"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 15 febbraio 2020

La Domenica con Gesù, VI DEL T.O. / A

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Davanti agli uomini stanno la vita e la morte, il bene e il male: a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà…” Sir 15,16-21 . 
“…Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore umano, Dio le ha preparate per coloro che lo amano…” I Cor 2,6-10 . 
“…Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli…” Mt 5,17-37.

I versetti del discorso della montagna, proposti oggi, sono ricchissimi di spunti. Sappiamo che “La Legge” del Signore, nell’ A.T., era composta da ben 631 Precetti. Il Maestro li raggruppa in “tematiche” ed afferma di non essere venuto “ad abolire”, ma a portare a “compimento”, a dare un ulteriore significato, per poter iniziare da lì e camminare, per arrivare a ciò che ancora ci manca”. E’ questo il significato dei “detti” di Gesù, compendio teologico, pedagogico e didattico, con il quale procedere.

Notiamo che il brano di questa settimana si inserisce nel contesto delle beatitudini, ossia della condizione per la “felicità”, a cui sono chiamati tutti gli uomini. Poi, il discorso si sposta sul versetto 17. Cioè, Gesù non è venuto, per abolire “La Legge”, ma per portarla a compimento. Quindi, ci si sposta da un piano di mera precettistica ad un’ autentica adesione del cuore. Gesù chiarisce il suo ruolo: Egli è colui che permette la piena relazione tra uomo e Dio.

A questo punto, si inserisce il concetto di “giustizia”. Il termine “giustizia”, in Matteo, indica la fedeltà e la coerenza alla volontà di Dio. Proprio su questo si basa la differenza tra l’ interpretazione della “giustizia” da parte degli scribi e dei farisei, che “dicono e non fanno”. E compiono delle opere, solo per essere visti e ammirati dagli uomini.

Vediamo che Gesù non “aggiunge qualcosa di nuovo” alla “Legge” antica, ma sposta la prospettiva dell’ osservanza dei precetti nel cuore dell’ uomo: la vera giustizia (=adesione obbediente alla volontà di Dio) si realizza nella relazione autentica con i fratelli: ognuno di noi è chiamato, cioè, a vivere la relazione con i fratelli attraverso una ricerca di giustizia più profonda.

E’, ad esempio, fondamentale che la riconciliazione con gli altri preceda anche l’ offerta per culto. Nel percorso, che, attraverso la meditazione, conduce alla riconciliazione con i fratelli, la prima cosa da fare è quella di “sanare” il conflitto e ristabilire la relazione.

In tale senso, la riconciliazione diventa essenziale per la celebrazione di un culto autentico. Analogamente, anche nei versetti relativi all’ adulterio, il piano viene spostato al livello più profondo delle intenzioni. La stessa radicalità e autenticità vengono richieste, inoltre, nel parlare, perché il nostro cuore non sia diviso ed ambiguo tra ciò che diciamo e ciò che mettiamo in pratica, scadendo nell’ apparenza e nell’ ipocrisia.

                                           Mons. Antonino Scarcione





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