sabato 21 marzo 2015
Gela, Niscemi, Piazza Armerina quale futuro Libero Consorzio...
La Sicilia, patria di svariati
scrittori, si può identificare sempre e soltanto con uno solo di
essi: Giuseppe Tomasi di Lampedusa e la
sua celebre opera, “Il Gattopardo”.
La I Commissione ARS, ha finalmente
finito di trattare l’art. 51 del DDL 833 bis, approvando l’emendamento
32.1, annientando le volontà espresse e confermate attraverso
referendum confermativo di 32.000 cittadini siciliani, dei comuni di Gela,
Piazza Armerina, Niscemi e Licodia Eubea.
In sostanza, non solo sono stati
cancellati con un colpo di spugna i Liberi Consorzi di Catania, Palermo e
Messina, ma, il nuovo articolo 51 del DDL 833 bis, continua a mantenere Gela,
Niscemi e Piazza Armerina nelle rispettive province di provenienza, e se
vogliono aderire alla Città Metropolitana di Catania,
debbono rideliberare a maggioranza. "Nessuna libertà di scelta
per nessuno, solo una ferrea blindatura dei privilegi territoriali creati dai
Borbone e parzialmente modificati da Mussolini, mentre la Democrazia in
Sicilia, riesce a cambiare tutto per non cambiare niente", scrive Filippo
Franzone portavoce del Csag.
Quindi Gela, Niscemi e Piazza
Armerina, se vogliono aderire alla Città Metropolitana di Catania, debbono
produrre una delibera consiliare di adesione, quindi la scelta torna in mano
alla politica. " Non è difficile immaginare, che gli stessi parlamentari
che non vogliono assolutamente modificare i collegi elettorali, svolgeranno un
grande lavoro per cercare di convincere i consiglieri di questi comuni, a non
deliberare.
E già ci aspettiamo l’iniziativa
di quei politici, anche locali, che a furor di popolo hanno dovuto
ingoiare il rospo, dovendo accettare l’uscita dalle province di appartenenza,
torneranno alla carica, con mille scuse, per caldeggiare il mantenimento nelle
province di origine e la lenta agonia all’interno di esse, in nome di una
poltrona da conservare" questa é la preoccupazione del Csag.
"Ovviamente questo territorio ha dei ringraziamenti da fare, in primis al
buon Cracolici (Partito Democratico), Presidente della I Commissione
ARS, che con coraggio e determinazione riesce sempre a far prevalere le sue
posizioni, peccato che puntualmente non coincidano con le scelte
democraticamente effettuate dai territori.
Poi Giuseppe Arancio (Pd), promotore di
incontri senza efficacia. Eppure il Pd si era dichiarato dalla parte dei
cittadini. Per ultimo, il Presidente della Regione Siciliana Rosario
Crocetta.
Se il Presidente della Repubblica
Italiana è il garante della Costituzione, ci si aspetta che in Sicilia, il
garante dello Statuto, voluto fortemente dal gelese Salvatore Aldisio,
fosse il Presidente della Regione. Ed invece, unitamente ad altri 89, lo
ignora.
Il Presidente della Regione è gelese, e
da questo territorio, nonostante ciò, non abbiamo chiesto mai favoritismi"
aggiunge il Csag. Questa area, da decenni chiede autonomia,
molto molto tempo prima che Crocetta diventasse Presidente, negli
ultimi 10 anni ha intensificato le iniziative atte al raggiungimento di questo
obiettivo, contro i parlamenti regionali susseguitosi, contro chi ha fatto
informazione contro questa iniziativa, e di certo non ci aspettavamo “favori”
dal presidente, a cui si fa il rimprovero di non far rispettare le scelte
del popolo, e dei siciliani" scrive il Csag.
Martedì la I Commissione ARS voterà
l’insieme degli articoli, una semplice formalità, poi il testo approderà in
aula, dove i 90, dopo 36 mesi di gestazione, avranno portato a termine la
grande riforma delle province siciliane. Liberi Consorzi " Noi
invece comitati di Gela, Piazza Armerina, Niscemi e Acireale - asserisce
il Csag- attendiamo con ansia la votazione in aula, per iniziare l’altro
percorso: il ricorso in Corte Costituzionale"
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