"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 11 aprile 2015

La Domenica con Gesù, II di Pasqua, della Divina Misericordia/B

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi: “ La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuor solo e un’ anima sola…Il ricavato di ciò che era stato venduto…Veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno”. At 4,32-35

“Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre” Sal 117 . “…In questo infatti consiste l’ amore di Dio, nell’ osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi…” I Gv 5, 1-6 . “…Tommaso, uno dei dodici,…Non era con loro quando Gesù venne…Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi…Io non credo…Otto giorni dopo…Venne Gesù, a porte chiuse… Poi disse a Tommaso: Metti qui il tuo dito…Non essere incredulo, ma crdente!...”. Gv 20,19-31

In questa Liturgia, mi colpisce particolarmente la figura di Tommaso e la su splendida confessione di fede, dopo l’iniziale incredulità: “Mio Signore e mio Dio ! “. In realtà, nella sua esperienza, possiamo cogliere la nostra difficoltà nel credere e, per questa ragione, siamo attirati dal suo cambiamento. Come è stato possibile ? Che cosa ha provocato in lui una svolta così profonda ? Anche se l’evangelista drammatizza l’intera scena, accentuando la sua incredulità e la sua proclamazione di fede, resta, comunque, da chiarire che cosa lo abbia fatto passare dall’una all’altra posizione.

Comprendendo la causa della trasformazione, anche noi possiamo trovare un aiuto, per superare l’ incredulità ed i dubbi, che, come un tarlo, turbano, talvolta, la pace della nostra esistenza. Partiamo da Tommaso, egli ci stupisce per le sue, ormai proverbiali parole “categoriche”: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo”.

La sua pretesa si potrebbe sintetizzare così: “Vedere per credere”. Altrimenti, egli non è disposto a credere. In realtà, il seguito della scena dimostra che, semmai, è necessario il contrario, non “vedere per credere”, ma “credere per vedere”. Nonostante che la pretesa di Tommaso appaia così assoluta, il suo cuore, comunque, non è del tutto indurito. Infatti, in lui è già penetrata la parola di Gesù: “ Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente”; a cui segue la grande professione di fede: “Mio Signore e mio Dio”. E’, quindi, la parola efficace di Gesù a “sciogliere” l’ incredulità.

Il comando del Risorto a Tommaso: “Non essere incredulo, ma credente ! “, rinsalda la nostra fede, aiutandoci a superare le prove del dubbio. Tommaso ci insegna che non è necessario stendere la propria mano, per “vedere” il Risorto, ma è indispensabile ascoltare la sua parola, per credere. L’ esperienza dell’ apostolo è, dunque, esemplare per i credenti di ieri, di oggi e di domani: è proprio la parola di Dio a suscitare e a custodire la fede in lui, e non, certo, la ricerca di prove o la pretesa di segni, che non portano da nessuna parte. 

La scena si conclude con le famose parole della beatitudine: “Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto !”. Cioè, tutti coloro che hanno creduto alla testimonianza degli apostoli, senza avere visto il Risorto.
                                                                        Mons. Nino Scarcione


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