"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 19 aprile 2015

La Domenica con Gesù, III di Pasqua/B

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi: ” …Voi…Avete ucciso l’ autore della vita…Convertitevi e cambiate vita…” At 3,13-15.17-19 . 
“Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto”. Sal 4/5,2.4.7.9 . “…Gesù Cristo il giusto…Chi dice : lo conosco e non osserva i suoi comandamenti, è un bugiardo…” I Gv 2,1-5a . 
“ …Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù…Stette in mezzo a loro e disse: Pace a voi…Guardate le mie mani e i miei piedi: Sono proprio io !...”

Grazie a Gesù, siamo stati avviati al passaggio (=pasqua) dalla paura alla conoscenza, dall’accoglienza e alla meraviglia.

- Dalla paura alla meraviglia. Oggi, forse, stare alla presenza di un Dio, che è Padre misericordioso e ascoltare la sua Parola non ci lascia molto tranquilli. L’ amore che Dio ha verso di noi, ci chiede di averlo verso gli altri; credere che la preghiera sia una forza capace di smuovere le cose e di abbattere il male; perdonare chi ci ha offeso. Temiamo parole come queste e temiamo di metterle in pratica nella nostra vita. Allora accade come è accaduto ai discepoli, che vedono Gesù risorto apparire in mezzo a loro, mentre dice “pace a voi”, che suscita reazioni di spavento e di paura, come di chi ha visto un fantasma, che riemerge dal passato, “caratterizzato” talvolta da vecchie prescrizioni e antiche credenze.

- Già facciamo fatica a lasciarci mettere in discussione: perché farci provocare da una tradizione quasi preistorica ? Ma se Cristo è davvero risorto, allora siamo davanti all’ eternità di Dio cha scavalca ogni tempo ed ogni epoca, che da millenni parla al cuore degli uomini, parla a popoli interi ed ha permesso che la sua parola si incarnasse nella storia e condividesse le nostre gioie e le nostre fatiche. Non siamo, quindi,nutriti di cose vecchie, ma da un Pane vivo e sempre nuovo, Gesù.

La paura, dunque, cede il passo allo stupore. Ci possiamo ancora chiedere, come sia possibile tutto questo: ma basta avere occhi onesti, per vedere che diventa realtà quotidiana.

- Dal rifiuto all’ accoglienza. La paura genera rifiuto: temiamo tutto ciò che possa toglierci qualcosa di nostro: beni, persone, tempo ed energie. Ci piace scegliere, giustamente, per chi, per che cosa spendere e spenderci, e quando qualcun’ altro ci chiede di dare al di fuori dei nostri progetti, il primo istinto è di dire “no”. Ma siamo sicuri di valutare quel “no” anche alla luce della nostra fede in Dio, che si fa carne nella nostra storia personale ? Pietro rimprovera al popolo di aver rinnegato il Santo e il Giusto ed ha chiesto che fosse graziato un assassino. Accadono momenti, in cui anche noi rinneghiamo la santità e la giustizia, i due modi, con cui ci dovremmo relazionare con Dio e con gli altri; ciò significa che ci sono momenti in cui rifiutiamo Dio e gli altri. Questi atteggiamenti hanno un nome ben preciso: peccato. Ma oggi desideriamo “gustare” meglio la bellezza della salvezza. Dio ha risuscitato Gesù. Egli, il Giusto e il Santo, vive ancora.

- Dalla lontananza alla conoscenza. Sappiamo bene che i peccati comportano un “allontanamento” da Dio. Rifiutare significa tenere lontano, non coinvolgersi, non accettare una relazione. Tutto ciò implica mettere un serio ostacolo ad ogni possibilità di approfondire la conoscenza dell’ altro. Il filosofo Arturo Schopenauer, opportunamente, diceva: “ La lontananza e l’ assenza prolungata danneggiano ogni amicizia, per quanto lo si ammetta malvolentieri. Gli uomini che non vediamo più, anche nel caso fossero i nostri più cari amici, si disseccano, con il passare degli anni, poco per volta sino a diventare dei concetti “ . Se questo vale per gli amici, è vero ancor più per Dio: il rischio che egli divenga un concetto è quanto mai reale.

- La grandezza della nostra fede sta nel fatto che Gesù si è fatto garante del nostro rapporto col Padre: anche se abbiamo peccato e ci siamo allontnati da lui. Senza tutto questo, riprendere la nostra relazione con Dio dopo ogni peccato, sarebbe molto difficile: ci smarriremmo nei sensi di colpa o nello scoraggiamento. In Gesù, invece, le nostre scelte possono essere ri-orientate verso il Padre. 

                                                                                   Mons. Nino Scarcione

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