sabato 24 agosto 2024
LA DOMENICA CON GESU', XXI DEL TEMPO ORDINARIO / B
…… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale
“…Gesù disse a tutto il popolo:…Sceglietevi oggi chi servire: se gli dei che i vostri padri hanno servito oltre il Fiume oppure gli dei degli Amorrei, nel cui territorio abitate. Quanto a me e alla mia casa, serviremo il Signore. Il popolo rispose: Lontano da noi abbandonare il Signore per servire altri dei !...Perciò anche noi serviremo il Signore…” Gs 24,1-2a.15-17.18b .
“…Siate sottomessi gli uni agli altri…L’ uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie…Ef 5,21-32 .
“…Molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: Questa parola è dura ! Chi può ascoltarla ? …Disse allora Gesù ai Dodici: Volete andarvene anche voi ? Gli rispose Pietro: Signore, da chi andremo ? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciamo che tu sei il Santo di Dio” Gv 6,60-69.
“VOLETE ANDARVENE ANCHE VOI ?
UNA, TRA LE DOMANDE PIU’ SCOMODE DI GESU’ ( TRA LE OLTRE 200 CHE PONE), E’ QUELLA CHE SEGUE L’ ABBANDONO DI TANTI. MA ECCO LA RISPOSTA DI PIETRO: SIGNORE, DA CHI ANDREMO ? TU HAI PAROLE DI VITA ETERNA…”.
Seguiamo lo stringato ed incisivo pensiero dello studioso, Erio Castellucci, che, in merito alla liturgia odierna, così argomenta: “Gesù non è ossessionato dal numero dei seguaci. Infatti, egli non si pone mai la domanda: “Quanti siamo ? “ (Cfr. Servizio della Parola, n. 558, pag. 163). A Gesù interessa l’ autenticità, non la quantità, di coloro che si fanno suoi discepoli. Per questo li “inchioda” davanti alle loro responsabilità, cioè esige una risposta. E la risposta arriva da Pietro, che non vede alternative credibili alle “parole di vita eterna”, formulate da Gesù.
Non dimentichiamolo mai: La via indicata e percorsa da Gesù non è quella della “fuga dal mondo”. Piuttosto, il Signore sta chiedendo ai suoi, e quindi anche ai cristiani di tutti i tempi, di accettare lo scandalo dell’ incarnazione, di una carne e di un sangue offerti per la vita del mondo, assumendo il suo stile: una vita donata.
Il cristianesimo in Occidente, e non solo, è chiaramente ormai caratterizzato da una dimensione minoritaria. Qualcuno potrà “annegare” nelle nostalgie il dispiacere di non essere più in regime di “cristianità”, di doversi sentire irrilevante. Non è facile, quando si è abituati da secoli a contare e a contarsi, prendere atto che la maggioranza non c’ è più. Ma lo Spirito invita a ragionare diversamente, a prendere la condizione di “diaspora”, che si sta affacciando, come un’ opportunità per purificare i cuori, snellire le strutture, dimezzare i processi, rimettere al centro le persone con le loro storie, anziché i progetti con i loro successi.
“Tu hai parole di vita eterna”: questa è la convinzione che dà ai discepoli il coraggio di restare. Per diventare sale e luce, lievito e granello di senape, e “non i curatori fallimentari” della chiesa.
Se Gesù ha inviato in missione la propria comunità, indicandone lo stile da praticare e non l’ha mandata come esercito potente o fortezza inespugnabile, è perché non ha l’ ossessione del numero, ma il desiderio che i suoi discepoli, di tutti i tempi, si mettano in cammino fiduciosi, per spargere semi di speranza e di risurrezione, che solo le parole di vita eterna, e non certo quelle di vita terrena, possono far crescere nel mondo.
Mons. Antonio Scarcione
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