Non essendo un luogo destinato al culto purtroppo la Curia non può utilizzare i fondi, solitamente previsti nella misura del 50 per cento, messi a disposizione dalla Cei, la conferenza episcopale italiana.
venerdì 13 febbraio 2015
Chiesto il finanziamento per ristrutturazione dell’ex convento di San Francesco
Presentato alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri progetto da 2 milioni di euro dalla Diocesi di Piazza Armerina
per la messa in sicurezza e la ristrutturazione dell’ex convento di San
Francesco, a valere sui fondi dell’8 per mille.
La Curia spera in un
finanziamento del recupero per poter riportare all’antico splendore uno degli
edifici religiosi più importanti, soprattutto per la sua collocazione
strategica all’interno del centro storico.
La sede della Curia di Piano
Calarco verrebbe poi collegata direttamente all’ex convento attraverso alcuni
ingressi già predisposti.
L’ex convento servirebbe a
completare ed arricchire la sede della Diocesi di recente ristrutturazione e
potrebbe accogliere i locali dell’archivio storico diocesano, attualmente
sistemati in via La Bella, ma anche ad altri uffici per gli scopi istituzionali
legati alle attività della Curia.
Si spera in alcuni canali
istituzionali e politici per poter sollecitare il finanziamento. L’immobile del
XVI secolo, nel cuore del nobile quartiere Monte, per circa 130 anni, dal 1870,
aveva ospitato lungo i suoi corridoi e locali le corsie dell’ospedale Michele Chiello.
Poi dopo il trasferimento del presidio sanitario nella nuova struttura di
contrada Bellia l’edificio storico era finito in un completo stato di
abbandono.
Nell’estate del 2005 l’ex
convento balzò agli onori della cronaca per un episodio gravissimo: dal chiostro cinquecentesco interno otto colonne con i relativi archi a tutto sesto
erano stati demoliti da due ladri, mettendo a rischio la staticità della
struttura, e sei capitelli in stile corinzio asportati praticando un buco nella
parte posteriore del chiostro.
Opere d’arte per fortuna poi
ritrovate e recuperate dalla Compagnia dei Carabinieri.
L’intero complesso immobiliare,
composto dalla struttura più moderna, oggetto del recupero, e dall’ex convento
di San Francesco, nel 2009 era stato acquistato dalla Curia per 1 milione e 300
mila euro dall’Ausl 4 di Enna.
E proprio il chiostro interno,
distrutto dai ladri, era stato oggetto di un primo e immediato intervento di
messa in sicurezza condotto dal settore Beni culturali della Diocesi, con il
ripristino delle colonne del peristilio, in modo non solo da restituire dignità
storica ad un luogo violato, ma anche per assicurare tenuta statica al primo
piano del convento, rimasto fortemente indebolito dopo l’asportazione di otto
colonne.
Erano stati anche chiusi tutti
gli accessi per evitare altri atti di vandalismo e richiuso il buco praticato
dai ladri per penetrare nel chiostro dalla parte posteriore.
Ma il primo stralcio di interventi
non poteva contare se non su pochi fondi a disposizione e i riflettori
sull’immobile si sono subito dopo spenti.
Non essendo un luogo destinato al culto purtroppo la Curia non può utilizzare i fondi, solitamente previsti nella misura del 50 per cento, messi a disposizione dalla Cei, la conferenza episcopale italiana.
Non essendo un luogo destinato al culto purtroppo la Curia non può utilizzare i fondi, solitamente previsti nella misura del 50 per cento, messi a disposizione dalla Cei, la conferenza episcopale italiana.
Roberto Palermo
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2 commenti:
Dopo il ritrovamento delle colonne sottratte al chiostro e trovate in una tenuta del circondario, ma ad insaputa del proprietario, io ho preso l'abitudine di tenere sempre chiuso il cancello della mia campagna, non vorrei. ..........
Turibio hai fatto bene a ricordarmelo,adesso anch'io chiuderò sempre il cancello della mia tenuta,non vorrei ritrovarmi impelagato in situazioni scabrose.
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