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Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

venerdì 13 febbraio 2015

Chiesto il finanziamento per ristrutturazione dell’ex convento di San Francesco

Presentato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri progetto da 2 milioni di euro dalla Diocesi di Piazza Armerina per la messa in sicurezza e la ristrutturazione dell’ex convento di San Francesco, a valere sui fondi dell’8 per mille.

La Curia spera in un finanziamento del recupero per poter riportare all’antico splendore uno degli edifici religiosi più importanti, soprattutto per la sua collocazione strategica all’interno del centro storico.

La sede della Curia di Piano Calarco verrebbe poi collegata direttamente all’ex convento attraverso alcuni ingressi già predisposti.

L’ex convento servirebbe a completare ed arricchire la sede della Diocesi di recente ristrutturazione e potrebbe accogliere i locali dell’archivio storico diocesano, attualmente sistemati in via La Bella, ma anche ad altri uffici per gli scopi istituzionali legati alle attività della Curia.

Si spera in alcuni canali istituzionali e politici per poter sollecitare il finanziamento. L’immobile del XVI secolo, nel cuore del nobile quartiere Monte, per circa 130 anni, dal 1870, aveva ospitato lungo i suoi corridoi e locali le corsie dell’ospedale Michele Chiello.

Poi dopo il trasferimento del presidio sanitario nella nuova struttura di contrada Bellia l’edificio storico era finito in un completo stato di abbandono.

Nell’estate del 2005 l’ex convento balzò agli onori della cronaca per un episodio gravissimo: dal chiostro cinquecentesco interno otto colonne con i relativi archi a tutto sesto erano stati demoliti da due ladri, mettendo a rischio la staticità della struttura, e sei capitelli in stile corinzio asportati praticando un buco nella parte posteriore del chiostro.

Opere d’arte per fortuna poi ritrovate e recuperate dalla Compagnia dei Carabinieri. 
L’intero complesso immobiliare, composto dalla struttura più moderna, oggetto del recupero, e dall’ex convento di San Francesco, nel 2009 era stato acquistato dalla Curia per 1 milione e 300 mila euro dall’Ausl 4 di Enna.

E proprio il chiostro interno, distrutto dai ladri, era stato oggetto di un primo e immediato intervento di messa in sicurezza condotto dal settore Beni culturali della Diocesi, con il ripristino delle colonne del peristilio, in modo non solo da restituire dignità storica ad un luogo violato, ma anche per assicurare tenuta statica al primo piano del convento, rimasto fortemente indebolito dopo l’asportazione di otto colonne.

Erano stati anche chiusi tutti gli accessi per evitare altri atti di vandalismo e richiuso il buco praticato dai ladri per penetrare nel chiostro dalla parte posteriore.

Ma il primo stralcio di interventi non poteva contare se non su pochi fondi a disposizione e i riflettori sull’immobile si sono subito dopo spenti.
Non essendo un luogo destinato al culto purtroppo la Curia non può utilizzare i fondi, solitamente previsti nella misura del 50 per cento, messi a disposizione dalla Cei, la conferenza episcopale italiana.

                                                                                                                   Roberto Palermo

2 commenti:

turibio ha detto...

Dopo il ritrovamento delle colonne sottratte al chiostro e trovate in una tenuta del circondario, ma ad insaputa del proprietario, io ho preso l'abitudine di tenere sempre chiuso il cancello della mia campagna, non vorrei. ..........

Anonimo ha detto...

Turibio hai fatto bene a ricordarmelo,adesso anch'io chiuderò sempre il cancello della mia tenuta,non vorrei ritrovarmi impelagato in situazioni scabrose.