sabato 26 ottobre 2024
LA DOMENICA CON GESU', XXX DEL TEMPO ORDINARIO / B
…… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale
“…Esultate per la prima delle nazioni…Il Signore ha salvato il suo popolo…Erano partiti nel pianto, io li porterò tra le consolazioni…” Ger 31,7-9 .
“Ogni sacerdote è scelto tra gli uomini e per gli uomini…Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ ignoranza e nell’ errore…” Eb 5,1-6 . “…Il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare: Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me !...Allora Gesù gli disse: Che cosa vuoi che io faccia per te ?...Rispose: Rabbunì, che io veda di nuovo ! . E Gesù gli disse: Va’, la tua fede ti ha salvato. E subito vide di nuovo e lo seguiva”. Mc 10,46-52.
“IL VANGELO, NEL CIECO BARTIMEO, METTE IN LUCE LA FIGURA DEL DISCEPOLO. LA SUA CONDIZIONE DI CIECO LO COSTRINGEVA AD ESSERE MENDICANTE, IMPOSSIBILITATO A VIVERE UN RUOLO SOCIALE E A PARTECIPARE AL CULTO AL TEMPIO DI GERUSALEMME. L’ INCONTRO CON GESU’, CHE GLI PERMETTE DI VEDERE DI NUOVO, LO FA DIVENTARE DISCEPOLO”.
-“Essere discepolo”. Il cieco Bartimeo ci invita a riflettere sul nostro essere discepoli del Signore. “Potremmo sederci, anche noi, sulla strada della storia, come afferma Vittorio Brunello, e rimanere immobili davanti allo scorrere degli eventi” ( Servizio della Parola, n. 561/562, pag. 80 ). Ma possiamo anche alzare il nostro grido: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me !”, fino ad innescare il processo che invita all’ incontro con il Signore, così da favorire il gesto del cieco che lascia la sicurezza del mantello, per alzarsi e andare incontro al Signore.
-“Appartenere al popolo del Signore”. L’ incontro col Signore ci fa discepoli. Innalzare al Signore canti di gioia perché ci ha liberati dal male, ci ha salvati, dando senso alla nostra vita. Il Signore sa attendere anche coloro che faticano di più e mostrarsi per noi come padre.
-“Riconoscere e ringraziare per le grandi opere del Signore”. L’ essere discepoli e far parte della chiesa, ci conduce alla riconoscenza verso Dio, con le parole del “Salmo” 125: “Grandi cose ha fatto il Signore per noi”. A partire dal nostro battesimo, quando siamo diventati figli di Dio per suo dono.
E quando siamo stati educati alla fede , incontrando il Signore nei sacramenti e nell’ eucarestia.
-“Vivere il sacerdozio di ogni fedele”. La “seconda lettura” riflette sul sacerdozio di Cristo, che fa di Gesù il “sacerdote per sempre”. Anche noi con l’ unzione battesimale veniamo uniti al popolo di Dio. Quell’ essere “inseriti in Cristo, sacerdote, re e profeta”, fa di ciascuno di noi un cristiano, capace di rendere lode al Signore, di ascoltare e testimoniare la sua Parola, di donare la vita come Cristo ha fatto sulla croce.
Mons. Antonio Scarcione
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