San Matteo |
sabato 3 settembre 2011
La Domenica con Gesù - XXIII del Tempo Ordinario
……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.
..." Se il tuo fratello commetterà una colpa, va' e ammoniscilo...; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello..." Mt 18, 15-20
Quando, nel 1947, il pastore beduino Muhammed ed-Dib scoprì nelle grotte del Mar Morto i manoscritti della comunità giudaica di Qumran, vissuta tra il II sec. a.C. e il I sec. d.C., uno di quei testi fu intitolato, in base al contenuto, " La Regola della Comunità".
Uno dei capitoli era, infatti, dedicato alla correzione fraterna. Eccone una frase: "Si ammoniscano l'un l'altro con verità, umiltà e amore benevolo verso ognuno. Nessuno parli al suo fratello con ira, brontolando e con spirito cattivo..."
Anche il cap. 18 di Matteo viene definito dai biblisti : "La Regola della Comunità Cristiana" e si puo' definire "la correzione fraterna"; essa è articolata in tre momenti: ammonimento personale; ammonimento alla presenza di due o tre testimoni; deferimento alla Chiesa.
Se scatta la conversione, hai guadagnato il tuo fratello; altrimenti, si è costretti all' espulsione dalla comunità (in realtà, è il soggetto stesso, che si è collocato fuori dalla comunità).
Il primo livello è quello del dialogo interpersonale.
E' necessario, però, prima di ammonire l'altro, fare l'esame di scienza.
Bisogna essere limpidi e puri. Altrimenti, si commette il grave errore di voler togliere "la pagliuzza" dall'occhio dell'altro, mentre nel proprio c'è "la trave".
Il secondo livello coinvolge alcuni "testimoni".
Il senso della fraternità, la diversa capacità di parlare, insegnare e guidare, sono, infatti, competenze, che possono essere patrimonio degli intervenuti, per procedere con tatto, prudenza e cautela nella correzione dell' altro.
Il terzo livello coinvolge tutta la comunità: poiché essa sola ha il potere di considerare il fratello, dopo l' ulteriore tentativo,"incorreggibile", come colui che si è posto fuori dalla comunità.
L' intervento non dev'essere, però, un allontanamento feroce e plateale; sarà, casomai, la costatazione di una scelta negativa e cosciente da parte del discepolo, che si allontana.
Infatti, un genitore non caccia mai da sé i suoi figli; al contrario,ne può costatare l' allontanamento, ma sempre con sofferenza e amarezza.
Dio stesso "non prova piacere per la morte del peccatore", anzi vuole che egli "si converta e viva".
Quindi, nei confronti del fratello, che si ostina nel fare il male, deve scattare subito la vicinanza amorosa, l' attenzione delicata, il gesto del "medico che cura i malati e non i sani", come dice Gesu'.
Matteo, saggiamente, in questa celebrazione, propone un cammino educativo, di cui la Chiesa, comunità educante, dev'essere protagonista e maestra.
Anthony Cansas
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1 commento:
Quante belle parole, ma poi nella realtà di ogni giorno "homo homini lupus" !
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