"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 21 febbraio 2021

LA DOMENICA CON GESU', I^ DI QUARESIMA / B

    ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“ Dio disse a Noè e ai suoi figli con lui…io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti…Non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio…” Gen 9,8-15 . 
“…Cristo è morto una volta per sempre per i peccati…per ricondurvi a Dio…quando Dio…pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l’ arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell’ acqua…” 1 Pt 3,18-22 . 
“…Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana…Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo…e diceva: il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel vangelo”. Mc 1,12-15

La pagina del vangelo secondo Marco appare particolarmente sintetica. Egli esordisce, dicendo: “Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e vi rimase quaranta giorni, tentato da Satana”. Vediamo che la tentazione, come ottimamente rileva E. Ronchi, chiede ad ogni uomo, in cerca di senso, di scegliere la bussola, la stella polare per il proprio cuore. Se non scegliamo, non viviamo. Al punto che l’ apostolo Giacomo, in tale prospettiva, afferma: “considerate perfetta letizia subire ogni sorta di prove e di tentazioni “. Come a dirci: essere tentati, forse, è, addirittura, bello. Certamente, è, assolutamente, vitale, per la verità e la libertà della persona.


L’ arcobaleno sull’ arca di Noè, tra cielo e terra, dopo quaranta giorni nel diluvio, prende nuove radici, nel deserto, nei quaranta giorni di Gesù: “Stava con le fiere e gli angeli lo servivano”. A questo punto, emerge la nostalgia dell’ Eden. Vediamo subito che Gesù ricostruisce l’ armonia perduta. Ma quelle bestie, che Gesù incontra, sono il simbolo delle nostre parti oscure, le ombre che ci abitano, ciò che non ci permette di essere completamente liberi o felici, che ci spaventa: le nostre bestie selvatiche, che ci hanno graffiato o sbranato. Impariamo col Signore a guardarle in faccia e a nominarle.

Non le dobbiamo, né ignorare né temere, ma dare loro un nome e dare una direzione: sono la nostra parte di caos, ma chi ce le fa incontrare è lo Spirito Santo. Anche a noi, come ad Israele, Dio parla nella prova, nel deserto. E lo fa attraverso la nostra debolezza, che si trasforma nel nostro punto di forza. Forse, non guariremo totalmente dei nostri problemi, ma la maturità consiste nell’ avviare un percorso: Noi maturiamo, non quando risolviamo tutti i problemi, ma quando abbiamo pazienza e armonia con tutti.

Proprio allora, ci accorgiamo che Dio parla a noi nella fragilità e che lo Spirito è colui che ci permette di “re-innamorarci” della realtà, a partire dai nostri deserti interiori.

“Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea…E diceva: il Regno di Dio è vicino”. Proprio così: Dio è “una bella notizia” . Non tutta la Bibbia è vangelo, non tutta è bella, gioiosa notizia, talvolta è precetto e ingiunzione. Ma la caratteristica del Maestro di Nazaret è quella di annunciare “una parola che conforta”. Dio, cioè, si è fatto vicino all’ uomo ed è un alleato amabile, è un abbraccio, un arcobaleno, un bacio su ogni creatura.

                                                                      Mons. Antonino Scarcione

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