"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 13 maggio 2012

La Domenica con Gesù, VI di Pasqua

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale. 

I Lettura. "...Dio non fa preferenze di persone..." At 10,25-26 ss.
II Lettura. "Carissimi, amiamoci gli uni gli altri..." I Gv 4,7-10
Vangelo.  " Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi" Gv 15,9-17

 - L'amore è il dono del Risorto e il segno distintivo del cristiano.
 San Paolo afferma che la "realtà è Cristo" e dunque occorre provare a pensare e a vedere Cristo in tutti e in tutto.
 L'attenzione, in verità, si concentra sulle parole, "come io ho amato voi".
Cristo, che ha donato la propria vita, diventa il modello del rapporto con gli altri. Il comandamento di Gesù è lui stesso, come se dicesse: "Se ami, allora vivrai come me", una vita buona e riuscita, felice e costruttiva.
 Invece, l' ira e l' odio, l' egoismo e la lamentela, fanno perdere il controllo e l' armonia con sé e innescano l' autodistruzione.
 Si tratta, quindi, di "rimanere" nell' Amore, uniti a Gesù.
 - Si evitano, così, due rischi: il "mipiacismo" e il "migiovismo".
 Il primo male appartiene alla cultura del diletto (= ciò che piace): è la scuola dell' egoismo e del relativismo, che pongono al centro l' io (e non certo Cristo).
 Il secondo è il frutto della cultura del giovamento; per cui è lecito ciò che giova al singolo: è utilitarismo sfrenato, indipendentemente da ciò che è oggettivamente bene o male: questa è, purtroppo, la via dell'illegalità e della devianza.
 Dalla parola "gratis", ne derivano due, diametralmente,  opposte: "gratificazione" e "gratitudine". La gratificazione implica la ricerca orgogliosa di  sè stessi, senza offrire il proprio tempo e le proprie capacità agli altri.
 Cristo, al contrario, ha insegnato che non basta, non fare il male, occorre fare il bene.
 Egli non dice date, ma date con larghezza; oppure aiutate, ma aiutate con sollecitudine; oppure amate, ma amate sinceramente.
 - La proposta di Cristo è sicuramente una provocazione per l'attuale cultura, che, in verità, predilige soluzioni rapide e libertà assoluta. Ad es., la smania di tenersi sempre connessi fa sì, che le relazioni siano sostituite da contatti virtuali, cioè anonimi.
 I "social network", infatti,  sembrano invitare a "bypassare" la dimensione più bella e complessa dell'incontro personale e della "fatica" di guardare l' altro negli occhi.
 E', certamente, indispensabile ricercare un nuovo stile nei rapporti (coppia, famiglia, Chiesa, città) e nell'incontro con le persone, per la scoperta della loro ricchezza.
 - Quattro i modi di rapportarsi agli altri:
 1. Essere "tra" gli altri, con distacco. E' la modalità più povera della relazione umana: uno stare tra gli altri, ma come se fossero cose
 2. Essere "con" gli altri. E' la dimensione della relazione affettiva: caratterizzata da attenzione e ascolto, tenerezza e sintonia profonda. E' vero motivo di gioia incontrare l' altro con le sue doti e i suoi limiti.
 3. Essere "per" gli altri. E' la consapevolezza di non poter  essere felici da soli. Si supera, così, l'egoismo, ponendo il proprio baricentro fuori di sé stessi, nell' apertura all' altro, nel dono di sé e nel servizio gratuito.
 4. Essere "in". E' l'orientamento di ogni persona a Dio. Il senso dell' esistenza umana sta nella sua auto-trascendenza, nell' apertura a Qualcuno, che sta al di sopra e al di là di sé stessi. 
 Solo Dio è l' appagamento della sete di amore di ognuno.
 Gli uomini sono angeli dotati di un' ala soltanto, diceva, il vescovo Tonino Bello: possono volare solo rimanendo abbracciati. Nel volo della vita è fondamentale avere sia l'ala dell'altro sia quella di Dio, che sostiene e guida tutti e due. 
                                                                              Mons.   Antonio Scarcione      

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