"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 7 agosto 2016

La Domenica con Gesù, XIX del Tempo Ordinario

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi:”La notte (della liberazione) fu preannunciata ai nostri padri, perché avessero coraggio…” Sap 18,6-9 .
“…Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un lungo viaggio…per un luogo che doveva ricevere in eredità…Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’ età, ricevette la possibilità di diventare madre…Per fede, Abramo…offrì Isacco…il suo unigenito…” Eb 11,1-2.8-19 .
“…Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina…Fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli…” Lc 12,32-48

-“La notte della liberazione preannunciata ai nostri padri”. Notiamo che la I Lettura rievoca una “notte” molto importante per Israele, per la propria identità, per la propria fede e per la propria salvezza. L’autore del libro della “Sapienza” rievoca l’ esodo, la liberazione dalla schiavitù egiziana e la terra promessa. Quella è stata, dunque, la notte della fede, nella quale Israele ha creduto e ha affrontato l’ avventura del deserto, lasciando il certo per l’ incerto. E’ la stessa fede di Abramo, ricordata nella II lettura.
Egli obbedì a Dio, partendo per un luogo, che doveva ricevere in eredità, “senza sapere dove andava”. Quella storica notte è importante anche per noi, che consideriamo Abramo nostro padre nella fede. Infatti, anche noi, come dice Paolo, siamo passati attraverso l’ acqua del Mar Rosso (il nostro battesimo), anche noi, nella notte del dubbio e della prova, siamo guidati da una nube luminosa, il Vangelo.

-“Siate pronti, con le vesti cinte ai fianchi e le lampade accese”. L’ invito alla vigilanza, forse, sembra “fuori luogo”, in pieno agosto. Eppure ci viene ricordato che il cristiano è tale, tutto l’ anno, perché non sappiamo, quando tornerà “il padrone di casa”. Vediamo che sono particolarmente significative le parole di Gesù: “tenete le vesti strette ai fianchi e le lampade accese, per aprire subito la porta, appena viene e bussa”. In realtà, attraverso queste immagini, Gesù vuole renderci più sereni e farci guardare, all’ incontro con lui, fiduciosi.

Proviamo a “leggere” le diverse immagini, contenute nella pagina del vangelo. Prima di tutto, “le vesti strette ai fianchi”, che ci richiamano la notte dell’ “Esodo”. Tra le altre indicazioni, affiorano, nella stessa notte della liberazione, le modalità della consumazione dell’ agnello: “Lo mangerete, con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano. E’ la Pasqua del Signore ! Vediamo che l’ abbigliamento rimanda alla partenza per un viaggio. Il ritorno del “padrone di casa” sarà, quindi, come la Pasqua del Signore, cioè, il passaggio di Dio in mezzo al suo popolo. Ma anche il passaggio del popolo, il passaggio di ciascuno di noi “verso la vita”, che non avrà mai fine. Un passaggio di salvezza, anche se, sarà, contemporaneamente, doloroso. Perché ci sono molte realtà, da cui bisognerà staccarsi, completamente. E più siamo legati a cose, beni materiali e comodità, tanto più peserà la sofferenza del distacco. Per questo Gesù invita a “crearci un tesoro nel regno dei cieli”. Vi è, in fine, l’ immagine delle lampade accese. Nella Bibbia la lampada rimanda alla parola di Dio, come ottimamente affermano i Salmi (119 e 105): “ Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino”.

“…Quando arriva e bussa…”. Poi, c’ è l’ immagine del bussare. Gesù bussa “alla porta del nostro cuore”, ogni giorno, e in modi diversi. Dipende da noi “affinare l’ orecchio”, per accorgerci del suo modo delicato e rispettoso di bussare. A tal proposito, non dimentichiamo l’ appello di Giovanni Paolo II (22 ottobre 1978): “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Aprite i confini degli stati, i sistemi economici, quelli politici, i vari campi di cultura, di civiltà e di sviluppo…. Oggi, l’ uomo, spesso, non sa cosa abbia nel proprio cuore, né che senso abbia la vita…Permettete, quindi, a Cristo, ve lo chiedo con umiltà e con fiducia, di parlare all’ uomo. Solo lui, Cristo, ha parole di vita eterna!

Se nella nostra vita non ci accorgiamo o fingiamo di non accorgerci che lui è “alla porta del nostro cuore” e non siamo capaci di aprirgli, quel giorno, per noi, sarà un momento traumatico. Infatti, allora, non potremo non aprire e l’ incontro con lui non sarà come quello sperimentato con un amico o un familiare, a cui abbiamo aperto la porta, per anni, ma come quello con uno sconosciuto o con un ladro, che spaventa e inquieta.

                                                                              Mons. Antonino Scarcione

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