
sabato 25 aprile 2015
La Domenica con Gesù, IV di Pasqua/B
……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale
Testi: "...In nessun altro c' è salvezza..." At 4,8-12 .
"La pietra scartata dai costruttori è diventata la pietra d'angolo" . Sal 117 .
"...Vedremo Dio come egli è..." 1Gv 3, 1-2 .
" Il buon pastore offre la vita per le pecore " . Gv 10, 11-18.
Giovanni descrive l'intima conoscenza tra Dio e i suoi figli mediante l'immagine del pastore e del gregge. Infatti, Il buon pastore, di cui egli parla, realizza l' antica promessa di Dio: " Ecco, io stesso, cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna, le radunerò da tutti i luoghi, dove erano disperse e le farò uscire dai popoli e le radunerò da tutte le regioni. Le condurrò in ottime pasture e il loro pascolo sarà sui monti alti d' Israele. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all' ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata...". Ez 34, 11-16

1) Il Cristo dice di sè, di essere il "buon pastore", che "offre la vita per le pecore". Proprio qui, affiora un valore aggiunto, che evidenzia l' identità e la vera missione del pastore (=Gesù): la sua cura per le pecore arriva fino al dono della sua vita. Per questo, tra il pastore e le pecore, si stabilisce una conoscenza senza precedenti: "Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, "come" il Padre conosce me e io conosco il Padre". In altre parole, il pastore (=Cristo) introduce il gregge nella stessa conoscenza/comunione, che lui, il Figlio, ha con il Padre da tutta l' eternità.
2) Un' altra caratteristica del "buon pastore" è la seguente: le sue pecore, cioè, non sono solo quelle d' Israele. Come Gesù stesso afferma: ".. Ho altre pecore che non sono di quest' ovile...ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore" . L' ovile, a cui allude il pastore, è la Chiesa, cioè la comunità di fede, che vive nella comunione con Dio. Notiamo, a questo punto, un' apertura vera e propria al futuro della missione evangelizzatrice.
3) L' ultima caratteristica del "buon pastore" è quella di donare la propria vita e di riprenderla di nuovo: nessuno, infatti, è in grado di toglierla a lui. Infatti, Gesù non è caduto vittima di un meschino complotto umano, e non è stato consegnato nelle loro mani violente, ma egli, liberamente, "si è consegnato" loro, per adempiere la missione, ricevuta dal Padre. E' proprio questo il senso delle parole, così ermetiche e asciutte ("Tutto è compiuto"), che il Signore pronuncia, poco prima di morire sulla croce. Con questo verbo, Gesù esprime la consapevolezza di aver portato a compimento la sua missione.
In altre parole, Gesù "vede", già, gli effetti salvifici della sua morte: la nascita, cioè, della Chiesa, prefigurata dalla madre e dal discepolo amato ai piedi della croce. Vediamo bene che la pagina del "buon pastore" è, certamente, di una profondità e bellezza incomparabili. In particolare, essa è uno "specchio" per la Chiesa di ogni tempo.
Mons. Nino Scarcione
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