"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 2 febbraio 2014

La Domenica con Gesù, Presentazione del Signore

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi: "Dice il Signore: Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore, che voi cercavate..." Mal 3, 1-4 . " ...Egli (il Cristo)...perciò, doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo"...Eb 2, 14-18 . "Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale,...(Maria e Giuseppe) portarono il bambino a Gerusalemme, per presentarlo al Signore...Simeone, uomo giusto e pio...lo accolse tra le sue braccia e benedisse Dio, dicendo: Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perchè i miei occhi hanno visto la tua salvezza,...luce per rivelarti alle genti...A Maria, sua madre, disse: Ecco egli è qui per la caduta e la resurrezione di molti...E come segno di contraddizione...E anche a te una spada trafiggerà l' anima..." Lc 2, 22-40.

 Secondo la tradizione ebraica, la donna, quando partorisce, diventa impura per il contatto col sangue: per 40 giorni, se ha partorito un maschio, o, addirittura il doppio, se è nata una femmina. Trascorso questo tempo, ella è tenuta a compiere un sacrificio di espiazione, per eliminare l' impurità rituale. I sacrifici erano possibili solo nel tempio di Gerusalemme. Quindi, la Madonna, come ogni donna d'Israele, era tenuta ad andare nel tempio.

 - Il racconto di Luca. Egli insiste, particolarmente, sul fatto che i genitori di Gesù osservano la Legge, utilizzando queste precise parole: "secondo la legge del Signore".

 L' attenzione di Luca si concentra, quindi, sulla città santa, Gerusalemme.. Essa è, infatti, la meta del viaggio di Gesù; il punto d' arrivo del cammino del Signore ed il punto di partenza per la missione della Chiesa, nonchè il centro simbolico dell' opera di salvezza. Luca scrive proprio dopo la Pasqua ed i suoi lettori sanno bene che il mistero pasquale è il cuore della salvezza.

 - La figura di Simeone. Egli è " Uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d' Israele e lo Spirito Santo era su di lui" (2, 25). Lo svolgimento del rito viene interrotto dall' arrivo di Simeone, il sacerdote incaricato del sacrificio per la purificazione della madre.

 Come hanno fatto già Maria e Zaccaria, anche Simeone recita un testo poetico, per celebrare il Signore e ringraziarlo della salvezza, che ha compiuto. Egli ritiene, ormai, di aver raggiunto lo scopo della sua vita e può entrare nella pace messianica, poichè ha visto, nel bambino Gesù, l'intervento salvifico di Dio, che si caratterizza come luce della rivelazione per tutti i popoli.

 - L' oracolo messianico. Luca evidenzia la reazione dei genitori di Gesù, in seguito alle parole: "Essi erano stupiti". (2, 33). Lo stupore è un elemento che piace al terzo evangelista. Egli lo considera, infatti, una reazione intelligente di fronte ad un evento straordinario e inizio di una conoscenza più profonda. Allo stupore dei genitori, quindi, Simeone risponde con una benedizione, rivolta a Maria. Questi versetti (2, 34-35) costituiscono, secondo gli studiosi, il centro e il culmine dell' episodio. Le parole sono le seguenti: nel popolo di Dio, il Messia si pone come singolo di fronte alla moltitudine; egli, infatti, diventa per loro "caduta" e risurrezione. Il termine "ptosis" (= caduta) assomiglia molto alla parola "ptoma" (cadavere) e significa distruzione o morte; ad esso si contrappone il termine "anastasis" (= vittoria e superamento della morte). Conseguentemente, tutti, in Israele, si devono "rapportare" con Cristo. Da questo "confronto" può derivare il fallimento totale o la piena realizzazione.

 Il Messia è, infatti, "segno di contraddizione" , cioè una realtà, che rinvia oltre sè stessa e trasmette un messaggio, in quanto Cristo è "segno", rivelatore del Padre. E, come ogni segno, è soggetto a varie interpretazioni, che portano alla divisione e allo scontro.

 Luca sa bene che sono proprio alcuni Giudei, che "contraddicono" il messaggio di Cristo, "parlano, cioè, contro". La presenza del Messia, secondo l' oracolo, non costringe a credere, ma provoca la rivelazione della mentalità profonda; la salvezza di Dio è come una luce per la rivelazione ai popoli; il verbo usato da Luca, inoltre, indica le intenzioni e i ragionamenti delle persone. Davanti al Cristo, l'uomo si pone l'interrogativo sul senso della vita. Ogni persona è "costretta" ad accettarlo o a respingerlo.

 Anche per Maria, la Madre, la relazione col Messia non è semplice. Il testo, infatti, richiama il segno apocalittico della "Parola di Dio", affilata e tagliente. (Eb 4, 12). Il servo di Dio afferma: "Ha reso la mia bocca come spada affilata" (Is 49, 2) . E il Cristo risorto, nell' Apocalisse, è descritto come una spada a doppio taglio, che agisce dalla bocca. Anche per Maria, la parola di Dio si presenta come una spada, che attraversa  l' anima, cioè la vita.

Gesù e Sant'Anna
 - La figura di Anna. Essa porta il nome della madre di Samuele ed è qualificata col titolo di profetessa, vedova, assidua nei digiuni e nelle preghiere. L' attenzione, che Luca riserva alle donne, la fa emergere come la figura femminile, protesa verso il Messia. Infatti, anche  Anna invoca l'intervento di Dio "notte e giorno" Lc 18, 7).

 Inoltre, Anna, figura tipica dei "poveri" di YHWH, socialmente insignificante, è, invece, in grado di riconoscere la visita del Signore e di accogliere il Cristo. Come i pastori di Betlemme (Lc 2, 18-20), anche Anna è "evangelizzatrice".

 Vediamo, quindi, che Luca conclude, con magistrale bravura, l'episodio, evocando la "redenzione" di Gerusalemme, proprio quella che i genitori di Gesù erano andati a compiere in quella città.
                                                                                                                   Mons. Antonino Scarcione   

 

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