede, ma se ne vedono i giochi di luce, gli effetti speciali, come una veste improvvisamente sfolgorante. I volti, le vesti, a contatto con la carne dell’ infinito diventano luce e bellezza. Ma non possiamo pretendere che tutto succeda nelle frenesie della nostra vita, quando siamo distratti o concentrati solo sui problemi e le difficoltà, che possiamo avere. Anche noi, come Gesù, dobbiamo “salire sul monte” e cercare e pregare l’ infinito.

E magari ci sarà un attimo, in cui saremo raggiunti e sommersi da questo infinito e ci sembrerà di sognare in questo bagno di luce, così bello, da chiedere che non finisca mai. Capita anche a noi, quando qualcosa o qualcuno ci raggiunge nel profondo delle nostre fibre, di desiderare di prolungare quel momento all’ infinito.

Non si vorrebbe più uscire da quel mondo caldo e felice. Invece, anche per noi, come per i tre apostoli, arrivano le incertezze, che ci fanno dubitare: cosa succede ? Si stava così bene. Ora c’ è solo nebbia. Ora abbiamo paura. Non vediamo più niente. Ma una voce ci rassicura: Questi è il Figlio mio, l’ Amato, ascoltatelo. Gesù, l’Amore, con l’ iniziale maiuscola, non finisce mai, dobbiamo raggiungerlo, a qualsiasi costo.

                                          Mons. Antonio Scarcione

martedì 11 marzo 2025

Aspettando la XIX (19^) Tavola di San Giuseppe del nobile Quartiere Monte Mira

 

A una settimana dall’evento “Tavola di San Giuseppe”, entra nel vivo la preparazione della XIX (19^) edizione che anche quest'anno sarà realizzata presso la sede del Quartiere di via Floresta.

Seppure partiti in ritardo per via della concomitanza del Carnevale, l'entusiasmo da parte dei soci del direttivo non manca, tutti in fermento per coinvolgere panificatori, attività artigianali, commercianti e tanta altra bella gente per continuare a portare avanti una tradizione ripresa in città nel lontano 2001.

Infatti, il classico pane nelle diverse forme sarà in parte donato dai panificatori piazzesi che puntualmente aderiscono all’iniziativa e in parte acquistato dal Comitato di quartiere.

Il programma di massima delle due giornata così come negli anni trascorsi prevede per giorno 18 l'allestimento e la veglia di preghiera con inizio alle ore 20:15 circa. Il giorno 19 marzo, che quest'anno cade di Mercoledì, la visita per tutta la giornata da parte dei quartieranti, concittadini e visitatori in genere; a mezzogiorno la benedizione della Tavola, nel primo pomeriggio il "Pranzo dei Santi", (San Giuseppe, Gesù Bambino e la Madonna), impersonati da alcuni quartieranti, infine la distribuzione di tutti gli alimenti, ad iniziare dal pane in senso della condivisione verso tutti i presenti.

Per questo grande evento che vede la partecipazione di tanta bella gente, un affettuoso e caloroso ringraziamento va a tutti gli sponsor, i Panificatori, le Pizzerie, le Pasticcerie, i Ristoratori, i Commercianti, le Famiglie, le Suore della Sacra Famiglia, i Soci del quartiere e comunque a Tutti coloro che grazie al loro sincero e fattivo contributo ci permetteranno anche quest'anno di realizzare la XIX Tavola di San Giuseppe.

                                                Laura Saffila

sabato 8 marzo 2025

LA DOMENICA CON GESU', I DI QUARESIMA / C

   …… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Mosè…disse:…E tu pronuncerai queste prole davanti al Signore…: Mio padre era un Arameo errante; scese in Egitto…Gli Egiziani…ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù…Il Signore ascoltò la nostra voce…ci fece uscire dall’ Egitto…e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele…”Dt 26,4-10 . 
“Fratelli, che cosa dice Mosè ? Vicino a te è la Parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore…Se con la tua bocca proclamerai: Gesù è il Signore e…crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo…Rm 10,8-13 . 
“…Gesù… si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto per quaranta giorni, tentato dal diavolo…Gli disse: Se tu se Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane. Gesù gli rispose: Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’ uomo. Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò…tutti i regni della terra e gli disse: Ti darò tutto questo potere….Se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo. Gesù gli rispose: Sta scritto: Il Signore Dio tuo adorerai: a lui solo renderai culto. Lo condusse a Gerusalemme…sul punto più alto del tempio e gli disse: Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini…affinchè essi ti custodiscano…Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra. Gesù gli rispose: E’ stato detto: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo…” Lc 4,1-13.

