
sabato 11 aprile 2015
La Domenica con Gesù, II di Pasqua, della Divina Misericordia/B
……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale
Testi: “ La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuor solo e un’ anima sola…Il ricavato di ciò che era stato venduto…Veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno”. At 4,32-35
“Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre” Sal 117 . “…In questo infatti consiste l’ amore di Dio, nell’ osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi…” I Gv 5, 1-6 . “…Tommaso, uno dei dodici,…Non era con loro quando Gesù venne…Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi…Io non credo…Otto giorni dopo…Venne Gesù, a porte chiuse… Poi disse a Tommaso: Metti qui il tuo dito…Non essere incredulo, ma crdente!...”. Gv 20,19-31

Comprendendo la causa della trasformazione, anche noi possiamo trovare un aiuto, per superare l’ incredulità ed i dubbi, che, come un tarlo, turbano, talvolta, la pace della nostra esistenza. Partiamo da Tommaso, egli ci stupisce per le sue, ormai proverbiali parole “categoriche”: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo”.
La sua pretesa si potrebbe sintetizzare così: “Vedere per credere”. Altrimenti, egli non è disposto a credere. In realtà, il seguito della scena dimostra che, semmai, è necessario il contrario, non “vedere per credere”, ma “credere per vedere”. Nonostante che la pretesa di Tommaso appaia così assoluta, il suo cuore, comunque, non è del tutto indurito. Infatti, in lui è già penetrata la parola di Gesù: “ Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente”; a cui segue la grande professione di fede: “Mio Signore e mio Dio”. E’, quindi, la parola efficace di Gesù a “sciogliere” l’ incredulità.
Il comando del Risorto a Tommaso: “Non essere incredulo, ma credente ! “, rinsalda la nostra fede, aiutandoci a superare le prove del dubbio. Tommaso ci insegna che non è necessario stendere la propria mano, per “vedere” il Risorto, ma è indispensabile ascoltare la sua parola, per credere. L’ esperienza dell’ apostolo è, dunque, esemplare per i credenti di ieri, di oggi e di domani: è proprio la parola di Dio a suscitare e a custodire la fede in lui, e non, certo, la ricerca di prove o la pretesa di segni, che non portano da nessuna parte.
La scena si conclude con le famose parole della beatitudine: “Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto !”. Cioè, tutti coloro che hanno creduto alla testimonianza degli apostoli, senza avere visto il Risorto.
Mons. Nino Scarcione
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