"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 26 ottobre 2024

LA DOMENICA CON GESU', XXX DEL TEMPO ORDINARIO / B

  …… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Esultate per la prima delle nazioni…Il Signore ha salvato il suo popolo…Erano partiti nel pianto, io li porterò tra le consolazioni…” Ger 31,7-9 . 

“Ogni sacerdote è scelto tra gli uomini e per gli uomini…Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ ignoranza e nell’ errore…” Eb 5,1-6 . “…Il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare: Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me !...Allora Gesù gli disse: Che cosa vuoi che io faccia per te ?...Rispose: Rabbunì, che io veda di nuovo ! . E Gesù gli disse: Va’, la tua fede ti ha salvato. E subito vide di nuovo e lo seguiva”. Mc 10,46-52.

“IL VANGELO, NEL CIECO BARTIMEO, METTE IN LUCE LA FIGURA DEL DISCEPOLO. LA SUA CONDIZIONE DI CIECO LO COSTRINGEVA AD ESSERE MENDICANTE, IMPOSSIBILITATO A VIVERE UN RUOLO SOCIALE E A PARTECIPARE AL CULTO AL TEMPIO DI GERUSALEMME. L’ INCONTRO CON GESU’, CHE GLI PERMETTE DI VEDERE DI NUOVO, LO FA DIVENTARE DISCEPOLO”.

-“Essere discepolo”. Il cieco Bartimeo ci invita a riflettere sul nostro essere discepoli del Signore. “Potremmo sederci, anche noi, sulla strada della storia, come afferma Vittorio Brunello, e rimanere immobili davanti allo scorrere degli eventi” ( Servizio della Parola, n. 561/562, pag. 80 ). Ma possiamo anche alzare il nostro grido: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me !”, fino ad innescare il processo che invita all’ incontro con il Signore, così da favorire il gesto del cieco che lascia la sicurezza del mantello, per alzarsi e andare incontro al Signore.

-“Appartenere al popolo del Signore”. L’ incontro col Signore ci fa discepoli. Innalzare al Signore canti di gioia perché ci ha liberati dal male, ci ha salvati, dando senso alla nostra vita. Il Signore sa attendere anche coloro che faticano di più e mostrarsi per noi come padre.

-“Riconoscere e ringraziare per le grandi opere del Signore”. L’ essere discepoli e far parte della chiesa, ci conduce alla riconoscenza verso Dio, con le parole del “Salmo” 125: “Grandi cose ha fatto il Signore per noi”. A partire dal nostro battesimo, quando siamo diventati figli di Dio per suo dono.

E quando siamo stati educati alla fede , incontrando il Signore nei sacramenti e nell’ eucarestia.

-“Vivere il sacerdozio di ogni fedele”. La “seconda lettura” riflette sul sacerdozio di Cristo, che fa di Gesù il “sacerdote per sempre”. Anche noi con l’ unzione battesimale veniamo uniti al popolo di Dio. Quell’ essere “inseriti in Cristo, sacerdote, re e profeta”, fa di ciascuno di noi un cristiano, capace di rendere lode al Signore, di ascoltare e testimoniare la sua Parola, di donare la vita come Cristo ha fatto sulla croce.

                                        Mons. Antonio Scarcione

sabato 19 ottobre 2024

LA DOMENICA CON GESU', XXIX DEL TEMPO ORDINARIO / B

  …… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà le loro iniquità” Is 53,10-11 . 
“…Accostiamoci…con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia…” Eb 4,14-16 . 
“…Maestro,…concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra…” Mc 10,35-45.

LA POLITICA E’ “SERVIZIO”, OPPURE NON E’ POLITICA CON LA “P” MAIUSCOLA. ABBIAMO GRANDE BISOGNO EDUCATIVO. “FORMARE ALLA POLITICA”,…SI TRATTA DI “FORMARE ALLA DEMOCRAZIA” E DI “RIFORMARE LA DEMOCRAZIA”, SECONDO LA SUA ISPIRAZIONE COMUNITARIA. I CRISTIANI DEVONO ESSERNE CONSAPEVOLI”.

Seguiamo il commento di Vittorio Brunello. Pregevole per la sia precisione e brevità (“Servizio della Parola” n. 561/562 pag. 61 e ss.). Egli afferma: “Al centro della celebrazione odierna vi è la missione del Cristo che è venuto “per servire e dare la propria vita in riscatto” per tutti. Sappiamo bene che Gesù vuole educare i discepoli in questa prospettiva, anche se Giacomo e Giovanni chiedono, per ottenere ciò vogliono dal Signore e gli altri dieci apostoli non fanno altro che smascherare come anche loro siano interessati ad avere un posto d’ onore.

-“Vogliamo che tu faccia ciò che ti chiediamo”. La richiesta di Giacomo e Giovanni rispecchia il nostro modo di porci di fronte al Signore. Ma il vangelo ci invita ad una diversa prospettiva.

