giovedì 2 novembre 2017
LA MORTE QUESTA SCONOSCIUTA
La cultura odierna tende ad “isolare” il defunto e ad isolarsi da esso. Una breve intervista al canonico della cattedrale di Otranto, Don Michele Cursano.
-Come ci si pone dinanzi alla morte ?
Oggi la morte è diventata “innominabile, come se né io, né tu, né i nostri cari fossimo più mortali”. L’anziano e il moribondo ormai sono presi in carico dall’ospedale e dalle case per anziani, “sottratti” ai propri parenti, prima ancora di essere morti.
-La morte, dunque, non è più un fatto sociale ?
No. Interessa, al massimo, ai familiari. Si lasciano morire gli anziani in ospedale e/o nelle case per anziani: funerale nella cappella dell’ ospedale e via subito al cimitero. La morte è spogliata da ogni significato umano e ridotta a puro evento biologico, a cui le persone partecipano passivamente.
-Quali proposte per un cammino cristiano per i parenti del defunto ?
Le rappresento una piccola esperienza: nelle nostre chiese, il parroco e un piccolo gruppo di fedeli, con discrezione, si recano in casa del defunto e chiedono ai parenti, se possono pregare con la Parola di Dio e i Salmi.
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