"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 22 giugno 2014

La Domenica con Gesù, SS.Corpo e Sangue di Cristo/A

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.

Testi:"Mosè parlò al popolo dicendo...Non dimenticare il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dalla terra di Egitto, dalla condizione servile...che ha fatto sgorgare per te l' acqua dalla roccia...che...ti ha nutrito di manna..." Dt 8, 2-3.14b-16a. "...Il calice...che noi beviamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo ? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il Corpo di Cristo ? ..." I Cor 10, 16-17 . "Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo..." Gv 6, 51-58 .


Vediamo che, in questo brano, Giovanni fa la sintesi dell' insegnamento di Gesù sul sacramento del suo Corpo e del suo Sangue.

- La Parola si fa Pane. Il discorso si apre con un invito: "Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell' uomo vi darà" (6,7). Qual è il cibo che rimane per la vita eterna ? Gesù stesso ha detto: "Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera" (4, 34). Dunque, intende dire: "Fate la volontà di Dio", cioè, "Imitate il Figlio". A questo punto, Gesù aggiunge: "Io sono il pane", Io sono il cibo". Infatti, dice: "Lavorate per questo cibo, che il Figlio dell' uomo vi darà", cioè, impegnatevi, per ottenere ciò che vi verrà regalato: la vita eterna, dono del Messia.

Il Figlio, poi, viene contrapposto a Mosè e al segno della manna viene sostituita la stessa persona di Gesù, "pane vero disceso dal cielo". Come bisogna mangiare, per vivere, così, per vivere in pienezza, bisogna vivere di Gesù, che è la Parola. Quando dice: "Io sono il pane", intende dire: Io sono il Rivelatore, io sono la Parola che dà vita, che nutre".

-Il Pane si fa carne. Gesù dice: "Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo" (6,51). Egli, infatti, adopera il termine "sarx (= carne), con cui intende evidenziare l' assoluta partecipazione di Dio alla concreta e terrena natura umana. Gesù presenta il pane come la "mia carne - per": con questo gesto profetico egli ha anticipato il senso della propria morte, come offerta in sacrificio per l' umanità. Gesù voleva affermare proprio la presenza del suo corpo individuale, esprimendo la realtà fisica della "sua carne", come corpo vivente e come presenza personale dell' essere vivo e cosciente; con linguaggio moderno, potremmo parlare dell' "Io" ed intendere che Gesù identifica il pane con "sè stesso".

- Il dono della vita e l' orientamento al Padre. L' identificazione di Gesù con il Pane orienta a riconoscere in lui la parola di Dio, in quanto egli è il rivelatore: era già "provocante" questa identificazione, ma il passaggio seguente diventa incomprensibile ed inaccettabile, specie, per gli ascoltatori giudei. Essi si fanno portatori dello stupore umano di fronte a Gesù. "Come può costui darci la sua carne da mangiare ? "(6,52). Gesu' non spiega "come"; ribadisce semplicemente che è l' unica strada, per avere la vita.

L' insistenza sull' aggettivo "vero" (in greco "alethès") deve essere compresa nel contesto del IV Vangelo: infatti, non mira a contrapporsi a realtà false, ma serve, per ribadire che, nella persona stessa di Gesù, sta il dono della piena e definitiva rivelazione di Dio. A questo punto, in pochi versetti, Giovanni ripete per cinque volte, con qualche variante, lo stesso concetto: 1) "Se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo...": "non avete in voi la vita" (6,53); 2) "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue": "ha la vita eterna e io lo risusciterò nell' ultimo giorno" (6, 54); "dimora in me e io in lui"(6,56); "vivrà per me" (6,57); "vivrà in eterno" (6,58). Il culmine di tutto il discorso eucaristico, quindi, può ritrovarsi nella possibilità, donata all' uomo da Gesù Cristo di condividere la vita stessa di Dio Padre: "Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, cosi' anche colui che mangia di me vivrà per me" (6,57).

Il Figlio, infatti, vive mediante il Padre ed è orientato verso il Padre; cosi', grazie al dono della vita, nel mistero eucaristico, ogni persona riceve la vita mediante lui e viene orientato a lui.

                                                                                 Mons. Antonino Scarcione

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