"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 15 ottobre 2022

LA DOMENICA CON GESU', XXIX DEL TEMPO ORDINARIO / C

    ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalèk…” Es 17,8-18 . 
“Figlio mio, tu rimani saldo in quello che hai imparato e che credi fermamente…conosci le sacre scritture…queste possono istruirti per la salvezza che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù…” 2 Tm 3,14-4.2 . 
“…In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno…. Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia…Ma il Figlio dell’ uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra ? “ Lc 18,1-8.

“LA PREGHIERA E’ IL RESPIRO DELLA FEDE E DELLA VITA DEL DISCEPOLO: UNO STILE CHE IL BATTEZZATO E’ INVITATO AD ADOTTARE. CON LA PARABOLA DEL GIUIDICE INIQUO E DELLA VEDOVA INSISTENTE, GESU’ ESORTA I SUOI DISCEPOLI AD ATTENDERE IL SUO RITORNO GLORIOSO. LA LORO SUPPLICA SARA’ ESAUDITA. CIO’ CHE UMANAMENTE APPARE IMPOSSIBILE, E’ RESO POSSIBILE DALL’ INTERCESDSDIONE DI UOMINI ORANTI, COME MOSE’.

Nella celebrazione odierna, a proposito della necessità di pregare sempre, spicca la famosa parabola del giudice iniquo e della povera vedova. Il commento vergato da Ermes Ronchi, che seguiamo, si caratterizza per la sua chiarezza ed incisività. Essa e’ un invito a pregare sempre, senza stancarsi mai. Noi, invece, molte volte, ci siamo stancati. Le nostre preghiere “si alzano in volo”, come colombe dell’ arca di Noè dopo il diluvio e nessuna “tornava indietro a portare una risposta”. Ci chiediamo, ma Dio esaudisce le nostre preghiere, sì o no ? Il pensatore tedesco, D. Bonhoeffer, risponde: “Dio esaudisce sempre, ma non le nostre richieste, bensì, le sue promesse”.

Pregare non equivale a dire preghiere. Il teologo afferma di sentirsi inadeguato di fronte alle preghiere prolungate. E anche un poco colpevole. Per la stanchezza e le distrazioni che aumentano in proporzione alla durata. A tal proposito, un padre della Chiesa, Evagrio Pontico, diceva: “Non compiacerti nel numero dei salmi che hai recitato:…Vale di più una sola parola nell’ intimità, che mille, stando lontano”.

Pregare è come voler bene. C’ è sempre tempo per voler bene; se ami qualcuno lo ami sempre, qualsiasi cosa tu stia facendo. “Il desiderio prega sempre, anche se la lingua tace. Se tu desideri sempre , tu preghi sempre” (S. Agostino ). Quando uno ha Dio dentro, non occorre che stia sempre a pensarci. La donna incinta, anche se il pensiero non va al bimbo che vive in lei, lo ama sempre, e diventa sempre più madre, ad ogni battito del cuore.

Dio non conta la quantità, ma la verità: mille anni sono come un giorno, gli spiccioli della vedova valgono di più delle offerte dei ricchi.

Gesù ha una predilezione particolare per le donne sole: i senza difesa, le vedove, gli orfani, i forestieri, sono i difesi di Dio. E, oggi, siamo alla scuola di preghiera di una vedova, che ha subito ingiustizia, ma non cede al sopruso. E, così, essa traduce bene le parole del Signore: “pregare senza stancarsi mai”.

Certo che ci si stanca: il silenzio di Dio stanca. Ma noi non cediamo, non lasciamoci cadere le braccia. Il nostro compito non è quello d’ interrogarci “sul ritardo del sole”, ma di “forzare l’ aurora”, come fa lei, la piccola vedova.

Una donna che ci rivela che la preghiera è un “no” gridato alla solita frase, “così vanno le cose”, è come il primo vagito di una storia nuova che nasce. Perché respirare? Per vivere ! Come, ottimamente, dice R. Guardini: “ Io prego perchè vivo e vivo perché prego”.

Pregare è aprire un canale in cui scorre l’ ossigeno dell’ infinito, riattaccare la terra al cielo, la bocca alla fontana. Come, per due che si amano, il loro bacio.

Mons. Antonio Scarcione

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