"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 11 luglio 2021

LA DOMENICA CON GESU', XV DEL TEMPO ORDINARIO

    ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Amos rispose ad Amasia…: Non ero profeta né figlio di profeta; ero un mandriano e coltivavo piante di sicomoro. Il Signore…mi chiamò…Mi disse: Va’, profetizza al mio popolo Israele”. Amos 7,12-15 .
 “Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo…In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi ed immacolati…In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione…” Ef 1,3-14 . 
“…Gesù chiamò a sé i dodici e prese a mandarli a due a due…Ordinò loro di non prendere nient’ altro che un bastone: Né pane, né sacca, né denaro…Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andandovene…Scuotete la polvere sotto i vostri piedi…” Mc 6,7-13.

IL RIFIUTO DEL MESSAGGIO EVANGELICO DEV’ ESSERE MESSO IN CONTO FIN DALL’ INIZIO. MA NON DEVE SCORAGGIARE IL DISCEPOLO. L’ evangelista Marco rappresenta, efficacemente, al lettore l’invio dei Dodici in missione. La deludente visita a Nazaret non distoglie, comunque, Gesù dal progetto missionario della Chiesa. Ciò che ha compiuto lui, da solo, adesso, lo affida anche ai suoi collaboratori.

I Dodici hanno condiviso il suo insegnamento e i suoi gesti prodigiosi. E’ giunto, adesso, il momento di mettere in atto il secondo scopo del progetto apostolico: l’invio dei discepoli in missione. Ed essi vengono mandati. E’ molto significativo che essi, solo dopo, vengono indicati col nome di Apostoli (= Inviati ). Quando chiama, Gesù lo fa, sempre, in vista di una missione. La missione fa parte della vocazione apostolica. Appare opportuno ricordare che Dio sceglie sempre chi vuole, indipendentemente, dalle sue qualità umane e spirituali, dalla sua condizione sociale, dalla sua preparazione culturale.

La scelta del profeta Amos ne è un esempio lampante: un pastore e raccoglitore di sicomori, che il Signore chiama e manda a profetizzare presso il suo popolo.

Marco è l’ unico evangelista a riferire che i Dodici vengono inviati a due a due. La prassi si fonda sul fatto che una testimonianza ha valore solo se convalidata da almeno due testimoni. Gli apostoli non annunciano un sistema dottrinale, ma la buona notizia del Regno. Cioè, la vicinanza e la prossimità di Dio ad ogni uomo. Certamente, due persone formano già una piccola comunità, dove è possibile vivere la relazione, la condivisione, il mutuo affetto e l’amore reciproco. Il fatto di andare insieme, a due a due, è già una buona notizia per l’ uomo di oggi, afflitto dalla solitudine e dall’ isolamento.

Nelle istruzioni che Gesù dà ai suoi non viene precisato né dove debbano andare, né cosa debbano dire. C’ è solo l’ invito ad andare in coppia. Con un potere affidato per delega e con un bastone. Devono andare nudi e leggeri, consapevoli di non avere nulla da offrire , se non la parola del Signore e il suo potere.

Perché il vangelo si annunzia con uno stile connaturale al vangelo stesso, che insegna ad affidarsi a Dio. Perché lui si prende cura dei suoi figli, più che degli uccelli del cielo e dei gigli dei campi. In questo la Chiesa di ogni tempo è chiamata a confrontarsi ed a verificarsi. Il discorso si conclude con una nota domestica, abbastanza drammatica. Il rimanere in casa offre uno squarcio sulla dimensione intima, familiare e quotidiana dell’ esistenza. Il vangelo ha bisogno di incarnarsi tra le mura dove nasce e cresce l’ amore, dove si impara a vivere le relazioni. Ma anche l’ ambiente, dove incominciano a sorgere le prime sofferenze, le incomprensioni e avvengono le prime rotture.

Così, Dio vuole “abitare” e prendere dimora in ogni nostra casa. Purtroppo, questa stessa casa può diventare luogo di rifiuto e di mancata accoglienza. Sembra quasi che il vangelo abbia difficoltà a trovare un terreno buono, in cui mettere radici.

Il rifiuto della Parola di Dio è messo pure in conto, fin dall’ inizio della missione. Ma tutto questo non deve mai scoraggiare il discepolo: egli è chiamato soltanto a portare a termine il compito che gli è stato affidato, lasciando a Dio di far raggiungere alla Parola il risultato. Perché la Parola di Dio possiede una forza tale, da portare comunque frutti abbondanti.

                                       Mons Antonio Scarcione

Nessun commento: