"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

lunedì 15 agosto 2016

La Domenica con Gesù, ASSUNZIONE di MARIA

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale


Testi: “…Una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una crona di dodici stelle…” Ap 11,19a;12,1-6a.10 . 
“…Come in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita…” I Cor 15,20-27a . 
“…Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo…” Lc 1,39-45.

-Nella solennità della Madonna delle Vittorie, Patrona della Città e della Diocesi di Piazza Armerina, riflettiamo sui testi liturgici dell’ Assunzione. “Maria è assunta in cielo; esultano le schiere degli angeli”. A tal proposito, davvero caratterizzanti appaiono le parole del prefazio: “Tu non hai voluto che conoscesse la corruzione del sepolcro colei che ha generato il Signore della vita. Certamente, questo è un mistero difficile da spiegare e da comprendere, perchè “tocca” la realtà profonda della nostra fede. Infatti, la celebrazione dell’ Assunta, proprio nel mese di agosto, tradizionalmente dedicato alle vacanze, rimanda a un singolare tipo di riposo, “il riposo in Dio”. Cioè, alla serenità, tranquillità, speranza e gioia di essere nelle sue mani, consapevoli che è lui il Signore della storia.

-“Una donna vestita di sole…”. La prima Lettura ci presenta una donna, che vive il travaglio della nascita del proprio figlio. In quella donna, i cristiani hanno visto la figura di Maria. La donna dell’ Apocalisse è Maria, ma è anche la Chiesa: una creatura, che risplende della luce del sole (è, cioè, illuminata da Dio) ed è coronata da dodici stelle (gli apostoli). Questa donna, che sta per partorire, che sta, cioè, per donare al mondo Gesù, è insidiata da un enorme drago, che vuole divorare il bambino. Il drago è il simbolo del male, è il simbolo della vicenda storica di Gesù. Alla nascita, il drago è stato Erode, che ha cercato di strappare il bambino alla Madre. Ma è anche una lettura della storia odierna, del futuro e di ogni epoca. Perché, in ogni epoca storica, c’è, immancabilmente, la lotta tra bene e male. Vediamo che, purtroppo, la lotta tra bene e male è presente anche dentro di noi. La pagina dell’ Apocalisse, però, ci apre alla speranza: l’ esito della lotta sarà la vittoria del bene, cioè di Dio.

-“…Di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono”. E’ particolarmente significativo che la pagina evangelica contenga il “Magnificat”, canto di lode e di ringraziamento della Vergine: Maria ringrazia Dio, perché interviene e ribalta le situazioni con il suo amore. Proprio la celebrazione di oggi è un esempio dello sconvolgimento di situazioni, umanamente non prevedibili. Questo aspetto viene sottolineato da Pietro Blois (“Omelie” 33), in questi termini: “A Cristo sembrava di non essere asceso totalmente al cielo, finchè non avesse tratto a sé sua madre…La Madre di Dio, un tempo, depose suo Figlio in un umile presepe, oggi, viene collocata, essa stessa, dal Figlio su un trono sublime. A questo punto, sembrano molto significative le parole del “Magnificat”: “Ha guardato l’ umiltà della sua serva…ha disperso i superbi…ha rovesciato i potenti dai troni…ha colmato di beni gli affamati. A livello di rapporti tra persone, riscontriamo molto egoismo, che dev’ essere trasformato in amore; molte situazioni d’ ingiustizia in campo economico e sociale, da cambiare, anch’ esse; la stessa cosa si dica per i numerosi, cosiddetti, “potenti” sui loro troni di potere economico e politico.

Per tutte queste situazioni la festa del 15 agosto è un monito. Un invito a lavorare ciascuno nel proprio ambito, per rendere la famiglia umana più permeata di giustizia per i deboli e i poveri. E’, ovviamente, anche un invito a lavorare su noi stessi, alla ricerca della conversione del cuore.

                                           Mons. Antonino Scarcione

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