-“Essere primo” essere “schiavo di tutti”. Gesù accoglie la richiesta di Giacomo e Giovanni, ma lo fa in due tempi, dicendo: per essere grandi bisogna diventare servitori, per essere primi, addirittura, bisogna farsi schiavi. Servire è concentrarsi sul bene dell’ altro. Ma può rimanere una rivalità con gli altri. Essa viene superata dalla sottomissione al padrone, come Gesù, che, assumendo la natura umana, ha abbracciato la condizione di schiavo, obbedendo fino alla morte e alla morte di croce.

-“Offrire sé stessi, la dimensione del servizio”. La figura del servo del Signore, tratteggiato nella “Prima Lettura”, ci offre il senso del servizio. Vediamo che la morte, nel Cristo, non ha avuto l’ ultima parola. La morte è stata sconfitta dalla risurrezione e ci ha liberato dal male e dal peccato.

-“Il sostegno del Signore”. Noi non siamo soli, nell’ affrontare il cammino del servizio e del dono della vita. Il Signore è nostro aiuto e nostro scudo. Possiamo accostarci a Gesù, il Figlio di Dio, “per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno ( Cfr. Lettera agli Ebrei).

Il messaggio è abbastanza chiaro. E, nello stesso tempo, risulta impegnativo.

                                            Mons. Antonio Scarcione

domenica 13 ottobre 2024

LA DOMENICA CON GESU', XXVIII DEL TEMPO ORDINARIO / B

  …… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale


“Pregai e mi fu elargita la prudenza, implorai e venne in me lo spirito di sapienza. La preferii a scettri e troni…non la paragonai neppure a una gemma inestimabile, perché tutto l’ oro al suo cospetto è…un po’ di sabbia…L’ ho amata più della salute de della bellezza…” Sap 7,7-11 .
 “La parola di Dio è viva, efficace…penetra fino al punto di divisione dell’ anima e dello spirito…discerne i sentimenti e i pensieri del cuore…” Eb 4,12-13 . 
“…Un tale…gli domandò: Maestro buono, che cosa devo fare per avere…la vita eterna ? Gesù gli disse:…Tu conosci i comandamenti…Queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza…Una cosa sola ti manca: Va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri…e vieni ! Seguimi !...Egli si fece scuro in volto e se ne andò…Possedeva infatti molti beni…Pietro…prese a dirgli:…Noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito. Gesù gli rispose…: Non c’ è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli…per causa mia e per causa del vangelo, che non riceve…cento volte tanto…e la vita eterna…” Mc 10,17-30.

“LA VITA CRISTIANA PUO’ ESSEFRE SINTETIZZATA IN UN VERBO: AMARE. “AMA DIO CON TUTTO IL CUORE E IL PROSSIMO COME TE STESSO”. SANT’ AGOSTINO PRONUNCIA LA CELEBRE FRASE: AMA E FAI CIO’ CHE VUOI”. LEGGIAMO TUTTA LA FRASE: “…TI VIENE IMPOSTO UN BREVE PRECETTO: AMA E FAI CIO’ CHE VUOI…”. SIA IN TE LA RADICE DELL’ AMORE, PERCHE’ DA QUESTA RADICE NON PU0’ PROCEDERE SE NON IL BENE. E’ BENE ALTRESI’ RICORDARE CHE LA VITA CRISTIANA E’ SEMPLICE. PAPA FRANCESCO INSISTE SU QUESTA SEMPLICITA’ E CRITICA LE SPIEGAZIONI,( “CHE NESSUNO CAPISCE”), CHE LA RENDONO DIFFICILE”. Quel tale aveva fatto tutti i compiti. Come afferma L. Verdi, che noi seguiamo nel suo puntuale commento; “era proprio un bravo ragazzo”. E ora è là, davanti al Signore e lo interroga: “Maestro buono, è vita o morte la mia vita ?

Forse pensa che Gesù, come i maestri di un tempo, gli darà un premio per il rigore con cui ha rispettato tutti i comandamenti.

Ci sono sguardi che si imprimono nel cuore come sigilli, indelebili. Dev’ essere stato così quello sguardo di Gesù: una virata impensata… “Una cosa sola ti manca. Vendi tutto e dallo ai poveri. Passare dalle cose alle persone, dalla dottrina all’ amore. Perché Dio non è un insieme di regole da rispettare. E’ di più. Molto di più.

Come afferma Pascal: “C’ è un vuoto a forma di Dio nel cuore di ogni persona, che non può mai essere riempito da nessuna cosa”. Quel vuoto è struggente nostalgia di Lui. Il giovane ritorna a casa triste. Non è riuscito a fare il salto, zavorrato com’ è dalle cose e dai beni. Triste per quel vuoto che continuerà a portarsi dentro. Pieno di tristezza, come lascia un sogno spezzato.

