E’ stato approvato giovedì sera
dall’Assemblea Regionale Siciliana l’intero disegno di legge con il quale viene decretata
la fine delle Province per dare spazio ai Liberi Consorzi e alle città
metropolitane di Palermo, Catania e Messina.
Resta ormai solo l’ultimo passo per la
soppressione definitiva delle province, ossia il voto finale rinviato a martedì
prossimo (11 marzo).
Il parlamento siciliano con l’approvazione
degli articoli del disegno di legge ha ridisegnato la nuova architettura delle
autonomie locali in Sicilia, i Liberi consorzi: al momento sono nove, quante le
attuali Province, ma potrebbero diventare di più nei prossimi sei mesi se i
comuni riusciranno a formare nuovi enti, partendo da una popolazione minima di
180 mila abitanti.
Quindi, nei prossimi sei mesi, i comuni
avranno la possibilità di scegliere liberamente fra l’Area metropolitana e un
Consorzio, o fra un Consorzio e quello confinante. Dunque, fra sei mesi avremo
la nuova ‘mappa’ della Sicilia, che oggi è la prima Regione italiana a superare
le Province e ad istituire le Città metropolitane”
Il dato più evidente è che scompare il
voto diretto, gli organismi rappresentativi (presidenti e assemblee) sono di
secondo livello.
Le norme appena approvate definiscono un
quadro che dovrà essere completato con una successiva legge che il governo
porterà in aula in autunno e che dovrà stabilire soprattutto compiti e funzioni
di Liberi consorzi e Città metropolitane.
Il personale degli enti, senza alcuna preoccupazione
sarà valorizzato, una parte dei funzionari sarà trasferita ai Comuni dove
potranno mantenere lo status, alcuni andranno nei Liberi consorzi e nelle Città
metropolitane, il tutto per migliorare i servizi.
In virtù della nuova legge, Piazza Armerina dice addio alla “istituzione provincia di Enna” provincia da sempre invisa e vissuta con sofferenza perché imposta dall’alto dal regime fascista nel lontano 1926; oggi con la costituzione dei Liberi consorzi, i Comuni avranno pari dignità istituzionale potendo scegliere nei prossimi sei mesi, di restare nell'attuale Consorzio che ricalca i confini delle ex provincie, di aderire a quello confinante o far parte dell’Area metropolitana nel nostro caso Catania.
L'auspicio e che la classe politica piazzese sappia scegliere con giudizio ed oculatezza questa grande occasione che potrebbe essere di riscatto nell'interesse della comunità e del Comuni del suo comprensorio.
Il tutto sempre in attesa di capire e verificare il testo definitivo della Legge.
Filippo Rausa
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