"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 7 ottobre 2023

LA DOMENICA CON GESU', XXVII DEL TEMPO ORDINARIO / A

  …… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“Voglio cantare per il mio diletto il mio canto d’amore per la sua vigna…” Is 5,1-7 . 
“…Non angustiatevi per nulla, ma…fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere…” Fil 4,5-9 . 
“…Un uomo… possedeva un terreno e vi piantò una vigna…la diede in affitto a dei contadini…Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi…a ritirare il raccolto…Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono…” Mt 21,33-43.

“PER APPARTENERE AL POPOLO DI DIO E’ NECESSARIO ADERIRE A CRISTO CON L’ OBBEIENZA DELLA FEDE”.

Nella breve riflessione seguiamo il commento di E. Ronchi. La vigna è Israele. Il mondo siamo noi. Secondo il profeta Isaia, noi siamo “una vigna che produce uva selvatica”. Secondo l’ evangelista Matteo, una vendemmia di sangue.

Gesù amava le vigne, come i profeti. Lo si capisce fin dall’ inizio: “un uomo, con grande cura, piantò, circondò, scavò, costruì…”. Gesù osservava l’ uomo dei campi: lo individua mentre guarda la sua vigna con gli occhi di un innamorato e la circonda di ogni attenzione.

Poi, i due profeti intonano il lamento dell’ innamorato deluso, perché “il custode è diventato predatore”(Cfr. “Laudato Si’ ). Ma, nello stesso tempo, raccontano la passione indomabile del Dio delle vigne, che non si arrende, che per tre volte, nonostante le delusioni, fa partire il suo “assedio al cuore”, con nuovi profeti, altri servitori e, addirittura, inviando “il proprio figlio”. “Cosa potevo fare di più…,che io non Abbia fatto ?” Ecco un Dio appassionato e triste, che continua a fare per noi ciò che nessuno farà mai.

E si arriva alla svolta della narrazione. “Alla fine, Gesù, rivolto ai capi, chiede: cosa farà il Signore della vigna ? Essi danno la tragica risposta, utilizzando la medesima logica: “Quei malvagi, li farà morire…”, mettendo in atto altra violenza, vendetta, morte e sangue.

Ma non succederà così. Perché lo stile di Dio non è affatto questo. La parabola, infatti, non termina in una vendetta. Ma su una fiducia, umanamente, immotivata e unilaterale. “La vigna di Dio sarà data ad un altro popolo, che ne produca i frutti”. Così è il nostro Dio.

Un popolo c’ è, un uomo c’è. Certamente, sta nascendo. Forse è già all’ opera, chi sa farla fruttificare. Stanno sorgendo, anzi ci sono già e lavorano in mille e mille piccole vigne segrete. Coltivatori bravi, che custodiscono la vigna senza depredarla. Essi mettono il proprio io a servizio dell’ umanità. Sono i custodi del futuro della storia. Sanno produrre quei frutti buoni, elencati da Isaia: “giustizia e rettitudine. Non più grida di oppressi, né sangue” .

Il profeta sogna una storia che sia vendemmia di giustizia e di pace. Il Regno comincia con questi acini di uva di Dio, come piccoli grappoli di Dio fra noi.

                                            Mons. Antonio Scarcione

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