"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 22 ottobre 2023

LA DOMENICA CON GESU', XXIX DEL TEMPO ORDINARIO / A

  …… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Io sono il Signore e non c’è alcun altro, fuori di me non c’è dio…” Is 45,1.4-6 . 
“…Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore…” 1 Ts 1,1-5b . 
“…Di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare ?...Gesù…rispose: Mostratemi la moneta del tributo…Egli domandò loro: Questa immagine e l’ iscrizione, di chi sono ? Risposero: di Cesare. Allora disse…: “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” Mt 22,15-21.

“E’ LECITO, O NO, PAGARE IL TRIBUTO A CESARE ?
NOTIAMO CHE LA RICHIESTA FATTA A GESU’ E’ UNA DOMANDA TRABOCCHETTO. GESU’, INFATTI, CONOSCENDO LA LORO MALIZIA, LA RESPINGE E FA UNA LEZIONE DI AUTENTICA FEDE E LAICITA’. NELLA MONETA C’E’ L’ IMMAGINE DI CESARE E QUINDI QUELLA MONETA VA RESTITUITA A CESARE. MA A DIO VA DATO E RESTITUITO CIO’ CHE E’ DI DIO, CIOE’ TUTTO NOI STESSI, LA NOSTRA VITA”.

E’ lecito, o no, pagare il tributo a Cesare ?. Vediamo che Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: “Ipocriti, perché volete mettermi alla prova ? Mostratemi la moneta del tributo”. Ed essi gli presentarono un denaro. Egli chiese: “Questa immagine e l’ iscrizione, di chi sono ? “. Risposero: “Di Cesare”. Egli disse loro: “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”.

Abbiamo sempre bisogno di appartenere a qualcuno. Siamo come la moneta romana, dove era inciso: “Divo Tiberio”(=io sono del divino Tiberio). E noi a chi apparteniamo ? Forse alle cose, ai poteri forti, al pensiero dominante. Oppure ai nostri sogni ? Quella che pongono a Gesù è una domanda tagliente. Tu che dici le cose come stanno, che relazione hai con Cesare, col potere ?

La risposta del Signore è molto acuta. Egli porta gli uditori su un altro piano, spiazzandoli.

Egli sostituisce il verbo “pagare” col verbo “restituire”: Restituite a Cesare ciò che è di Cesare. Vivere è restituire vita. Essa viene da prima di noi e va oltre noi. Come il respiro: accogli e restituisci. Non lo puoi trattenere. Perché è puro dono.

C’ è un altro cambio di prospettiva. A questo punto, Gesù recide il legame tra le due parole incise sul denaro: “divino Tiberio”. Cesare non è Dio, Tiberio non è divino. Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio. Ora, Gesù si ferma. Non si sostituisce a noi, non ci esenta dall’ uso della nostra intelligenza, per decidere cosa sia di Cesare e cosa sia di Dio.

Restituite a Dio quello che è di Dio. Come afferma il Deuteronomio (Dt 10,14): “Di Dio è la terra e quanto essa contiene”. Ogni persona porta incisa l’ iscrizione profetica: “Io appartengo al mio Signore”, ha scritto sulla mano: “del Signore! ” (Isaia 44,14). Ognuno è una piccola moneta d’ oro, recante l’ incisione: “immagine e somiglianza di Dio”.

Ognuno è un talento inviato al mondo, da far fruttare e, poi, restituire al bene comune.

Entrando, così, nel circuito del dono, che Gesù instaura, invece del possesso. L’ uomo vive di vita donata. Prima ricevuta e poi restituita.

                                                                                  Mons. Antonio Scarcione

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