"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 4 giugno 2023

La Domenica con Gesù, SANTISSIMA TRINITA' / A

 …… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Allora il Signore scese nella nube, si fermò presso di lui e proclamò…: Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ ira e ricco di amore e di fedeltà. Mosè si curvò fino a terra…Disse…E’ un popolo di dura cervice, ma tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato…” Es 34,4b-6.8-9. 
“Fratelli, siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace…” 2 Cor 13,11-13. 
“…Dio ha tato amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna…” Gv 3,16-18.

“SS.MA TRINITA’: L’ AMORE DI DIO, IL DONO DEL FIGLIO. LA SOLENNITA’ ODIERNA SI CARATTERIZZA, BIBLICAMENTE, NELLA LODE E NELLA PROCLAMAZIONE DEL NOME DI DIO, CHE SI RIVELA COME MISERICORDA, AMORE E FEDELTA’ “.

La Trinità: Padre, Figlio, Spirito Santo. E’ l’annuncio che Dio non è, in sé stesso, solitudine. Bensì, comunione, legame, abbraccio. Che ci raggiunge. Così, comprendiamo bene perché la solitudine ci pesa e ci fa paura: essa è contro la nostra natura. E quando siamo con chi ci ama, stiamo così bene e quindi realizziamo la nostra vocazione.

La Trinità è lo specchio del senso ultimo dell’ esistenza e del senso dell’ universo: tutto è diretto verso un Padre fonte di vita, verso un Figlio che ci innamora, verso uno Spirito, che accende di comunione le nostre solitudini.

Anche l’ autopresentazione di Dio sul monte Sinai, davanti al suo grande amico, Mosè, ha nomi densi di significato: misericordioso, pietoso, lento all’ ira, ricco di grazia e di fedeltà.

Sappiamo che Mosè è salito con difficoltà sul monte, tenendo due tavole di pietra in mano. E Dio stupisce lui e i lettori di tutti i tempi, scrivendo su quella pietra parole di tenerezza. E Mosè comprende e, così, invoca: “Che il Signore cammini in mezzo a noi, venga in mezzo alla sua gente…Scenda e si perda in mezzo al calpestio del popolo”.

Tutta la Scrittura ci assicura che nella polvere dei nostri sentieri, lo Spirito accende i suoi roveti e i suoi profeti. Il Padre rallenta il suo passo sul ritmo del nostro. Il Figlio è salvezza, che cammina accanto a noi: “venuto non per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato” Gv 3,17.

Egli non condanna, né giudica: “Io non giudico” (Gv 8,15). Parola molto importante, da ripetere alla nostra fede, talvolta, vacillante. Davvero, il Signore potrebbe “pesare i monti con la bilancia e il mare col cavo della mano” (Is 40,12), ma Egli non pesa nè misura l’ uomo: Egli lo ama e lo salva.

A tal proposito, mi piace citare il Comm. Franc. Cistercense:
“ Di’ loro ciò che il vento dice alle rocce,
ciò che il mare dice alle montagne.
Di’ loro che una bontà immensa penetra l’ universo,
di’ loro che Dio non è quello che credono,
che è un vino di festa, un banchetto di condivisione
in cui ciascuno dà e riceve.
Di’ loro che Dio è Colui che suona il flauto
nella luce piena del giorno,
si avvicina e scompare, e ci chiama alle sorgenti.
Di’ loro l’ innocenza del suo volto,
i suoi lineamenti, il suo sorriso.
Di’ loro che Egli è il tuo spazio e la tua notte,
la tua ferita e la tua gioia.
Ma di’ loro, anche, che Egli non è ciò che tu dici di Lui, che la sua tenda è sempre oltre”.

                                              Mons. Antonino Scarcione

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