"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 12 marzo 2017

La Domenica con Gesù, II Di Quaresima

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi: “…Vattene dalla tua terra…Verso la terra che io ti indicherò. Farò di te una grande nazione…”Gen 12,1-4a . 

“Figlio mio,…Soffri con me per il vangelo. Egli infatti ci ha salvati…Non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia…” 2 Tim 1,8b-10 . 

“…Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse in disparte su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro…” Mt 17,1-9.


Come, giustamente, afferma Gianfranco Ravasi (Cfr. “Secondo le Scritture”, Anno A), questa pagina di Matteo è anche alla base della Festa della Trasfigurazione, che, liturgicamente, si celebra il 6 agosto. In realtà, la sua collocazione ideale è proprio nella data odierna, alla luce dell’ attesa pasquale. 
Notiamo che i grandi segni della Trasfigurazione sono due. Il primo, è quello della “voce”, che dice: “Questi è il Figlio mio, l’ amato” . Nel Vangelo, questa voce risuona in tre scene: all’ inizio della narrazione matteana, nel battesimo del Signore al Giordano; nel bel mezzo del cammino terreno di Gesù, appunto nella Trasfigurazione, e alla fine del Vangelo, quando il centurione romano proclama: “Veramente quest’ uomo era Figlio di Dio ”! . La “voce” contiene, sinteticamente, il Credo, che noi con la Chiesa professiamo.

Al centro della nostra fede, quindi, spicca il volto di Cristo. Esso, infatti, deve offuscare i devozionalismi, confondere le degenerazioni delle sette e guidare i credenti lontano dalle superstizioni. Il secondo segno, è quello della “luce”, che avvolge la scena della Trasfigurazione, Gesù e i discepoli. Il Vangelo traduce con “Trasfigurazione” il termine greco “Metamorfosi”, sottolineando, così, una profonda trasformazione del Cristo e svelando anche il nostro destino di “figli della luce”.

Lo scrittore francese, O. Clément, nella su opera, “L’ altro sole”, descrive plasticamente questa “trasformazione” in Charles de Foucauld, quando afferma di essere rimasto “sconvolto dalle fotografie del famoso mi- stico, fondatore dei Piccoli Fratelli. La voce ci conduce al Cristo, la luce ci trasforma in lui; la voce si esprime nella Bibbia, la luce ci avvolge attraverso la fede e i sacramenti.

Il racconto della Trasfigurazione, conservato nella II Lettera di Pietro, finisce, intrecciando, in un unico segno, voce e luce: “Quella voce noi l’ abbiamo udita discendere dal cielo, mentre eravamo con il Cristo, sul santo monte. A quella voce fate bene e volgere l’ attenzione come lampada che brilla in un luogo oscuro” (1,18-19).

                                                                        Mons. Antonino Scarcione

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