"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 7 giugno 2020

La Domenica con Gesù, SANTISSIMA TRINITA'

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Allora il Signore…nella nube…proclamo’ il nome del Signore…Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ ira…” Es 34,4b-6.8-9 . “Fratelli, siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace…” 2 Cor 13,11-13 . 
“…Disse Gesù a Nicodemo: Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna…” Gv 3,16-18. 

La Chiesa Ortodossa nel Concilio dei Cento Capitoli (1551) dichiarò canonica l’ icona della Trinità e proclamò santo il suo autore, Andrej Rubliew (Cfr. immagine accanto). L’ icona rappresenta Dio in sé stesso. Nella pittura troviamo: i tre angeli, apparsi ad Abramo, che sono diventati le tre persone della Trinità.

Il Padre (a sinistra, vestito di rosa). Il Figlio (al centro, vestito in rosso e in blu con il clavo giallo-oro con cui vestivano i diaconi). Lo Spirito Santo (alla sinistra, vestito di blu e di verde ).

La famiglia di oggi di che cosa ha bisogno ? Certamente, della Trinità e di sposi che assumano la Trinità come “misura” delle loro relazioni e della loro unità. Gli elementi costitutivi di questo speciale vincolo d’ amore sono: 1) il dono di sè, 2) la gratuità, 3) la reciprocità.

Infatti, la “logica del dono” è già nell’ essere stesso dell’ uomo e della donna. Esistere ed esistere come uomo coincidono. Il dono offerto è veramente ricevuto e accolto solo quando suscita una risposta secondo un’ analoga logica di dono e di gratuità. In questo consiste la reciprocità. Vediamo che qui è in gioco una concezione non istintiva, ”naturale”, dei rapporti.

I nomi di Dio, come afferma il teologo, E.Ronchi, sono uno più bello dell’ altro: misericordioso, e pietoso, lento all’ ira, ricco di grazia e di fedeltà (Es 34,6). Dio stupisce Mosè e l’ umanità intera, “scrivendo sulle tavole di pietra” parole di tenerezza e di bontà, che giungono fino a Nicodemo: “Dio ha tanto amato il mondo, da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui…abbia la vita eterna”. E la notte di Nicodemo e quelle nostre si illuminano.

Vediamo che Gesù sta insegnando, al fariseo timido, che il nome di Dio è amore. Dio, in eterno, considera il mondo e ogni persona, più importanti di sé stesso.

Per redimere noi, ha perduto sé stesso. Ora, proviamo a gustare la bellezza di questi verbi: Dio ci “ha amati”, il Figlio ci “è stato dato” dal Padre. Dunque, Dio è già qui. Lasciamo che la mente e il cuore contemplino questa verità. Cioè, che Dio è già venuto, è nel mondo, qui ed ora. E’ importante ripetere a noi stessi queste parole ad ogni risveglio, ad ogni difficoltà e tutte le volta che siamo sfiduciati e c’ è buio attorno a noi.

Conseguentemente, cerchiamo di comprendere sempre meglio che il Figlio di Dio, Gesù, non è stato mandato dal Padre, per giudicare il mondo. Il Signore stesso ha detto: io non giudico, né per condannare, né per assolvere. Posso pesare i monti con la bilancia e il mare col cavo della mano, ma l’uomo non lo peso e non lo misuro. Perché io non giudico, salvo.

Salvare vuol dire nutrire di pienezza e poi conservare. Dio conserva: il mondo e me, ogni pensiero buono, ogni fatica generosa, ogni pazienza dolorosa. “Neppure un capello del vostro capo andrà perduto” (Lc 21,18), neanche un filo d’ erba, né un filo di bellezza scompariranno nel nulla.

I cristiani non sono quelli che amano Dio, bensì quelli che credono che Dio li ama. La Festa della Trinità è l’ annuncio che Dio non è, in sé stesso, solitudine, ma comunione, legame e abbraccio. E ci ha raggiunti.

                                    Mons. Antonino Scarcione

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