“LO SCENARIO DI QUESTA I DOMENICA DI QUARESIMA E’ IL DESERTO: LUOGO INFIDO, PIENO DI RISCHI E DI PERICOLI, LUOGO DI DISAGIO E DI SOFFERENZA, DI DISORIENTAMENTO, DI FAME E DI SETE, LUOGO IN CUI EMERGE, DUNQUE, TUTTA LA FRAGILITA’ UMANA. PROPRIO PER QUESTE RAGIONI IL DESERTO E’ UN LUOGO DI PROVA E DI LOTTA. ANCHE PER GESU’ CHE STA PER INIZIARE LA SUA MISSIONE, DOPO IL BATTESIMO DI GIOVANNI NEL FIUME GIORDANO”.

A molti, le tentazioni di Gesù, nel deserto, sembrano strane. Come può essere tentato il Figlio di Dio ? Come può trovarsi in una situazione di prova ? Eppure, tre, dei quattro evangelisti, riportano questo particolare, senza scandalizzarsi.

Come dice bene R. Laurita nel suo commento (Cfr. “Servizio della Parola” n.565 pag. 57): “No, il regno di Dio non si realizza con mezzi facili e immediati. C’è una lotta da affrontare. Ogni anno, viene la Quaresima, perché usciamo dal nostro torpore, dalle nostre illusioni e affrontiamo la realtà del male e del peccato. Pronti ad essere nuovi, autentici e veri”.

Il termine Quaresima non è sinonimo di dieta. Indica ben altro. Quando dedichiamo al cibo un’ attenzione spasmodica, noi finiamo con l’ aprire una finestra sulla nostra esistenza. Siamo attraversati da un’ ansia nevrotica, da un bisogno di divorare, di riempirci, di colmare una fame profonda che nessun nutrimento riesce a calmare. Ma nello stesso tempo abbiamo paura di chiamare per nome questo desiderio, che ci afferra, di avvertire nel nostro io profondo il bisogno di qualcos’ altro.

Il digiuno della Quaresima, in realta’, indica un rapporto diverso col cibo, per avvertire necessità fondamentali, che cerchiamo di coprire, per provare fame e sete di Dio.

Quaresima non è sinonimo di tristezza. Di regole da osservare. Essa, anzi, deve evocare una nuova e concreta libertà. Legami e catene che ci tengono prigionieri degli idoli vengono, finalmente, recisi. Cominciamo a rispettare gli altri, evitando di sfruttarli. Tentiamo di esercitare il nostro ruolo senza essere prepotenti. Accettiamo la fatica di ascoltare, di dialogare, di collaborare.

Tutto nasce dalla fiducia, da una relazione diversa con Dio, che troppo a lungo abbiamo dimenticato o ignorato. Senza di lui, senza affidarsi alla sua bontà, alla sua misericordia, ogni guarigione è impossibile. Ma relazione è sinonimo di tempo, di attesa e di ricerca, di attenzione e di cura. La preghiera, l’ ascolto della Parola servono a questo.

                                             Mons. Antonio Scarcione

sabato 1 marzo 2025

LA DOMENICA CON GESU', VIII DEL TEMPO ORDINARIO / C

   …… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“Quando si scuote un setaccio restano i rifiuti; così quando un uomo discute, ne appaiono i difetti…Non lodare nessuno prima che abbia parlato…” Sir 27,4-7. NV 27,5-8 . 
“…Quando questo corpo corruttibile si sarà vestito d’ incorruttibilità e questo corpo mortale d’ immortalità, si compirà la parola della scrittura: Dov’ è, o morte, la tua vittoria ?...” 1 Cor 15,54-58 . 
“…Può forse un cieco guidare un altro cieco ? Non cadranno tutti e due in un fosso ?...Perchè guardi la pagliuzza che è nell’ occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio ?...Ipocrita ! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’ occhio del tuo fratello…” Lc 6,39-45.

