"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 5 febbraio 2012

La Domenica con Gesù, V del Tempo Ordinario

 ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.  


 I Lettura. " I miei giorni scorrono più veloci di una spola...Ricordati che un soffio è la mia vita".Gb 7,1-4.6-7
 II Lettura. " Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno ". I Cor 9,16-19. 22-39
 Vangelo.  " Andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe..." Mc 1, 29-39




 L' annunzio del Regno di Dio e la presenza salvifica di Gesù nel mondo si scontrano con l'esperienza umana del dolore, spesso sperimentato anche dagli innocenti.
 Il problema del dolore. Il dolore è una delle grandi questioni, a cui ogni religione deve poter rispondere. Infatti, anche Giobbe, consapevole della propria onestà e rettitudine, si ribella ad una concezione della vita, secondo la quale i successi e la felicità sono un premio, il dolore e le tragedie, invece, sarebbero un castigo di Dio.
 Conseguentemente, il suo istintivo ripudio del dolore (come, del resto, quello nostro) esplode come un grido di ribellione contro Dio : questo accade, fino a quando Giobbe, elaborando la sofferenza da credente, non scopre che solo Dio è, veramente,  accanto all' uomo e solo Lui salva la vita umana dal baratro del dolore.
 La risposta al dolore non va cercata, quindi, nell' uomo stesso, ma in Cristo, l' unico in grado di dare un senso al dolore. Da Giobbe in poi, una serie ininterrotta di uomini e di donne (i santi, si pensi a Padre Pio e/o a Madre Teresa di Calcutta) affrontano la sofferenza, da credenti, ed hanno trovato una risposta convincente alla sofferenza nel dolore e nella morte di Cristo: l'amore vince il dolore e la morte e Dio, nel trasformare il male in bene - per amore di Cristo e dell' uomo - risponde al dolore e alla morte con la resurrezione e la vita.
 Cristo, maestro e liberatore. Gesù ha condiviso gioie e speranze, pene e affanni, dolori e malattie di coloro che Gli sono stati presentati, come un' umanità ferita. Del resto, Gesù, personalmente, ha patito ogni genere di dolore fisico, psicologico e spirituale.
 Lo ha affrontato con un amore, che non conosce limiti, e lo ha offerto a Dio Padre.

Pietro e Gesù (dal film Gesù di Nazareth)

 Nella casa di Simon Pietro prima, nella pubblica piazza poi, il Signore ha mostrato a tutti il volto di un Dio misericordioso e compassionevole, che si china a sollevare ogni sofferenza umana, guarendo tanto i corpi malati, quanto i cuori di pietra, che Egli sa trasformare in cuori di carne.
 La suocera di Pietro, guarita, diventa l'icona di coloro che, guariti mediante la potenza di Dio, "dimenticano sé stessi " e si occupano delle difficoltà degli altri. Come si può notare, questa è una "risurrezione" : un miracolo ben più grande della guarigione fisica.
 La Chiesa, nuova "Casa di Pietro" dev'essere, quindi, la culla, in cui fiorisce la nuova vita dei discepoli, che una volta guariti dal Signore, si prodigano, per estendere agli altri la salvezza, che essi stessi hanno ricevuto.
 Gesù guarisce, perché ci consente di abbracciare la croce insieme ai fratelli e di portarla con un amore, che trasforma in un cuor solo ed un'anima sola.
 La messe e gli operai. Di fronte agli enormi bisogni del mondo, Gesù non ha pianificato particolari strategie, ha invitato a pregare. E prima ancora di chiederlo, lo ha fatto per primo.
 La salvezza dell'uomo consiste, proprio, nell' incontro con Dio, specialmente nel silenzio e nel nascondimento. Quanto più il dolore ci appare sconfinato, tanto più occorre porsi davanti al Padre in atteggiamento filiale, perché è Lui la radice e la sorgente dell' amore e del servizio al fratelli.
                                                 
                                                                                        Mons.  Antonio Scarcione  

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