Da più parti ci giungono mail di quartieranti e concittadini arrabiati per i continui blackout dell'impianto d'illuminazione della Basilica Cattedrale.
Pubblichiamo una mail di un appassionato concittadino (che invitiamo per la prossima a firmarsi).
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E ci risiamo !!!
Comincia il brutto tempo, due gocce d'acqua e la nostra amata Cattedrale ripiomba nel buio!!! (da premettere che da qualche anno non è illuminata nella sua totalità).
La croce sopra la lanterna è da anni fuori uso, poi, i fari delle terrazze posteriori sono quasi sempre spenti oppure nella migliore delle ipotesi si accendono ad intermittenza, per un periodo quelli di destra e per un altro quelli di sinistra.
Forse tutto ciò è dovuto ad un progetto di risparmio energetico attuato dal nostro Comune proprio sul bene che sta più a cuore a tutta la cittadinanza???
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particolare della croce con il neon rotto |
Facendo un’analisi della situazione, essendo che questi problemi si verificano sempre in concomitanza ad eventi di pioggia (anche non copiosi), da incompetente, mi viene subito da pensare che l’impianto elettrico ha certamente seri problemi.
Forse si ricorda ancora di Marco Trigona???
Non è che si aspetta un incendio causa l’antiquato impianto elettrico per mandare in fumo parte del nostro patrimonio, e poi sentirci dire: “si ci poteva pensare prima”, “si poteva fare qualcosa”, “solo se avessimo saputo”…
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particolare |
Il comitato del quartiere Monte, che seguo anche tramite questo blog, ha fatto tanto per la cattedrale, sollecitando e pubblicando articoli per poterla rivedere illuminata ma nessun altro ha mosso un dito!!! mi immagino lo scaricabarile, parrocchia, diocesi, comune, soprintendenza …
Mi piacerebbe anche sapere perché l'Amministrazione non attenzioni seriamente il problema piuttosto di fare effettuare interventi tampone.
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Ritengo che non abbiano a cuore la nostra magnifica Cattedrale e gli altri numerosissimi beni monumentali maltrattati, deturpati, infestati d'erba, abbandonati ad un maledetto oblio!!!
A volte penso che la nostra amata città sia sotto l’effetto di un meschino maleficio, mosso forse, da qualcuno che geloso del fausto di un tempo, ha voluto che vivesse questo lungo, pesante e ingiusto periodo di totale decadenza!
Anonimo piazzese
(la cattedrale illuminata in occasione del Giubileo anno 2000)
7 commenti:
wow che particolari!!! ma chi ha scattato queste foto? e come?
Anonimo ha detto...
chiedetelo a padre bognanni che succede
28 gennaio, 2011 14:26
Anonimo ha detto...
Padre Bognianni almeno potrebbe sollecitare un intervento comunale ...
è vergognoso lasciare la Basilica Cattedrale al buio
è come se fosse un monumento di poca importanza..
ma nooo nn posso pensare questo...!!!???
ma il vescovo nn fa mai niente per la sua cattedra???
Eh sì, caru Anonimuchiazzisi, è propriu bedda, sta cattedrali nostra.
E penza tu, quantu bedda putissi essiri ancora pi li seculi seculorum, anzi pi li sicula siculorum, si la salvaguardassimu e la preservassimu comu la vista di l’occhi.
Certu, si lu politicu politicassi e lu cittadinu cittadinassi.
E puru iu, comu a ttia, mi affiguro la parrocchia e la diocesi e la curia e la spoprintendenza e la cittadinanza tutta, cu ncoddu li barili ca si li scaricanu e si li iucanu a vicenza.
Ma nun ci su’ tarì e allura s’aspetta la catastrofi pi putiri, prefichi di statu, chiànciri in prima fila ciocchiffù.
E stu comitatu quarteri munti c’ammutta e pari ca lu cuntu fussi sulu lu so’, mentri noialtri cittadini di cittadinanza spittamu la passula ‘mbucca e la canciata di ventu.
Quannu lu ventu, si sa, si po’ fari canciari a furia di sciusciati e ammuttuni.
Epperò, caru Anonimuchiazzisi, sta malapinzata to’ di mischinu malificiu mi duna chi pinzari, e si qualcunu ni ittò la magarìa, io ci mento il riparo con questo scongiuru gesticolatoriu.
Certu, trattannusi ca la chiesa nun l’ammetti, lu scongiuru, una scumunica scomunicanti me la spetto.
E quannu arriva, e si arriva, ci arrispondo ca quelli, gli scongiuri, sono sì retaggio di gnuranze e di paure ataviche, ma che, in fondo, non sono che una particolare laborazione della preghiera e dello “aiutati che Dio t’aiuta”.
Ecco lo scongiuro, che ho titulato:
Scugna, malocchiu.
Pilu di zazzamirra sbiddicata,
griddi sgriddati e vermi svirminati,
minni di buffa, sali na picata,
sangu di setti fimmini arraggiati
pigghiati tutti pi conforma su.
Scugna, malocchiu, e nun 'ncugnari cchiù.
Tutti nfuddati in forma ammusturata
putenti e formidàbbili, ammiscati
a n'agghiu masculignu di nvirnata
e a quattru passuluni scacazzati
nzingati cu na cruci e fatta fu.
Scugna, malocchiu, e nun 'ncugnari cchiù.
Poi ca ti jettu sutta p'ogni via,
fa' di riparu stìticu di guai,
giammentri tu, svintura e camurrìa,
cussì comu vinisti ti nni vai.
Pi gloria d'ognissanti e di Ggesù.
Scugna, malocchiu, e nun 'ncugnari cchiù.
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Giovanni Piazza
grande giovanni Piazza! il tema dell'articolo sta davvero a cuore a tutti, e spinge ognuno di noi a manifestarlo nel modo più semplice in cui riusciamo a esternare le nostre emozioni, in questo caso con una poesia. e poi, bella pensata quella dello scongiuro!
...ma per rivedere la Cattedrale in tutto il suo splendore altro che scongiuri ci vorrebbero.
PS: giovanni, ma un corso di gallo italico per salvare dall'oblio questa magnifica lingua tutta nostra???
Caro anonimo del 31 gennaio, la pensata dello scongiuro non è la mia, ma dell’anonimo del 28 gennaio (miiiiiih, chi confusioni anonimistica) che temeva un meschino maleficio.
Grazie comunque della condivisione, perché, a parte le mie babbiate in rima, ciò che è chiaro in queste discussioni è che lo “aiutati che Dio t’aiuta” ha un fondo di grandissima verità (più ci si aiuta e ci si dà da fare, tutti, e più risultati si assicutano e si raggiungono, come quello del museo di palazzo Trigona, la cui raccolta firme può e deve coinvolgere ed invogliare tutti).
Quanto al gallo italico, considerata la mia ignoranza in materia, penso che il corso dovresti chiederlo ai quattro nostri espertissimi Testa-Todaro-Platania-Libertino, che di gallo italico ni sanu sentiri a tinchitè (il mio è invece un siciliano elementare che dovrebbe essere comprensibile in ogni parte della Sicilia).
Salutamu e baciamo le mani
Giovanni Piazza
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