"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 7 agosto 2022

LA DOMENICA CON GESU', XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / C

  ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“La notte(della liberazione) fu preannunciata ai nostri padri, perché avessero coraggio, sapendo bene a quali giuramenti avevano prestato fedeltà…” Sap 18,6-9 . 
“…Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo…senza sapere dove andava…Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre…Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui…offrì il suo unigenito figlio…” Eb 12,32-48 . 
“…Gesù disse ai suoi discepoli: Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi…un tesoro sicuro nei cieli, dove ladri non arrivano e tarlo non corrompe…” Lc 12,32-48.

“IL TEMA CHE CARATTERIZZA LA CELEBRAZIONE ODIERNA E’ QUELLO DELLA FEDE. LA FEDE E’ FONDAMENTO DI CIO’ CHE SI SPERA E PROVA DI CIO’ CHE NON SI VEDE. CIOE’, LA FEDE CONFERISCE SOLIDITA’ ALLA PROMESSA E ALL’ ATTESA. COME OTTIMAMENTE RECITA L’ OREMUS DELLA MESSA: ARDA NEI NOSTRI CUORI, O PADRE, LA STESSA FEDE CHE SPINSE ABRAMO A VIVERE SULLA TERRA COME PELLEGRINO, E NON SI SPENGA LA NOSTRA LAMPADA”.

Come afferma E. Ronchi, il commentatore da noi preferito, “lo sfondo su cui spiccano le tre parabole ( 1. I servi che attendono il loro padrone, 2. L’ amministratore a capo del personale, 3. Il padrone di casa che monta la guardia ) è la notte”, segno della fatica del vivere, della cronaca amara del susseguirsi dei giorni, “delle paure che escono dal buio dell’ anima” in ansia di luce. E’ proprio nella notte, nel suo lungo silenzio, che spesso capiamo che cosa sia essenziale nella vita.

Nella notte diventiamo credenti, cercatori di senso. L’ altro filo conduttore delle tre parabole è certamente il termine “servo”: l’ autodefinizione più sconcertante che Gesù abbia dato di sé. I servi di casa, ma più ancora un signore che si fa servitore dei suoi dipendenti, mostrano che la chiave, per entrare nel regno è il servizio. L’ idea-forza del mondo nuovo è nel coraggio di prendersi cura.

Nella notte i servitori attendono. Restare svegli fino all’ alba, con le vesti da lavoro, le lampade sempre accese, come alla soglia del nuovo esodo, è un di più, che ha il potere di incantare il padrone. Sembra di ascoltare la sua voce, mentre, felice, esclama: questi miei figli sono capaci di stupirmi ancora. Con un di più, una veglia fino all’ alba, un vaso di profumo, un perdono di tutto cuore, gli ultimi spiccioli gettati nel tesoro. Se alla fine della notte lo troverà sveglio.

Segue lo stravolgimento, che solo le parabole, punta di diamante del linguaggio di Gesù, sanno trasmettere: li farà mettere a tavola, si cingerà le vesti e passerà a servirli.

Il punto commovente, l’ elemento sublime del racconto, l’ impensabile, è qui: il padrone si fa servitore. Adesso, i servi sono signori e il signore è servo. Un’ immagine inedita di Dio, che solo lui ha osato formulare. Il Maestro dell’ ultima cena, “il Dio capovolto”, inginocchiato davanti agli apostoli, con i loro piedi tra le sue mani. Egli ci ha affidato le chiavi di casa ed è partito, con totale fiducia in noi. La fiducia del Signore ci seduce: io credo in lui, perché lui crede in me. (Ermes Ronchi).

                                          Mons. Antonio Scarcione

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