"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 12 settembre 2020

La Domenica con Gesù, XXIV del Tempo Ordinario / A

 ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“Rancore e ira sono cose orribili, e il peccatore le porta dentro…Ricordati della fine e smetti di odiare…e resta fedele ai comandamenti…” Sir 27,30-28,7,NV 27,33-28,9 . 
“…Se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore…Per questp infatti Cristo è morto ed è ritornato in vita…” Rm 14,7-9 . 
“Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse:…Quante volte dovrò perdonare… ? Fino a sette volte ? E Gesù gli rispose: Non dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette…” Mt 18,21-35. 

PERDONARE SEMPRE. Non fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette, cioè, sempre. L’ unica misura del perdono, come afferma il teologo, è quella di perdonare senza misura. Gesù stesso porta la bella notizia che l’ amore di Dio non ha misura. Questo ci racconta con la famosa parabola dei due debitori.

Il primo doveva un’ enorme somma di denaro al suo signore. Allora, dice il sacro testo, “gettatosi a terra, lo supplicava…”. Teniamo conto che, al tempo di Gesù, il debito era una cosa durissima da affrontare. Chi non riusciva a pagare, diventava schiavo, per sempre. Proprio per questo, quando noi preghiamo, diciamo: rimetti a noi i nostri debiti. Gli stiamo chiedendo: donaci la libertà, “lasciaci per oggi e per domani tutta la libertà di volare, amare, generare”.

Incredibile, ma vero. Il servo, perdonato, “appena uscito”, non una settimana, non un giorno dopo, non un’ ora dopo, ma subito, “prese per il collo il suo collega e lo strangolava gridando: “dammi i miei centesimi”. Proprio lui, al quale erano stati condonati milioni !?

Ma perché perdonare ? Semplicemente, perché così fa Dio.

Il perdono è “scandaloso”, perché richiede “la conversione” (non a chi ha commesso il male), ma a chi ha subito il torto ! Il vangelo ci ricorda che “noi siamo più grandi della storia che ci ha partorito e ferito. Noi siamo grandi quanto “il perdono, che strappa i circoli viziosi, spezza le coazioni a ripetere su altri il male subito, rompe la catena della colpa e della vendetta, spezza le simmetrie dell’ odio” (Hanna Arendt ).

San Francesco ad un frate guardiano, che si lamentava della sua comunità , scrive che, nel perdonare, c’ è “un’ ultima esigenza”: “farai vedere negli occhi il perdono. Non il perdono a stento, non quello a muso duro, ma quello che esce dagli occhi, dallo sguardo nuovo e buono, che ti cambia il modo di vedere la persona. E diventano occhi, che ti custodiscono, dentro i quali ti senti a casa. Perché il perdonante ha gli occhi di Dio”.

                                        Mons. Antonino Scarcione

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