“NOI SIAMO SALE…E LUCE…,DANDO VALORE E AMANDO…CIO’ CHE E’ CARO A…DIO”.
“Voi siete il sale, voi siete la luce”, che penetra nelle cose, che si oppone al loro degrado e le fa durare. Siete la bellezza, che si posa sulle cose, le accarezza, come fa la luce. Non fa violenza, ne rivela, invece, forme, colori, armonie e legami. Allo stesso modo, il discepolo-luce è uno che ogni giorno accarezza la vita e rivela il bello delle persone.
“Voi siete il sale”, col compito di preservare ciò che vale e merita di durare, di opporvi a ciò checorrompe, di far gustare il sapore buono della vita. “Voi siete la luce del mondo”. Un’ affermazione che, certo, ci sorprende. Che Dio sia luce, lo crediamo. Ma credere che anche l’ uomo sia luce, che lo sia anch’ io e lo sia anche tu, (con i nostri limiti e i difetti), è una cosa davvero sorprendente. E lo siamo già adesso, “se respiriamo il vangelo”. E ciò, non atteggiandoci a maestri, bensì, con i gesti. Le opere dei miti, di chi ha un cuore bambino. Degli affamati di giustizia, dei cercatori di pace. I gesti delle beatitudini, che si oppongono a ciò che corrompe il cammino del mondo: la violenza e il denaro.
Quando due si amano, diventano luce nel buio, lampada ai passi di molti, piacere di vivere di credere. Certamente, in ogni casa dove ci si vuol bene, viene sparso il sale che dà sapore alla vita.
Sembra impossibile che Gesù riponga tanta stima e fiducia in noi, sue creature ! In me, che non sono né luce né sale. Ciò nonostante, il vangelo mi incoraggia a prenderne coscienza. Non fermiamoci alla superficie di noi stessi, dell’ “argilla”, di cui siamo fatti. Cerchiamo in profondità, nell’ angolo segreto del cuore e troveremo una piccola luce accesa e un po’ di sale, quasi “frammenti” di Dio in noi.
L’umiltà della luce e del sale: la luce non illumina sè stessa. Così, ogni discepolo deve apprendere la loro prima lezione: “a partire da me, ma non per me”. La povertà del sale e della luce è quella di perdersi dentro le cose e risorgere con loro.
Come suggerisce Isaia: “Illumina altri e ti illuminerai, guarisci altri e guarirai la tua ferita” (Is 58,8). Non restare fermo sulle tue storie e sulle tue sconfitte. Chi guarda solo a sé steso non si illumina mai. Occupati della terra e della città, e la tua lue sorgerà come il sole.
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