"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 25 settembre 2022

LA DOMENICA CON GESU', XXVI DEL TEMPO ORDINARIO / C

    ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“Guai agli spensierati di Sion…Distesi su letti di avorio e sdraiati sui loro divani mangiano gli agnelli del gregge…Cantarellano al suono dell’ arpa…Ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano. Perciò ora andranno in esilio…” Am 6,1a.4-7 .

“Tu, uomo di Dio,…tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza…” 1 Tim 6,11-18 . 

“…C’ era un uomo ricco, che…ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi…Un giorno il povero morì…Morì anche il ricco…Stando negli inferi tra i tormenti…vide da lontano Abramo…Gridando disse: Padre Abramo…manda Lazzaro a intingere nell’ acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua…Ma Abramo rispose: Figlio…è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi…” Lc 16,19-31.

“VIVERE LA FEDE E’ APRIRSI AGLI ALTRI. IL DIVARIO TRA RICCHI E POVERI ALIMENTA FORME DI DISCRIMINAZIONE. LA PARABOLA DEL RICCO EPULONE E DEL POVERO LAZZARO OFFRE INTERESSANTI SPUNTI. SE IL PRIMO HA GODUTO DELLE CONDIZIONI AGIATE E IL SECONDO E’ STATO COSTRETTO AD ACCONTENTARSI DELLE BRICIOLE, DOPO LA MORTE LA LORO SORTE E’ RIBALTATA. LAZZARO PUO’ GIOIRE DELLA RICOMPENSA DEI GIUSTI. IL RICCO E’ TORMENTATO, PERCHE’ NON HA SOCCORSO IL POVERO.

Gesù, attraverso una parabola, propone la storia di un ricco, un
mendicante e un grande abisso, scavato tra le persone. Che cosa scava fossati e ci separa? Prendersi cura dell’ umano contro il disumano: due protagonisti, che si incrociano e non si parlano. “Uno vestito di piaghe”, l’altro di porpora; uno vive come un nababbo, l’ altro è malato e affamato e contende qualche briciola ai cani.

Ermes Ronchi, grazie alla sua attenta riflessione, ci fa da preziosa guida nella celebrazione. Egli, opportunamente, fa questo rilievo: “ Il mondo, rappresentatoci nella parabola, è proprio quello sognato da Dio per noi, suoi figli ? Ma qui, dentro il palazzo, dobbiamo, con tristezza, constatare che non c’ è posto per Dio. Perché Dio non è presente dove risulta assente il cuore.

Forse il ricco prega così: “O Dio, tendi l’ orecchio alla mia supplica”. Mentre lo stesso ricco è sordo al lamento del povero. Perché il povero è “diventato invisibile” agli occhi del ricco. Ma quanti invisibili figurano nelle nostre città !

Certo, apparentemente, sembra che il ricco non danneggi Lazzaro. Purtroppo, fa di peggio. Infatti, non lo fa nemmeno esistere, perchè lo riduce ad un nulla.

Notiamo, come afferma K. Doria, che “il vero nemico della fede è il narcisismo, non l’ ateismo”. Per Narciso, infatti, non esiste nessuno. Invece, il samaritano vide l’ uomo lasciato mezzo morto dai ladroni, scese da cavallo e si chinò su quell’ uomo.

Vedere-commuoversi-scendere-toccare, sono gesti umanissimi, fondamentali, affinchè la terra sia abitata non dalla ferocia, ma dalla tenerezza. Chi non accoglie l’ altro, in realtà, isola sé stesso. E’ lui la vittima dell’ esclusione.

Secondo momento. Il povero e il ricco muoiono e la narrazione li colloca agli antipodi, come già era accaduto sulla terra. Il ricco dice: “Padre Abramo, manda Lazzaro con una goccia d’ acqua sulla punta del dito”. Cosa ti costa, padre Abramo, un piccolo miracolo ! Una parola sola per i miei cinque fratelli. No. Perché non è il ritorno di un morto che converte qualcuno. Non sono i miracoli a cambiare la nostra direzione . La terra è già piena di miracoli e di profeti. Come afferma il sacro testo: “Hanno i profeto, ascoltino loro”. Hanno il Vangelo ! Inoltre, la terra è piena di Lazzari, li ascoltino, li guardino, li tocchino. S. Weil afferma ottimamente: “Il primo miracolo è accorgersi che l’ altro esiste”.

                                           Mons. Antonio Scarcione

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