sabato 5 ottobre 2024
LA DOMENICA CON GESU', XXVII DEL TEMPO ORDINARIO / B
…… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale
“…Non è bene che l’ uomo sia solo, voglio fargli un aiuto che gli corrisponda…Allora Dio fece scendere un torpore sull’ uomo, che si addormento, gli tolse una costola…formò con la costola…una donna e la condusse all’ uomo…L’ uomo disse:…E’ osso delle mie ossa, carne della mia carne,…Si chiamerà donna…L’ uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’ unica carne” Gen 2,18-24 .
“Fratelli, quel Gesù che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti…” Eb 2,9-11 .
“…Domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie…Rispose…:Che cosa vi ha ordinato Mosè ? Dissero: Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla. Gesù disse…: Per la durezza del vostro cuore egli scrisse…questa norma…L’ uomo non divida quello che Dio ha congiunto…” Mc 10,2-16.
“IN QUESTA DOMENICA LA CHIESA RICEVE L’ INVITO A CUSTODIRE IL DONO DELLA FAMIGLIA, IN CUI SI CELEBRA L’ AMORE QUOTIDIANO. DIO NON CI HA CREATI PER ESSERE SOLITARI E AUTOREFERENZIALI: CI HA PLASMATI PER EDUCARCI AL DIALOGO E ALL’ INCONTRO E A CRESCERE NELLA FEDE. LA VOCAZIONE MATRIMONIALE E’ IL CAPOLAVORO DI DIO. L’ ATTUALE CONTESTO SOCIO-CULTURALE VIVE LONTANO DAL VALORE EVANGELICO DEL DONO: VA RICOSTRUITA UNA RESPONSABILE MATURAZIONE PERCHE’ NELLE FAMIGLIE CI SI APRA ALLA DONAZIONE LIBERA E ALL’ AMORE”.
“Durante la celebrazione di un matrimonio”, come afferma Roberto Laurita nel suo commento al vangelo odierno, che noi seguiamo, “appare opportuno rammentare ai presenti che “ministri” del sacramento sono gli sposi e proprio per questo si trovano collocati nel bel mezzo dello spazio liturgico”. (Cfr. “Servizio della Parola” n. 559 pag. 152). Come è altrettanto vero che il protagonista principale è Dio.
Troppo spesso, sembra che Dio sia relegato in secondo piano. Come se il matrimonio nascesse esclusivamente dall’ impegno di un uomo e una donna, manifestato nella promessa che essi recitano. Quasi che non fosse Dio a garantire, con la sua luce e la sua forza, la solidità di un legame solennemente assunto.
Ecco perché è certamente pertinente invitare gli sposi a vivere con gioia, ma anche con un certo “timore e tremore”, la bellezza del rito. Certamente, gesti semplici e parole pesate, ma tali da cambiare l’ esistenza di due esseri umani. Così, sembra anche appropriata nel rituale, oltre alla formula del consenso, la citazione evangelica: “L’ uomo non divida quello che Dio ha congiunto”. Quasi una segnalazione a tutelare quel legame d’ amore, che gode della presenza di Dio e del suo sostegno.
Attentare al matrimonio di una persona non è soltanto violare qualcosa di prezioso e di grande come l’ amore che unisce due sposi, è un atto contro Dio. Non è il caso, quindi, di prendere alla leggera ciò che sminuisce il valore della fedeltà coniugale: un bene determinante per la stabilità della famiglia, per la comunione tra gli sposi, per la serenità dei loro figli.
Tanti di noi non possono che esprimere gratitudine ai genitori per questo dono che ci hanno fatto. Probabilmente noi non siamo stati colmati di regali, ma questo dono vale più di qualunque altro.
Mons. Antonio Scarcione
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