"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 10 gennaio 2015

La Domenica con Gesù, Battesimo di Gesù

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi: "...Porgete l' orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete...Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza aver irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare...Così sarà la mia parola...Non ritornerà a me senza effetto..." Is 55, 1-11 .
"... In questo infatti consiste l' amore di Dio, nell' osservare i suoi comandamenti...Egli è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo..." I Gv 5, 1-9 .
"...Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali...E venne una voce dal cielo: Tu sei il figlio mio, l' amato: in te ho postoil mio compiacimento" Mc 1, 7-11.


- "L' immersione nel Giordano" (v.9). Leggendo i vangeli sinottici( Mc- Mt- Lc ), emerge un certo
disagio nel riferire l' episodio dell' immersione. Il disagio scaturisce dal significato del battesimo, amministrato da Giovanni Battista. Marco, invece, non teme di aprire il proprio vangelo, ponendo Gesù tra la folla, che è cosciente del proprio peccato. L' immersione nel Giordano, infatti, è interpretata come segno della comunione del Cristo con l' umanità, bisognosa di salvezza. Più precisamente, Marco guida il proprio lettore a comprendere la totale spoliazione del Cristo, strutturando il suo racconto in uno schema orario, che scandisce la spoliazione stessa: a) all' ora terza:spoliazione dalla solidarietà con gli uomini (15,25-32); b) all' ora sesta:spoliazione dalla solidarietà con la creazione (15,33); c) all' ora nona:spoliazione dalla solidarietà con il Padre (15,34-37).


Conseguentemente, l' immersione del Signore nel Giordano segna per Marco il primo passo nella totale incarnazione, che avrà culmine nella morte in croce: dolore e morte renderanno il Figlio di Dio, totalmente, "figlio dell' uomo".
- "La teofania" (=manifestazione della divinità di Gesù; vv.10-11). La discesa dello Spirito, narrata da Marco come esperienza personale di Gesù, diviene, in Luca e in Matteo, un' esperienza oggettiva, addirittura "corporea" (Lc 3,22); mentre la Voce diventa portatrice di un annuncio rivolto a tutti i presenti (Mt 3,17). Marco collega l' esperienza della teofania con l' immersione, attraverso l' avverbio "subito". La totale comunione di Gesù con un popolo, bisognoso di salvezza, crea l' ambiente, in cui il Padre si rende manifesto, attraverso tre segni:
-"L' apertura dei cieli". Nell' esperienza post-esilica il popolo sperimenta il silenzio di Dio (Cfr.I Mac 4,46; Dn 3, 38). Il grido del popolo diventa, quindi, un accorato invito a Dio, perchè mandi un profeta, comunichi la sua volontà, squarci i cieli e scenda (Is 63,19b). Ora, nel Figlio, i cieli si aprono in modo definitivo e Dio parla al suo popolo attraverso Gesù, che è la Parola fatta carne(Gv1,4). A questo punto, notiamo che Marco utilizza il verbo greco "schìzo"(=squarciare). Proprio lo stesso verbo ritornerà, come unico segno, dopo la morte di Gesù: "Il velo del tempio "si squarciò" in due, da cima a fondo" (15,38). La presenza di Dio è ora "esposta" nel corpo crocifisso del Cristo, al punto che persino uno dei carnefici coglie la sua identità: "Davvero quest' uomo era Figlio di Dio ! ".
- "La discesa dello Spirito": ogni persona, scelta da Dio è "unta"(= consacrata) dallo Spirito. L'unzione indica sia la separazione da ciò che è profano e l' inserimento nel mondo di Dio, sia il dono della "forza" di Dio, che rende adatti ad una particolare missione. Ora lo Spirito si posa sull' ultimo inviato, Gesù, il consacrato del Padre, la sua presenza nella storia. La sua umanità diventa il luogo, dove è possibile incontrare il volto di Dio, ricevere la sua salvezza e scoprirlo come Padre. Il testo rimanda ad Is 42,1, ripreso nella "Voce", che afferma: " Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto, di cui mi sono compiaciuto. "Ho posto il mio Spirito su di lui. Lo spirito donato al Figlio rende trasparente l' identità di Gesù, lo abilita per la missione.
Gli studiosi si sono sbizzarriti nel tentativo di spiegare il senso dell' immagine della colomba: alcuni
hanno visto un riferimento allo "spirito che aleggiava sulle acque" (Gen 1,2); altri alla colomba della fine del diluvio (Gen 8,8-12) o ad una "messaggera d' amore" (Ct 1,15; 4,1). Infine, c' è chi coglie, nella colomba, il tentativo di esprimere ciò che è inesprimibile. 
- "La Voce". Notiamo che alla visione segue la Parola, che proclama l' identità di Gesù, la sua "vocazione" (Sal 2,7; Is 42,1). Egli è il Figlio, generato nell' amore stesso del Padre, l' amato,, nel quale il Padre trova la sua gioia. Da questa vocazione scaturisce la missione di Gesù: comunicare la paternità del Padre, inserire l'umanità nel rapporto d' amore , che è alla radice dell'esistenza di ognuno. Gesù è, perciò, il "nuovo" Adamo, come sottolineerà Marco nell' episidio delle tentazioni, segnalando la convivenza di Gesù con le bestie selvatiche (1,13). Mentre, all' origine della della nostra storia, c' è il rifiuto di Dio, in Gesù c' è l' accoglienza totale del Tu di Dio. E' una nuova creazione, la creazione dell' uomo nuovo che accoglie l' esistenza come un dono.
                                                                      Mons. Antonino Scarcione

Nessun commento: