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Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

giovedì 25 marzo 2010

L'Architetto Andrea Ferlita relaziona sull'incontro "recupero edifici pericolanti nel quartiere Monte"



Alle ore 16.30 del 22 marzo, come da programma, si è svolto nei locali della Protezione Civile e Tutela Ambientale con sede nel Comune di via Gen. Ciancio, l’incontro del Consiglio direttivo del Quartiere Monte diretto dal presidente Filippo Rausa con il capo della Protezione Civile, l’Ing. Walter Procaccianti, l’Assessore ai LL.PP., l’Ing. Gaetano Guccio ed il dirigente del 6° Settore Lavori Pubblici, l’Ing. Mario Duminuco.
Il dibattito, che per tutta la sua durata si è svolto improntato alla massima cortesia e spirito collaborativo, ha esordito ponendo la questione del rapporto tra il nuovo P.R.G. approvato con delibera del Consiglio Comunale n°27 del 10 Marzo scorso ed il quartiere Monte dal momento che si è addebitato lo svuotamento di esso alla responsabilità di una scarsa attenzione del precedente P.R.G. (ancora vigente fino a quando non si conclude l’iter procedimentale istruttorio con l’emanazione del decreto Assessoriale di approvazione dello strumento urbanistico).
Prontamente, l’Ing. Procaccianti rispondeva attraverso una serie di puntualizzazioni.
1) Il P.R.G., che è uno strumento di pianificazione generale, per definizione, per una sua connaturata strutturazione, non può prevedere l’abbandono di una zona della città, non può decretarne la fine per deliberata e precisa intenzione progettuale;
2) il P.R.G. contiene delle scelte progettuali che sono state condivise dal Consiglio Comunale di allora: dato che il progettista non può essere a conoscenza di tutte le peculiarità del territorio, la redazione del P.R.G. è sempre accompagnata dal supporto dell’Ufficio Tecnico, e tutti i suoi punti tecnici non possono essere approvati in sede consiliare se non si raggiunge uno accordo tra le varie forze politiche che compongono il Consesso Civico.
il P.R.G., quindi, risulta essere il prodotto di scelte tecniche ben precise ma rappresenta, anche, la sintesi dei più disparati ed a volte contrapposti interessi politici ed economici proprio per garantire una democrazia della pianificazione.
3) allo svuotamento del centro storico hanno, semmai, concorso fattori di tipo commerciale – culturale – sociale;
· commerciale: l’apertura dei grandi centri di distribuzione alimentare e vestiaria ha letteralmente fagocitato quel minuto tessuto economico costituito da tutta una serie di piccole botteghe con evidenti gravi conseguenze sociali,
· culturale: è cambiato il modo di abitare una casa,
· sociale: con il tempo è invalsa la tendenza a spostarsi in zone meglio attrezzate.

A seguire l’Ass. re Guccio: l’indirizzo attuale dell’Ufficio Tecnico e dell’Assessorato ai LL.PP. è quello della riqualificazione urbana del centro storico, ribadito con precisa intenzione progettuale dal nuovo P.R.G., strumento reso, anzi, più flessibile per quanto riguarda tale recupero.
Aggiunge l’Ing. Duminuco: il recupero del patrimonio edilizio minuto và condotto tramite un’operazione di edilizia economica popolare perché si fondi non solo con un rilancio turistico ma anche con un re-insediamento degli abitanti.
Tecnicamente tale flessibilità si tradurrebbe prevedendo l’accorpamento di più particelle per imprimere alla corrente tipologia abitativa uno sviluppo dimensionale e funzionale preferibilmente da verticale (il tipico lotto “gotico” caratterizzato dall’essere stretto, profondo ed alto) in orizzontale avvicinandosi, in tal modo, all’idea spaziale del comune appartamento meglio rispondente e più vicino al nostro modo di vivere.
Una procedura di trasformazione, ovvero, di “rivisitazione” della tipologia suddetta da condurre a mezzo di uno intervento di tipo “condominiale” mantenendo, naturalmente, la cortina muraria, preservando le sue intrinseche qualità materiche e specificità artistiche ed infine, ammettendo soltanto parziali modifiche delle bucature per uno adeguamento alle nuove planimetrie.
“Il centro storico diventerà un LABORATORIO DI ARCHITETTURA”, soggiunge l’Ing. Duminuco: frase che si colloca in perfetta sintonia con la mostra, ospitata nel Centro espositivo Monte Prestami e da poco conclusasi, “Città e invenzione contemporanea – Progetti per Piazza Armerina”.
Una serie di progetti redatti dagli allievi della Facoltà di Architettura dell’Università Kore di Enna, hanno affrontato il tema della casa unifamiliare offrendo spunti di sperimentazioni linguistiche dell’architettura contemporanea ma “calati” nelle storiche stecche di via Misericordia e S. Martino.
Volendo spingere il discorso in tal senso, perché non considerare il centro storico come un laboratorio di idee ed un cantiere edile in piena operatività?
Se è vero che il nuovo P.R.G. si pone come uno strumento più flessibile nei confronti di possibili interventi sul centro storico, la deroga di tutta una serie di parametri dimensionali, tipologici e funzionali permetterebbe una riqualificazione urbana generale ed una ristrutturazione dei singoli manufatti con “inserti” progettuali che tengano conto delle specifiche valenze del tessuto edilizio - urbano ma rispondenti alle contemporanee tendenze dell’architettura internazionale.

Poiché l’oggetto della riunione è stata l’incolumità degli abitanti legata alle condizioni statiche degli edifici (perché il caso “FAVARA” debba mai più ripetersi), il Comitato ha proposto d’istituire un gruppo di tecnici per censire e catalogare quei fabbricati ritenuti più a rischio.
Da notare che questa istanza avanzata dal Consiglio direttivo del Comitato rappresenta solamente un primo passetto di un processo che vorrebbe portare il quartiere Monte all’attenzione di tutti, della comunità piazzese come dell’amministrazione e delle varie forze politiche: il quartiere Monte non è importante solo e semplicemente perché è storico, soprattutto perché è la sede fisica dei monumenti più preziosi e prestigiosi, dalla chiese ai palazzi barocchi, oltre ad essere il quartiere stesso, con il proprio minuto tessuto edilizio, a costituire un patrimonio di eccezionale qualità storica - artistica.
S’inizia prendendo in considerazione l’aspetto statico degli edifici segnalando i casi più gravi cercando d’innescare un meccanismo che porti ad una riqualificazione dell’intero quartiere sulla base di una sua ri-funzionalizzazione; perché non si vuole far rinascere il quartiere cristallizzandolo in una sorta di “esteso museo”, bensì ripopolandolo dove voci di bambini e brontolii degli anziani s’intrecciano con l’inglese dei turisti.
Alla fine si è pervenuti ad una linea comportamentale che per adesso accontenta le due parti.
· L’operato del Comitato si muoverà in due principali direzioni:
una è quella di sensibilizzare gli abitanti del quartiere a svolgere interventi di manutenzione ordinaria, sempre con il gentile supporto dell’Ufficio Tecnico e della Protezione Civile, evitando future ed onerose operazioni di manutenzione straordinaria.
Perché messa in sicurezza di un edificio non vuol dire necessariamente eseguire una ristrutturazione, anche una serie di piccoli interventi;
l’altra d’istituire un gruppo di tecnici formato da Ingegneri e Geologi che a titolo puramente gratuito e con lo spirito di chi si sente partecipe alle sorti del nostro patrimonio storico-architettonico, eseguiranno dei sopralluoghi per una valutazione qualitativa delle condizioni statiche dei manufatti ritenuti più a rischio.
· La Protezione Civile del Comune, invece, fornirà delle schede di 2° livello di rilevamento danno, pronto intervento e agibilità, e nella persone dell’Ing. Procaccianti accompagnerà il team nella prima visita per impartire un metodo di rilevamento, memore della sua recente esperienza in Abruzzo.

Dopodiché, si presenterà tale monitoraggio puramente conoscitivo all’Ufficio Tecnico dei LL.PP. che trasmetterà la pratica all’Amministrazione comunale.
In seguito, il Comune di Piazza potrebbe far presente il caso alla Protezione Civile Regionale o alla Regione Siciliana stessa per cercare di attingere dei fondi ad “hoc”.
In ultima istanza, il Comitato ha chiesto che delle vie di fuga, necessarie in caso di eventi pubblici come processioni, sagre, ecc., vengano inserite nel nuovo P.R.G.: a tal proposito l’Ass. re Guccio ha fatto notare come sia stato possibile inviare la scheda per l’inserimento delle vie di fuga al Dipartimento Regionale della Protezione Civile perché non è richiesta l’attestazione della conformità al vincolo geomorfologico.

Arch. ANDREA FERLITA

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Anonimo ha detto...
che venga istituito un gruppo di tecnici formato da Ingegneri e Geologi che a titolo puramente gratuito eseguiranno dei sopralluoghi per una valutazione qualitativa delle condizioni statiche dei manufatti ritenuti più a rischio, la ritengo una cosa interessante. ma perchè le valutazioni di questi tecnici dovrebebro essere prese in considerazione? che valenza avranno? se non avranno un incarico specifico dall'amministrazione comunale tutto ciò che faranno sarà carta straccia. caro rausa hai scoperto l'uvo di colombo, che in questo periodo serve soplo a fare simbolo pasquale, per il resto......

26 marzo, 2010 19:42

Anonimo ha detto...

Anonimo ha detto...
Filippo, NON RAGIONAR DI LORO, MA GUARDA E PASSA. Se uno, ogni volta, deve ascoltare i saputelli
che a parlare, a puntualizzare, a polemizzare, a dire "si, và bene, però...", non fara mai niente.
Bisogna pure partire da qualche punto perchè gli strumenti si forgiano man mano che si procede, perchè i grandi obiettivi si raggiungono iniziando con fiducia, entusiasmo, motivazione dalle piccole cose. Lavorando per realizzare quello che ci si è prefissato porterà sicuramente a risultati, anche se parziali, comunque concreti.
Un plauso a Filippo che, finalmente, dopo un lungo periodo di torpore del quartiere e dei suoi abitanti (compreso quell'ignavo Signore che, oltre a straparlare, non sò cosa abbia proprio fatto) stà cercando, quantomeno, di ridestare una situazione ormai stagnante da troppo tempo.
Buon lavoro!

27 marzo, 2010 11:03

Anonimo ha detto...

Valter ha detto...
Possiedo una piccola casetta in Via Cavour, mi piace tantissimo la medioevalità del quartiere monte che andrebbe sfruttato meglio ai fini turistici. Apprezzo l'iniziativa del Presidente e mi permetto un piccolo suggerimento: dove tecnicamente possibile abbattere le antiestetiche sopraelevazioni degli anni '50 e '60.

Anonimo ha detto...

per valter ha detto : o commentatore...niente niente ti chiami andrea?