“DOPO GLI ENUNCIATI ESORTATIVI (L’ AMORE AI NEMICI E LA MISERICORDIA), LUCA INTRODUCE UNA SERIE DI DETTI METAFORICI. IL PRIMO DETTO ENUNCIA L’ IMPOSSIBILITA’ DI UN CIECO DI “GUIDARE” UN ALTRO CIECO. LA METAFORA CONDUCE ALLA COMUNITA’ CRISTIANA DOVE GLI ANZIANI SONO CHIAMATI A INSEGNARE AI GIOVANI E AI CATECUMENI (METAFORICAMENTE “CIECHI” O “IPOVEDENT”) LA SALVEZZA IN CRISTO”.

Il messaggio che il vangelo di questa domenica ci propone è costituito da una metafora che incisivamente rappresenta una verità profonda. Ivo Seghedoni, che noi seguiamo in questa breve riflessione, afferma: “Come non esiste l’ albero cattivo, non esistono uomini e donne buoni o cattivi: tutti nasciamo buoni, ma liberi di scegliere, tra verità e menzogna, giustizia e iniquità”. ( Servizio della Parola n. 564, pag. 198). La bontà la possiamo apprendere. Possiamo scegliere, se depositare e custodire nel cuore il bene e il male.

Per questo il primo di tutti i comandamenti è: “Ascolta, Israele”, per crescere come albero buono, per capire, per cambiare, per portare frutto. Il primo comandamento non è “amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza…Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Questo grande comandamento è anticipato dalla parola “semà”, ascolta.

Solo chi ascolta impara. Coltiva il cuore. Chi non ascolta produce frutti cattivi e conduce la propria vita al disastro, come un cieco che guida un altro cieco.

Ma che cosa significa ascoltare ?

Sappiamo che la vita cristiana ha un proprio fondamento nell’ ascolto. Essere cristiani significa essere discepoli dell’ unico maestro e imparare da lui, per interiorizzare la mitezza e l’ umiltà del cuore che sono suoi propri. Eppure, tra tutte le competenze che cerchiamo di assumere, l’ ascolto non sembra in cima ai nostri pensieri. Dobbiamo, quindi, compiere una notevole conversione, per identificarci in questa forma di cristianesimo: il cristianesimo dell’ ascolto. Gesù ci dice, quale sia il cuore della vita cristiana: “Beati coloro che ascoltano e osservano la parola di Dio” (Lc 11,28) e ci richiama il problema centrale della fede: “Fate attenzione a come ascoltate” (Lc 8,18). Se “la fede nasce dall’ ascolto (Rm 10.17), la nostra disponibilità all’ ascolto della Parola è il segnale della verità del nostro amore per Lui.

Il maggior lavoro, richiesto dall’ amore, è l’ attenzione. Quando amiamo qualcuno, gli concediamo la nostra attenzione, ci occupiamo di lui. La forma più importante dell’ attenzione è, certamente, l’ ascolto. Noi dedichiamo all’ ascolto molto tempo, che per buona parte è sprecato, perché quasi sempre ascoltiamo con scarsa attenzione.

Credo che ascoltiamo la parola di Dio con la stessa distrazione. Ci sono cinque modi di ascoltare ( o di non farlo, pur fingendo di farlo !), secondo lo studioso, M. Scott Peck. Basta osservare in che modo i grandi si relazionano ai bambini:Chiudere la bocca al bambino. In molte famiglie vige la legge: I bambini si devono vedere, ma non si devono sentire, 24 ore su 24.
Lasciarli parlare quanto vogliono, ma di non ascoltarli. Il bambino in questo caso non interagisce con l’ adulto, ma parla letteralmente al muro.
Fingere di ascoltare il bambino, continuando a fare le proprie faccende, buttando lì un ”ma davvero” o un “già già”.
L’ ascolto selettivo. Un modo attento di fingere di ascoltare, aguzzando le orecchie appena il bambino dice qualcosa di interessante, nella speranza di riuscire a separare facilmente la zizzania dal grano buono.
Il quinto sistema è naturalmente quello di ascoltare il bambino con la massima attenzione, senza perdere una parola.

Ciascuno di noi può riportare gli esempi di ascolto dei nostri bambini a come noi ascoltiamo Dio che parla, tanto nelle Scritture, come nella vita. Da come ascoltiamo o non ascoltiamo dipende ciò che uscirà dal nostro cuore .

Quale sarà il nostro valore nel ragionare o nel discutere ? Che cosa traboccherà dal nostro agire, quando si tratta di giudicare o correggere il fratello o la sorella ? Dipende da ciò che, ascoltando, abbiamo raccolto nel cuore.

                                                    Mons. Antonio Scarcione