"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 13 giugno 2020

La Domenica con Gesù, CORPUS DOMINI

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Non dimenticare il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dalla terra d’ Egitto…che ha fatto sgorgare per te l’ acqua dalla roccia durissima, che nel deserto ti ha nutrito di manna…” Dt 8,2-3.14b—16a . 
“…Il calice di benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo ? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il Corpo di Cristo ?...” 1 Cor 10,16-17 . 
“…Io sono il pane vivo, disceso dal cielo…chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ ultimo giorno…”Gv 6,51-58.

Il linguaggio di Gesù sembra fatto apposta per scandalizzare. Infatti, le parole “mangiare la carne” e “bere il sangue” facevano inorridire qualsiasi ebreo. Tuttora, nessun israelita mangia, oggi, la carne di un animale soffocato: l’ animale dev’ essere sgozzato ed il suo sangue dev’ essere uscito totalmente dal corpo. Allora, perché Gesù adopera espressioni che irritano gli ascoltatori ? Notiamo che ciò che è in causa è troppo importante. Gesù aveva moltiplicato i pani per la folla affamata: un gesto che ha destato l’ entusiasmo di quelli che hanno partecipato al banchetto. Ma, ora, dal “segno” egli vuole farli passare alla “realtà”: è lui il Pane della Vita, che dona il suo sangue come bevanda.

Mons. Rosario Gisana Vescovo di Piazza Armerina

Accettare questo, significa entrare nel mistero di comunione e di amore e lasciarsi trasformare dalla vita stessa di Dio, che fluisce nella nostra. Il brano evangelico ci conduce a considerare il centro e il cuore della nostra esistenza cristiana. Non si tratta della ricerca del nostro impegno o dei nostri sforzi, ma di un dono smisurato, che ci raggiunge.

Come dei poveri, che hanno fame di un alimento, che reca in sé la vita eterna. Un dono da accogliere come ospiti che a mensa condividono non “qualcosa”, ma lui, Gesù, che ha donato sé stesso per la salvezza del mondo. Un dono da accettare, sapendo che questo pane fa di noi dei fratelli.

Sappiamo che non tutti i battezzati sono coscienti di quello che perdono, disertando la Messa domenicale. La loro scelta, frutto spesso di pigrizia, li espone alle prove e alle difficoltà che incontrano, privi di forza e luce che vengono dall’ alto. Lontani dall’ Eucarestia, che, così, diventa un momento episodico, quasi un pedaggio da pagare alla tradizione e da onorare solo a Natale e a Pasqua, il rapporto con il Signore Gesù si allenta.

Gli assenti, confrontati con la sofferenza, con i momenti difficili della vita e con le decisioni impegnative, sono, di fatto, abbandonati a sé stessi. Non è casuale che l’ Eucarestia venga portata ai malati e agli anziani, spesso lasciati soli, per un valido sostegno .

                                                    Mons. Antonino Scarcione

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