sabato 26 gennaio 2019
La Domenica con Gesù, III del Tempo Ordinario / C
……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale
“Una comunità che ascolta. Lessero e compresero.” Ne 8,2-4a ;
“Siete corpo di Cristo e sue membra” I Cor 12,12-30 ; “Oggi questa scrittura si adempiuta” Lc 1,1-4;4,14-21.
Affidabilità dei Vangeli per consolidare la fede. Come ottimamente afferma Ermes Ronchi, il testo del vangelo odierno è bellissimo.
Racconta non “come” sia nato Gesù, ma “perché” sia nato. Esso ridà forza, per lottare e apre le vie della speranza. Poveri, ciechi, oppressi, prigionieri: questi sono i nomi degli uomini.
Adamo è diventato così, per questo Dio diventa Adamo. E lo scopo che persegue non è quello di essere finalmente adorato e obbedito da questi figli, distratti, meschini e splendidi, che noi siamo.
Dio non pone come fine della storia “sé stesso o i propri diritti”, bensì uomini e donne dal cuore libero e forte, affinché la storia non produca più poveri e prigionieri.
Gesù non si interroga, se quel determinato prigioniero sia buono o cattivo, se il cieco sia onesto o peccatore, se il lebbroso meriti o no la guarigione.
Impensabili nel suo Regno frasi come queste: “E’ colpevole, deve marcire in galera”.
Il programma di Nazareth, infatti, ci mette di fronte ad uno dei paradossi del Vangelo. Fin dal suo primo annuncio, Gesù afferma: non è l’uomo che esiste per Dio, ma è Dio che esiste per l’uomo.
C’è una commozione da brividi nel poter pensare: Dio esiste per me, io sono lo scopo della sua esistenza.
Il nostro è un Dio che ama per primo. La buona notizia è questa: il nostro Dio è un Dio sempre a favore dell’ uomo e mai contro l’ uomo, che lo pone al centro, che dimentica sé stesso per me.
Mons. Antonino Scarcione
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