L’evento è mirato soprattutto a far vivere ai ragazzi dell’Associazione un momento di festa, partendo dalla riscoperta delle nostre tradizioni più antiche e più significative, accompagnati in questo percorso pedagogico dai volontari. Quest’anno il programma messo a punto dall'associazione Il Girasole consta di due giornate: martedì 18 alle ore 19.00 ci sarà la benedizione della Tavolata, che sarà poi visitabile per tutta la serata.
Mercoledì 19, festa di S. Giuseppe, dalle 9.30 sarà possibile fare visita alla tavolata, con l’auspicio che siano numerose le scolaresche; nel pomeriggio – ecco la novità di quest’anno – alle ore 16.30 nella cappella della Madonna del Rosario (salita Sant’Anna 4,) già cappella delle suore domenicane, sarà celebrata la Santa Messa.
A seguire saranno distribuite gratuitamente le pietanze donate per la realizzazione della Tavolata, unitamente al tradizionale pane. Dichiara il presidente dell’Associazione, Calogero Pietraviva: “La Tavolata di S. Giuseppe non è solo l’occasione per riproporre alcuni dei valori portanti della nostra società siciliana, quali la famiglia, la solidarietà, l’aiuto ai più bisognosi, il lavoro, che vengono sintetizzati nel gesto di donare a tutti un pane benedetto, quale simbolo di semplicità e umiltà, ma anche di abbondanza e di provvidenza, ma è anche l’occasione giusta per conciliare la preghiera con il momento di festa.
La celebrazione della Santa Messa solennizza la Tavolata di S. Giuseppe nella misura in cui ci consente di accostarci al banchetto eucaristico, così da saziarci con il nutrimento della vita. A ciò si aggiunga che, da quando le suore hanno lasciato la sede di Piazza Armerina, la cappella della Madonna del Rosario non viene più officiata con regolarità.
Essa rimane chiusa per lunghi periodi, tanto da essere completamente sconosciuta dai ragazzi e quasi dimenticata dagli adulti. La riapertura della cappella è un’opportunità di riscoperta del nostro patrimonio che ci è stato tramandato dai nostri padri con tanto zelo e che dobbiamo sforzarci di custodire e valorizzare con altrettanta cura”.
Totò Nicotra
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