"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 28 marzo 2015

La domenica con Gesù, Domenica delle Palme

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi: "Il Signore mi ha dato una lingua da discepolo, perchè io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato..." Is 50, 47 . 
"Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato ? Sal 21. 
"...Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome...Gesù Cristo è Signore !..." Fil 2,6-11. 
"Il centurione...avendolo visto spirare in quel modo, disse: Davvero quest' uomo era Figlio di Dio ! " Mc 14, 1-15, 47 .

- L' ingresso di Gesù a Gerusalemme. Gesù, pur sapendo che corre gravi rischi, per l' ostilità dei capi dei sacerdoti e del Sinedrio, non si sottrae affatto alla propria missione. Entrando a Gerusalemme, cavalcando un asino, egli ripudia ogni forma di trionfalismo. Infatti, Dio ha scelto ben altre strade, per cambiare la storia: la mitezza e la misericordia. Dio non vuole la vita degli uomini, anzi, al contrario, è disposto ad offrire la propria.
- Gesù, che viene "nel nome del Signore", non coltiva sogni di forza, di giudizio o di castigo: avanza disarmato, senza protezione, senza servizio di sicurezza. Si espone senza cedere a ricatti e compromessi, senza cedere alla paura.
- La sua obbedienza non è una semplice rassegnazione o l' accettazione di "un destino", ma un ascolto (Is 50,4), che fa entrare nel disegno del' Altro e permette di realizzarlo. Dio, infatti, non vuole la morte per sè stessa, ma piuttosto, il dono di sè. Per esprimere l' universalità del trionfo di Cristo, il testo enumera le tre parti del mondo: i cieli, la terra e gli inferi ( i luoghi sotterranei ).
- Il servo di Dio e l' ingresso messianico. Agli occhi del credente ogni sofferenza umana è "scandalosa": se Dio è un creatore pieno di bontà, come può tollerare che sulla terra ci siano disgrazie e tanti innoenti che soffrono ingiustamente ? Proprio questo è stato l' interrogativo di Giobbe. Egli, pur dichiarandosi non colpevole, si rifiuta, contemporaneamente, di imputare a Dio la responsabilità delle prove subite dal giusto.
Tuttavia, con la figura del "Servo che soffre", si apre una nuova prospettiva. Infatti, il Servo sofferente stabilisce un legame tra i peccati del popolo e le sofferenze, affrontate dal sevo. Ecco, perchè la prime genrazioni cristiane hanno riconosciuto, nel Servo di Isaia, Gesù di Nazaret. Gesù è stato ucciso, perchè si è impegnato a favore degli esclusi, dei piccoli e dei peccatori.

- Chi è il Servo misterioso, che ci aiuta a decifrare l' identità di Gesù ? E' un discepolo, alla scuola della parola di Dio, che accetta di appartenere al Signore. Ecco, perchè affronta un trattamento ignominioso, una sofferenza ingiusta, un accanimeno che sfigura il suo corpo, senza lamentarsi.
- Il disegno, che accetta di realizzare, appare paradossale: infatti, egli sceglie una direzione opposta a quella imboccata dai primi uomini, Adamo ed Eva. Essi, addirittura, pensarono di "impadronirsi" della divinità, mangiando il frutto proibito. Lui, al contrario, ha accetato di "svuotarsi". Non solo si è fatto uomo, ma ha assunto la condizione di un servo, "abbracciando", persino, la morte ignominiosa sulla croce. In tutto questo, ha dato prova di un amore illimitato per gli uomini. Per questo, pur umiliato, sconfitto e "perdente" è stato glorificato dal Padre: è ritornato in vita ed è entrato nella gloria.

- "Davvero, quest' uomo era Figlio di Dio ! ". Queste parole sono state dette da un soldato, il centurione, che aveva l' incarico dell' esecuzione dei condannati. A pronunciare queste parole, è, dunque, un pagano, assai distante dalla religione ebraica. Appartiene ad una cultura molto diversa. Per queste ragioni la frase, che pronuncia, appare molto strana: "Davvero quest' uomo era Figlio di Dio ! ".
Che cosa lo ha convinto ? Cosa gli ha fatto ravvisare, nel volto sfigurato, nel corpo martoriato, denudato ed insanguinato del Signore, un qualcosa che abbia a che fare con la divinità? L' evangelista Marco lo dice, senza giri di parole: "Avendolo visto spirare in qul modo...". Proprio così, a convincerlo, non sono i segni della forza e della potenza, bensì, la fraglità e la solitudine di quest' uomo. Chi, più di lui, avrebbe il diritto d' imprecare, lanciare insulti e gridare tutta la propria rabbia per l' ingiustizia subita ?
E, invece, quell'uomo, Gesù, ama, dona e offre misericordia e perdono.
                         Mons. Nino Scarcione

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