"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 20 luglio 2014

La Domenica con Gesù, XVI del Tempo Ordinario/A

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.

Testi: "Non c' è Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose, perché tu debba difenderti dall' accusa di giudice ingiusto..." Sap 12, 16-19 . 
"Fratelli, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili..." Rm 8, 26-27 . 
"...Il Regno dei cieli è simile ad un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano...Il Regno dei cieli è simile a un granello di senapa...il piu' piccolo di tutti i semi...cresciuto...diventa un albero...Il Regno dei cieli è simile al lievito, che una donna...mescolò in tre misure di farina..." Mt 13, 24-43.

Le tre parabole sono, abitualmente, chiamate "parabole della crescita", in quanto presentano, con immagini, fenomeni naturali di crescita; tuttavia, l' elemento, che caratterizza le parabole, è il contrasto. La struttura della pagina odierna è costituita dai seguenti elementi: grano e zizzania, granellino di senape e lievito. 
L' ultima tessera del "mosaico" è la spiegazione dell' uso delle parabole, fatto da Gesù.
Notiamo che l'intento delle parabole è, certamente, quello di una rivelazione, mentre i destinatari sono i discepoli. Infatti, Gesù, lascia la folla, si ritira con i soli discepoli e, in privato, le "spiega".
- La parabola della zizzania. In questa parabola, l' attenzione di Gesù è rivolta, principalmente, agli ostacoli e al comportamento, che i discepoli dovranno tenere in simili situazioni. Il racconto nasce in un contesto culturale, caratterizzato dall'attesa messianica e da immagini letterarie apocalittiche. Il Regno di Dio è atteso come un evento decisivo di separazione tra buoni e cattivi: così, ad esempio, i farisei attendono un Messia, che operi questa separazione, eliminando i cattivi, in modo che il popolo di Dio rimanga composto da soli buoni.

Di fronte, invece, al ministero di Gesù, mite ed umile di cuore, che "non spezza la canna incrinata e non spegne il lucignolo fumigante", si pone il problema della sua messianicità; tanto più che la permanente presenza dei cattivi rendeva dubbia la presenza del Regno di Dio. Questa parabola, in realtà, risponde a tali obiezioni e, con un linguaggio apocalittico, presenta l' imminenza della mietitura e la contestuale separazione e diversità di sorte, tra buoni e cattivi. Ma tutto questo è rappresentato come un accadimento futuro; l' attenzione, invece, è incentrata sul presente: "Lasciate che l' una (la zizzania) e l' altro (il buon grano) crescano insieme fino alla mietitura".
La pazienza è la nota che emerge dai contrasti tra il padrone e il nemico, il buon seme e la zizzania, la mentalità dei servitori e quella del padrone. La parabola di Gesù trovò nell'ambiente ecclesiale il terreno adatto per una interpretazione di attualità. Tale processo traspare, fondendo insieme un piccolo "vademecum" di sette immagini: il buon seme è seminato dal Signore; il campo è il mondo; il seme buono sono i figli del Regno; la zizzania sono i figli del maligno; il nemico che semina la zizzania è il diavolo; la mietitura è la fine del mondo; i mietitori sono gli angeli (vv.37-39). E l' "annotazione apocalittica" sulla sorte finale dei giusti e degli operatori d' iniquità: gli angeli raccoglieranno tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente...i giusti splenderanno come il sole nel Regno del Padre loro (vv.41-43).

Anche la Chiesa, dunque, sente come uno scandalo la presenza al suo interno di buoni e di cattivi e corre il rischio di un "integralismo fanatico" o di un "qualunquismo disimpegnato": proprio a questa situazione risponde, eloquentemente, la parabola e Gesù rivela ai suoi "il mistero della pazienza", lasciando a Dio il compito del giudizio.
- Le parabole della senapa e quella del lievito, invece, aggiungono una nota particolare, che, cioè, vi è un enorme contrasto tra il punto di partenza e quello d' arrivo, tra la piccolezza del seme e la grandezza dell' albero, tra la pochezza del lievito e la massa della pasta lievitata. Il mistero della crescita del Regno è segnato da questo contrasto, ovvero dall' imprevedibilità dei suoi sviluppi.

                                                                                                Mons. Nino Scarcione

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