"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 2 febbraio 2020

La Domenica con Gesù, PRESENTAZIONE DEL SIGNORE

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Ecco, io manderò il mio messaggero…e l’ angelo dell’ alleanza…Siederà per fondere e purificare l’ argento…Purificherà i figli di Levi…” Ml 3,1-4 . 
“…Egli…doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso…allo scopo di espiare i peccati del popolo…” Eb 2,14-18 . 
“Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore…” Lc 2,22-40.

Presentazione di Gesù al Signore. Una giovane coppia, col bambino, arriva al tempio, portando una modesta offerta, due tortore. Ed, inoltre, il dono più prezioso del mondo: un bambino. Sulla soglia, due anziani, Simeone ed Anna, che attendevano. 
Ad accogliere il bambino, quindi, non sono i sacerdoti, ma due laici, innamorati di Dio. 
Lei, Anna, è la terza profetessa del N.T., dopo Elisabetta e Maria. Perchè Gesù non appartiene alle istituzioni, non è dei sacerdoti, ma dell’ umanità. 
“E’ nostro, di tutti gli uomini e di tutte le donne. Appartiene ai sognatori, come Simeone; a quelli che sanno vedere oltre, a quelli capaci d’ incantarsi davanti ad un neonato, perché sentono Dio come futuro e come vita” (M. Marcolini). Simeone, come afferma E. Ronchi, pronuncia parole immense su Maria. Tre parole, che attraversano i secoli: il bambino è qui come caduta e risurrezione, come segno di contraddizione. “Caduta” è la prima parola. 
Come canta nelle sue composizioni D.M. Turoldo, “Cristo, mia dolce rovina”. Gesù, che rovini non l’ uomo, ma le sue ombre, la vita insufficiente, il mio mondo di maschere e di bugie. “Segno di contraddizione”, è la seconda. Lui che “contraddice” le nostre vie con le sue, i nostri pensieri con i suoi, la falsa immagine che nutriamo di Dio con il volto inedito di un padre dalle grandi braccia. “Egli è qui per la risurrezione”, è la terza parola. 
Per lui nessuno è perduto, nessuno è finito per sempre, perché è sempre possibile ricominciare. La sua è un a mano, che ti prende per mano, che ripeterà a te ciò che ha detto alla figlia di Giairo: “talita kum” (=bambina alzati ! ). Giovane vita, alzati, levati, sorgi, risplendi, riprendi la strada e continua a lottare.
Il bambino Gesù è portato al tempio, perché egli non è semplicemente il figlio di Giuseppe e di Maria. Come ottimamente dice lo scrittore, Kalil Gibran, “i figli non sono nostri”, perché appartengono a Dio, al mondo, al futuro e ai loro sogni. A noi spetta, come a Simeone ed Anna, lo stupore. 
 
                                                Mons. Antonino Scarcione 

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