"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 15 marzo 2014

La Domenica con Gesù, II di Quaresima / A

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.

Testi:"...Il Signore disse ad Abràm: Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso le terre che io ti indicherò..." Gen 12, 1-4a. 
"...Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia..." 2Tm 1, 8b-10. 
"...Il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce...Ed ecco una voce dalla nube che diceva: Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento..." Mt 17, 1-9.


- La teofania (= manifestazione della divinità). Come Gesù ha mostrato la sua fedeltà a Dio (sul monte della tentazione), così, ora, il Padre esplicita la sua scelta per Gesù sul monte della trasfigurazione. 
Infatti, la trasfigurazione (trasformazione dell'umano in divino), richiama il sole, immagine classica della divinità, e la luce, simbolo di ciò che permette all'uomo e all'ambiente di vivere. La scena si svolge su un piano trascendente. Mosè ed Elia, già protagonisti di teofanie nella storia d' Israele, ben figurano anche in questa. Lo stesso ruolo di Pietro è, in questo caso, quello di interprete della situazione. Il suo richiamo all'opportunità di costruire tende, per custodire l' incontro, aggiunge un evidente riferimento all'Esodo. Matteo, inoltre, inserisce il particolare della nube luminosa, proprio come quella che accompagna Israele nel deserto. Inoltre, che si tratti di una vera e propria teofania, si evince, ad esempio, anche dalla prostrazione collettiva, attraversata dal timore, derivante dalla consapevolezza della presenza di Dio.
In questo contesto, acquistano grande valore le parole del Padre: "Questi è il Figlio mio, l' eletto, ascoltatelo ! ".
- Il messaggio. Gesù è il Figlio amato, oggetto del compiacimento del Padre. Anche l' invito, "Ascoltatelo", lo presenta come una parola del Padre, come un profeta che consegna, autorevolmente, il messaggio a lui affidato. Quindi anche ai discepoli è chiesto un atteggiamento di fiducia e di accoglienza delle parole, che da lui possono raccogliere, o meglio, della parola che lui stesso è.
Nella Galilea delle genti, perciò, e non a Gerusalemme, si pone un momento di alta profezia, che svela la volontà di Dio, di manifestarsi, cioè, al suo popolo, di consegnargli una parola autorevole ed efficace. Potrebbe sembrare poca cosa, ma è proprio nell'essenzialità dei vangeli che le parole acquistano una rilevanza maggiore.
L' indicazione, che gli apostoli sono chiamati a raccogliere, è, semplicemente, una: "Ascoltatelo ! ". Viene, cosi', delineata la vocazione del discepolo: la radicale dipendenza dal Signore e lo stile di vita, che deve contrassegnare colui, che lo segue. Quindi, un ascolto attivo, che accoglie l' annuncio e lo traduce nel modo di essere e di operare tipico di Abramo.
- Gesù e il turbamento dei discepoli. Il turbamento dei discepoli, di fronte al divino, viene "sanato" da un intervento autorevole di Gesù. Il comando che egli rivolge loro, con l' autorità confermatagli dalla visione, è quello di risorgere e di alzarsi, per avere il coraggio di entrare nel rapporto con lui: sapere, più chiaramente, con chi hanno a che fare. Gesù solo è colui che resta con i discepoli, colui che prosegue il cammino con loro verso la sua Pasqua. Non possono pensare di capire e annunciare ad altri qualcosa di lui, se non dopo che il suo itinerario terreno sarà compiuto.
                                                                                 Mons. Antonino Scarcione

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