"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 11 aprile 2021

LA DOMENICA CON GESU', II DI PASQUA / B ( O DELLA DIVINA MISERICORDIA )

 ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“ La moltitudine…aveva un cuor solo e un’ anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma tutto era comune…” At 4,32-35 . 
“…In questo infatti consiste l’ amore di Dio, nell’ osservare i suoi comandamenti…” 1 Gv 5,1-6 . 
“…Pace a voi ! Come il Padre ha mandato me, anch’ io mando voi…Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati…” Gv 20, 19-31.

IL RISORTO E’ VIVO E SI FA PRESENTE. I DONI DELLA PACE E DELLO SPIRITO SANTO. TOMMASO, L’ INCREDULO. I discepoli sono chiusi in casa per la paura. Paura dei giudei, delle guardie del tempio, della folla volubile, dei romani e di sé stessi. Tuttavia, Gesù viene. Otto giorni dopo, i discepoli erano nuovamente a casa. Questa volta, c’ era anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse. Secoli dopo, egli è ancora qui, davanti alle nostre porte chiuse. Come afferma Ermes Ronchi, “Gesù non accusa, non rimprovera, non abbandona, bensì, si ripropone, si consegna a discepoli, facili alla viltà e alla bugia.

Li aveva inviati per le strade del mondo e, invece, li ritrova “paralizzati” dalla paura. Eppure, egli accompagna delicatamente la fede esitante dei suoi. Ad essi non chiede di essere perfetti, ma semplicemente autentici. E si rivolge a Tommaso, il discepolo della proverbiale incredulità. “Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani, tendi la tua mano e mettila nel mio fianco”. Vediamo che la risurrezione non ha chiuso i fori dei chiodi, perché la croce non è stata un semplice incidente di percorso, da dimenticare, ma è la gloria di Gesù, il punto più alto dell’ amore di Dio, che, in Gesù, si offre per sempre alla contemplazione dell’ universo.

E’ proprio a causa di quei fori nelle mani e nel fianco che Dio lo ha risuscitato: essi sono l’alfabeto indelebile della sua lettera d’ amore agli uomini. Osserviamo che Gesù non vuole forzare Tommaso, anzi, ne rispetta la fatica ed i dubbi, perché conosce la complessità dell’ esistenza di ogni uomo

Ciò che vuole è il suo stupore, nel momento in cui Tommaso capirà che la sua fede poggia su un atto di amore perfetto del Signore verso di lui e verso l’ umanità. Adesso, Gesù usa tre verbi all’ imperativo: tocca, guarda, metti ! Se il discepolo abbia toccato, o meno, le ferite del Risorto, l’ autore di questa pagina non lo dice nemmeno, perché non ha più alcuna importanza. Invece, comunica al lettore il grande atto di fede formulato dal discepolo incredulo: “Mio Signore e mio Dio”. L’ intensità con cui Tommaso pronuncia quell’ aggettivo possessivo, “mio”, fa cambiare e cancella la sua incredulità. Ecco una bella e famosa pagina della misericordia di Dio.

                                                Mons. Antonino Scarcione

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