sabato 21 marzo 2015
La domenica con Gesù, V di Quaresima
……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale
Testi:
"...Porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore..."
Ger 31,31-34 .
Crea in me, o Dio, un cuore puro..." Sal 50 . "Cristo,
nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti
grida e lacrime...e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito..."
Eb 5, 7-9.
"...Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane
solo; se invece muore, produce molto
frutto..."
Gv 12, 20-33.
Come i
greci, che si sono avvicinati a Filippo, anche noi vorremmo "vedere
Gesù". Ma Gesù desidera, invece, che noi crediamo e accettiamo la
logica "paradossale", che emerge dalla sua morte e resurrezione.
- Il
paradosso cristiano. Le parole di Gesù ci mettono davanti ad un paradosso, che
sta nel cuore dell' esistenza cristia. La tentazione maggiore è quella di
annacquarlo, limitarlo, ridurne le asperità, per "sottometterlo" alla
logica di questo mondo.
- Sì, per
quanto sembri sconcertante, per vincere la morte Gesù deve lasciarsi
"inghiottire" da essa, al punto da sembrare un perdente. E, proprio
l' ora della croce, quando Gesù viene inchiodato al patibolo, è l'
ora della gloria.
- Solo l'
immagine del chicco di grano, che deve marcire, per portare frutto, ci può
essere di aiuto. E' una legge della natura: il seme deve conoscere la morte,
per far nascere una nuova vita. A vederlo marcire, sembra che tutto
finisca:è il fallimento più completo.
- E,
invece, no. Paradossalmente, da ciò che marcisce esce la vita. E' una legge di
natura, ma è anche la storia di Gesù. La sua esistenza subisce la condanna, le
umiliazioni, gli insulti. Il suo corpo sanguinante "conosce" l'
agonia. Sembra ridotto al nulla. E, invece, risulterà vittorioso. Attraverso il
passaggio angusto della morte giunge alla resurrezione e alla gloria. E offre
salvezza a tutti quelli che credono.
- La
strada del discepolo. Egli sa che la strada del Maestro è anche la sua. Anche
lui deve "perdere" la sua vita, se vuole "trovare" la
vita eterna. Ma è possibile un simile percorso? Oppure è al di là delle nostre
forze ? E che cosa sostiene il cristiano, quando avverte, presenti, il pericolo
e il rischio, che aveva messo in conto, pur di rimanere fedele al Signore ?
Perchè, quando si tratta di marcire e morire sopravvengono anche l' angoscia,
lo smarrimento e la paura. Che ne è della mia vita ? - ci si domanda.
Sarà ingoiata inesorabilmente dalla violenza, dalla cattiveria e dalla
brutalità ? Scomparirà, senza che nessuno se ne accorga ? Nessuno può
affrontare la croce e la morte, se non è sorretto da una fuducia incrollabile
in Dio.
- Le
risorse: la fede e l' amore. Certamente, il turbamento c' è. Ma c' è anche una
fiducia incrollabile nel Padre, che non abbandona il Figlio alla morte, un
Padre, che non ci abbandona, perchè siamo suoi figli. Solo una grande fede
permette al discepolo di affrontare i momenti oscuri, in cui è chiamato a
morire all' egoismo e all' orgoglio, alle sicurezze ed ai suoi progetti.
- Per
vedere Gesù. "E' necessario seguirlo sulla via del dono di sè".
"Vedere significa, allora, credere e credere significa seguire Gesù
nel dono di sè per amore. In questo percorso i segni non mancano: "La
Parola di Dio", che è un' eredità preziosa, che accogliamo come Parola
viva, capace di rischiarare, rafforzare e guidare la nostra esistenza; "I
Sacramenti" e in particolare l' eucaristia. In essi riconosciamo l' azione
dello Spirito Santo, che rende la morte e la risurezione di Gesù attuali ed
efficaci; "La comunità cristiana", perchè, come ha insegnato Gesù,
"là dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a
loro"; infine, "i fratelli, che incrociano la nostra strada e che
diventano il nostro prossimo", da amare e servire. Tra di essi i più
poveri. E il Signore stesso ci visita attraverso di essi.
Mons. Nino
Scarcione
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