Catacombe di Priscilla, inizio del III secolo. Dipinto raffigurante Maria con il Bambino sulle ginocchia e un profeta accanto. |
domenica 24 febbraio 2019
A proposito di...la devozione a Maria
Martin Lutero pensava che la devozione a Maria fosse un invenzione tardiva, medievale e debbo dire che anche molti cattolici, tra cui diversi studiosi e teologi, non la pensano tanto diversamente. Peccato che i fatti ci dicano l'esatto contrario.
La più antica e famosa preghiera rivolta a Maria, è stata trovata in un papiro egizio che risale circa al III secolo dopo Cristo.
È un invocazione molto semplice, ma che contiene già l'affermazione della maternità divina di Maria, dogma poi sancito nel 431, dal Concilio di Efeso, e un allusione all'Immacolata Concezione, dogma del 1854: due verità di fede professate dai cristiani da sempre. Il fatto interessante è che la preghiera attribuisce alla Vergine una certa efficacia di protezione che apparterrebbe solo a Dio, una sorta di potere che Dio le concede perché è la Madre di Dio. Ed è la Chiesa dei Martiri che chiede a Maria questa protezione: essa esprime l'atteggiamento di un intero popolo che soffre della persecuzione di Valeriano e di Decio in cui moltissimi cristiani egiziani furono messi a morte.
Il testo originale greco può essere tradotto come: "Noi ci rifugiamo all'ombra della tua misericordia" o "al riparo del tuo cuore".
L'ombra richiama il tema biblico "Delle ali di Dio e del suo cuore misericordioso" che sono rifugio per il povero perseguitato.
Anche il cuore di Maria è grande e misericordioso perché è immacolato, come, alla fine di questa preghiera, si afferma apertamente: Lei, è l'unica "hagné", cioè senza macchia.
"Sola casta" cioè non mescolata con altro. Con il peccato.
Dalla patria di origine, l'Egitto, la preghiera si è diffusa nel mondo cristiano attraverso i riti bizantino, romano, copto, ambrosiano.
Con piccole differenze di traduzione ed ampliamenti di testo.
Credo che più di uno di voi l'abbia sentita almeno una volta.
La preghiera recita così:
"Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio santa Madre di Dio.
Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova,
ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta".
Nel testo originale abbiamo:
Ὑπὸ τὴν σὴν εὐσπλαγχνίαν
καταφεύγομεν, Θεοτόκε.
Τὰς ἡμῶν ἱκεσίας
μὴ παρίδῃς ἐν περιστάσει,
ἀλλ᾽ ἐκ κινδύνων λύτρωσαι ἡμᾶς,
μόνη Ἁγνή, μόνη εὐλογημένη.
Nel finale come detto abbiamo in una traduzione più precisa, o Vergine casta Ἁγνή ("Hagné") da questa radice deriva il nome Agnese, e benedetta "εὐλογημένη".
Se analizziamo la traduzione letterale latina abbiamo:
Sub misericordiam tuam
confugimus, Dei Genetrix.
Nostras deprecationes
ne despicias in necessitate,
sed a periculis libera nos,
una sancta, una benedicta.
Poi successivamente adattata nella versione romana:
Sub tuum praesidium confugimus,
Sancta Dei Genetrix.
Nostras deprecationes ne despicias
in necessitatibus,
sed a periculis cunctis
libera nos semper,
Virgo gloriosa et benedicta.
Si nota come la versione ambrosiana sia rimasta più fedele all'originale:
Sub tuam misericordiam confugimus
Dei Genitrix
(ut) nostram deprecationem
ne inducas in tentationem
sed de periculo
libera nos
sola casta
et benedicta
Questa testimonianza non è la sola che attesta come il culto particolare a Maria Vergine (iperdulia) fosse presente già nelle prime comunità cristiane. Abbiamo l'epitaffio nelle catacombe di Priscilla a Roma databile alla fine del 200 d.C. oppure gli stessi graffiti che sono stati rinvenuti nel Santuario dell'Annunciazione a Nazareth.
La stessa archeologia quindi conferma il particolarissimo ruolo che Maria madre di Gesù ha sempre avuto nella Chiesa cattolica con buona pace di chi ancora oggi vuole affermare il contrario.
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