                                     Mons. Antonio Scarcione

domenica 6 ottobre 2024

4 Ottobre 2024, Celebrazione della Giornata per la Salvaguardia del Creato


Anche quest'anno su iniziativa di mons. Antonino Scarcione che coordina l'ufficio Ecumenico, Dialogo Interreligioso e Cura del Creato, ha avuto luogo in Città la celebrazione della Giornata per la salvaguardia del creato, che si è tenuta presso il Sentiero Natura Papa Francesco, nel bosco Bellia, zona Canalicchio.
La partecipazione delle scolaresche e delle istituzioni, in un luogo significativo del territorio, ha reso la giornata particolarmente interessante. 
Tante le testimonianze delle autorità presenti, ad iniziare dalla situazione ecologica particolarmente critica per via degli incendi che puntualmente investono il patrimonio boschivo del territorio piazzese e in quest'ultimo periodo la mancanza di acqua, che incide sulla vita della comunità e del territorio.
Queste ferite di cui soffre la nostra terra e che tocchiamo puntualmente con mano, certamente non possono essere guarite solo da coscienze animate dalla giustizia e da mani solidali, ma anche e soprattutto dalla consapevolezza che il patrimonio deve essere amato e considerato proprio, poiché è la manifesta bellezza del creato, che Dio ci ha affidato come dono e responsabilità, e per tutto ciò deve essere preservato per i nostri figli e le generazioni future.

                                                                 Filippo Rausa




La delegazione del nobile quartiere Monte Mira
(Filippo Rausa, Concetto Favella, Filippo Aloi)
 

sabato 5 ottobre 2024

LA DOMENICA CON GESU', XXVII DEL TEMPO ORDINARIO / B

  …… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Non è bene che l’ uomo sia solo, voglio fargli un aiuto che gli corrisponda…Allora Dio fece scendere un torpore sull’ uomo, che si addormento, gli tolse una costola…formò con la costola…una donna e la condusse all’ uomo…L’ uomo disse:…E’ osso delle mie ossa, carne della mia carne,…Si chiamerà donna…L’ uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’ unica carne” Gen 2,18-24 . 
“Fratelli, quel Gesù che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti…” Eb 2,9-11 . 
“…Domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie…Rispose…:Che cosa vi ha ordinato Mosè ? Dissero: Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla. Gesù disse…: Per la durezza del vostro cuore egli scrisse…questa norma…L’ uomo non divida quello che Dio ha congiunto…” Mc 10,2-16.

“IN QUESTA DOMENICA LA CHIESA RICEVE L’ INVITO A CUSTODIRE IL DONO DELLA FAMIGLIA, IN CUI SI CELEBRA L’ AMORE QUOTIDIANO. DIO NON CI HA CREATI PER ESSERE SOLITARI E AUTOREFERENZIALI: CI HA PLASMATI PER EDUCARCI AL DIALOGO E ALL’ INCONTRO E A CRESCERE NELLA FEDE. LA VOCAZIONE MATRIMONIALE E’ IL CAPOLAVORO DI DIO. L’ ATTUALE CONTESTO SOCIO-CULTURALE VIVE LONTANO DAL VALORE EVANGELICO DEL DONO: VA RICOSTRUITA UNA RESPONSABILE MATURAZIONE PERCHE’ NELLE FAMIGLIE CI SI APRA ALLA DONAZIONE LIBERA E ALL’ AMORE”.

“Durante la celebrazione di un matrimonio”, come afferma Roberto Laurita nel suo commento al vangelo odierno, che noi seguiamo, “appare opportuno rammentare ai presenti che “ministri” del sacramento sono gli sposi e proprio per questo si trovano collocati nel bel mezzo dello spazio liturgico”. (Cfr. “Servizio della Parola” n. 559 pag. 152). Come è altrettanto vero che il protagonista principale è Dio.

Troppo spesso, sembra che Dio sia relegato in secondo piano. Come se il matrimonio nascesse esclusivamente dall’ impegno di un uomo e una donna, manifestato nella promessa che essi recitano. Quasi che non fosse Dio a garantire, con la sua luce e la sua forza, la solidità di un legame solennemente assunto.

Ecco perché è certamente pertinente invitare gli sposi a vivere con gioia, ma anche con un certo “timore e tremore”, la bellezza del rito. Certamente, gesti semplici e parole pesate, ma tali da cambiare l’ esistenza di due esseri umani. Così, sembra anche appropriata nel rituale, oltre alla formula del consenso, la citazione evangelica: “L’ uomo non divida quello che Dio ha congiunto”. Quasi una segnalazione a tutelare quel legame d’ amore, che gode della presenza di Dio e del suo sostegno.

Attentare al matrimonio di una persona non è soltanto violare qualcosa di prezioso e di grande come l’ amore che unisce due sposi, è un atto contro Dio. Non è il caso, quindi, di prendere alla leggera ciò che sminuisce il valore della fedeltà coniugale: un bene determinante per la stabilità della famiglia, per la comunione tra gli sposi, per la serenità dei loro figli.

Tanti di noi non possono che esprimere gratitudine ai genitori per questo dono che ci hanno fatto. Probabilmente noi non siamo stati colmati di regali, ma questo dono vale più di qualunque altro.

                                         Mons. Antonio Scarcione