"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 17 febbraio 2019

La Domenica con Gesù, VI del Tempo Ordinario / C

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Maledetto l’ uomo che confida nell’ uomo… Benedetto l’ uomo che confida nel Signore…” Ger 17,5-8 . 
“…Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti…” I Cor 15,12.16-20 . 
“…Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio…Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra ricompensa…” Lc 6,17.20-26.



Come afferma, opportunamente, E. Ronchi, nella sua riflessione sul vangelo delle beatitudini di Luca, l’ uomo è un mendicante di felicità. Gesù lo sa bene e per ben quattro volte dice: beati voi, che significa: mettetevi in piedi, voi che piangete, andate avanti, in cammino, non demoralizzatevi, siete la carovana di Dio. Nella Bibbia Dio conosce solo persone in cammino, verso una “terra nuova e cieli nuovi”. Verso un altro modo di essere liberi. “Beati voi, poveri ! “. “Beati voi, che avete fame”. “Beati voi, che ora piangete”. E non si tratta di lacrime di gioia, bensì di gocce di dolore. Beati, perché ? Forse, perché povero è bello, perché è buona cosa soffrire ? No, certamente. Ma per un altro motivo. La bella notizia è questa: Dio ha un debole per i deboli, li raccoglie dai margini dell’ esistenza, si prende cura di loro, fa avanzare la storia, attraverso semi di giustizia, di condivisione, di pace e di lacrime asciugate.

Vediamo bene che il progetto di Dio è più profondo e più delicato. Beati voi, poveri, perché vostro è il Regno, perché avete più spazio per Dio, perché avete il cuore libero, affamato di un oltre, perché c’ è più futuro in voi. Proprio così: i poveri sono il grembo, dove è in gestazione il Regno di Dio, il laboratorio, dove si plasma un mondo nuovo e nuovi rapporti umani. Beati i poveri, che di nulla sono proprietari, se non del cuore, che non hanno nulla da donare, se non sé stessi, che sono mano protesa, che chiede e mano tesa, che dà, che tutto ricevono e tutto danno.

Ci sorprende, invece, il “guai”, presente nella seconda parte del testo. Ma Dio non maledice. Dio è incapace di augurare il male. Chiaramente, si tratta di una considerazione: se ti riempi di cose, se sazi tutti gli appetiti, se cerchi applausi o consenso, non sarai mai felice. I guai sono un lamento, il compianto di Gesù su coloro che confondono superfluo con essenziale, sono pieni di sé, si aggrappano alle cose e non trovano spazio per l’ eterno e per l’ infinito. Le beatitudini sono, certamente, “la bella notizia”, che Dio regala vita a chi produce amore.

                                                                                  Mons. Antonino Scarcione

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